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FdC 83 – La meditazione del mese… di Flavia Ricci

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A volte ci chiediamo cosa significa essere un buon cristiano, almeno a me capita abbastanza spesso e…la risposta non è molto facile: quanti punti interrogativi ????????

Se ci guardiamo intorno siamo sollecitati su tutti i fronti a guardare l’esteriorità delle cose e a non scendere in profondità per vedere cosa c’è nelle situazioni che viviamo, nei rapporti con le persone che quotidianamente incontriamo e nel volto di chi ci chiede aiuto….

Siamo presi dalla frenesia delle cose da fare, dalle “pre – occupazioni” e, sicuramente, da tante paure!!!

Eppure, se proprio decidiamo di fermarci a pensare a cosa significa essere un buon cristiano, e vogliamo anche dare una risposta, ci accorgiamo che si tratta di una scelta molto lontana da questo mondo dell’apparenza in cui siamo immersi fino al collo! 

Partiamo dalla cosa più importante…l’Amore di Dio. 

E poi? Come faccio a capire cosa devo fare?

Credo che la risposta sia nell’ “inno alla carità di San Paolo:

   

1 Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.  2E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.  3E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. 4La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, 5non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. 7Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. 9La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. 10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. 12Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. 13Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!”

1 Cor 13, 1-13

   

Dopo la lettura delle parole di San Paolo, ho la sensazione di avere davanti a me il vademecum da meditare ogni mattina al  risveglio per poter attuare il disegno dell’Amore di Dio, un amore senza confini, che noi potremmo a nostra volta riversare sulle persone che incontriamo, proprio con la carità!! 

Leggendo ogni frase possiamo riflettere su chi siamo veramente noi, e capire cosa possiamo cambiare del nostro modo di essere, partendo dalla consapevolezza di quanto siamo “piccoli” e di quante cose “grandi” possiamo realizzare con il dono del suo Amore.

L’Amore che il Signore ci dona si manifesta con questi comportamenti: sta a noi scegliere di agire con pazienza, con benignità, senza invidia, con rispetto, senza adirarsi e tenere conto del male ricevuto, nella verità…, altrimenti nulla ha senso!

Se guardiamo le esperienze vissute da ognuno di noi nelle varie fasi della giornata, ci accorgiamo che Dio ci chiama ad “amare” con delle semplici indicazioni adatte ad ogni momento e a ciascun ruolo in cui possiamo ritrovarci: sia come figli, sia come sposi, come genitori o…semplicemente uomini e donne…perché la carità deve far parte del nostro modo di essere, in ogni circostanza: dobbiamo imparare ad amare in modo gratuito, così come Dio ci ama!

Lasciamoci allora guidare dalle esortazioni di San Paolo, che ci parla della carità come la virtù più grande di tutte e che non avrà mai fine!!!

Amiamo in modo gratuito come il Signore ci ha insegnato e con la sua grazia riusciremo ad essere il buon cristiano e la buona cristiana che tanto speriamo di poter diventare. Decidiamo di andare “contro – corrente”, di essere pazienti, benevoli, non provare invidia, non vantarci dei successi raggiunti! Certamente non è facile, ma solo così porteremo l’Amore vero nel mondo di oggi, fatto solo di esteriorità e di esempi negativi…

E poi chissà, magari “vivendo” la carità favoriremo il cambiamento delle persone che passano a fianco a noi, dando un segno concreto delle parole di San Paolo, sempre attuali e indispensabili per seguire la via dell’Amore che il Signore ci cha indicato.  

     Flavia Ricci

 

 


 

 

 

 

 

 

 

FdC 83 – La pagina di P. Carlo Rossi Rettore del Santuario

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Carissimi Amici di Casa Lanteri,

Il Signore vi benedica e vi protegga!
Il mese di febbraio ci riserva una serie di appuntamenti di grande importanza. Innanzitutto, la Solennità della Presentazione di Gesù bambino al tempio, in cui si celebra la Giornata della Vita Consacrata. Pertanto siamo chiamati a ringraziare il Signore per questo grande dono alla Sua Chiesa e a pregare per le persone consacrate, perché vivano con coraggio e perseveranza la fedeltà alla loro vocazione nel servizio a Cristo e ai fratelli.

Il 4 febbraio, primo sabato del mese, continueremo il nostro itinerario in riparazione alle offese al Cuore Immacolato di Maria, per prepararci a celebrare degnamente il centenario delle apparizioni.

Nella prima domenica, poi, celebreremo insieme con tutta la Chiesa italiana la 39a Giornata Nazionale per la Vita. Sarà un'occasione importante per riflettere più intensamente su questo dono fondamentale per ciascuno e per pregare per la promozione e la difesa della vita dal suo concepimento fino alla morte naturale. Come sempre in questa occasione, saranno presenti presso il nostro Santuario i responsabili del Centro Aiuto alla Vita della nostra Diocesi, per offrire in dono le piantine di primule e proporre la partecipazione ai progetti di sostegno per giovani mamme in difficoltà.

Il sabato seguente, 11febbraio, memoria di N. S. di Lourdes, presso il nostro Santuario sarà celebrata, a livello diocesano, la XXV Giornata Mondiale del Malato. Il nostro Vescovo accoglierà i fratelli ammalati, accompagnati dai volontari dell'UNITALSI, recitando il rosario e presiedendo la concelebrazione eucaristica. In conclusione, ci sarà la benedizione eucaristica in stile lourdiano.

Il 13 febbraio ricordiamo l'anniversario della morte di Suor Lucia di Fatima. Per tale data siamo stati invitati dal Rettore del Santuario dedicato a N. S. di Fatima di Talsano, importante frazione di Taranto, per animare la liturgia in onore della Santa Vergine e per realizzare un gemellaggio fra i nostri due santuari. Pertanto, chiedo la vostra preghiera, perché questo avvenimento possa essere occasione particolare di grazia e di arricchimento reciproco.

Sempre in questo mese, inoltre, ricorre la festa dei Beati Pastorelli di Fatima, il 20 febbraio, per cui ci stiamo già preparando alla celebrazione di un triduo di preghiera, dal 18 al 20, in cui cercheremo di coinvolgere in modo particolare i bambini delle parrocchie circostanti e delle scuole cattoliche, presenti nel nostro territorio.

Carissimi, mentre scrivevo queste note, ho appreso la notizia della morte del nostro caro Fr. John; una notizia che ci ha colti di sorpresa, perché, anche se era ricoverato in ospedale per un intervento chirurgico, si era ripreso bene e sembrava procedere magnificamente nella via di guarigione. Siamo rimasti senza parole e con tanto dolore nel cuore. L'unico commento appropriato mi sembra senz'altro quello di P. Armando, che ha detto: “Ora abbiamo un angioletto in cielo che pregherà per noi”. Siamo sicuri, infatti, che sarà già stato accolto nell'abbraccio misericordioso del nostro Dio e in questo momento starà contemplando, insieme con gli Angeli ed i Santi, la Beata Vergine che ha tanto amato qui in terra.

E a Lei, nostra madre dolcissima, anche noi con fiducia ci affidiamo.

        Con grande affetto

                         p. Carlo, omv

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

FdC 83 – Il pensiero eucaristico del mese… della ven. Conchita Cabrera de Armida

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Il sacerdote fa incarnare Gesù nell'ostia; ma poiché il sacerdote durante la celebrazione è Gesù stesso, quando offre l'ostia al Padre, offre necessariamente anche se stesso, poiché essendo trasformato in Gesù, è come Lui ostia e vittima.

E una volta passato il momento del sacrificio, resta Gesù incarnato in lui misticamente; resta in lui quel Gesù che fa sì che il sacerdote sia Gesù, in forza di quell'unione trasfomante che è, in maggiore o minore misura, l'Incarnazione mistica.

Purtroppo il sacerdote non se ne rende conto, non riflette su questo; eppure nessun'anima come la sua ha la sua peculiarità – in forza della grazia di stato, cioè dell'unzione ricevuta nell'Ordinazione come dono dal Cielo – di giungere alla perfetta trasformazione in Cristo mediante l'Incarnazione mistica del Verbo in lui. L'Incarnazione mistica determina la trasformazione e questa trasformazione, a sua volta, apre all'Incarnazione mistica in grado più o meno elevato.

Per il sacerdote è questo il mezzo più efficace e più santo per giungere alla trasformazione in Lui. Infatti quando il Verbo si impossessa dell'anima, questa si perde nel Verbo, come una goccia d'acqua si perde nel mare, come il Sole divino assorbe la luce. L'immensità del mare assorbe la goccia e il Sole divino il raggio di luce proprio come il Verbo assorbe l'aniima che da Lui ha avuto origine. La divinità del Verbo assorbe ciò che di divino c'è nell'anima e la divinizza, la converte in Lui e la perde in Lui.

Il sacerdote riceve quotidianamente nella Messa il riverbero del mistero dell'incarnazione. Purtroppo molto spesso non gli dà peso, lo offusca, lo opacizza con gli assilli terreni o esteriori, e può addirittura giungere a estinguerlo con il peccato. Ma il sacerdote che accoglie e potenzia, con la sua corrispondenza alla grazia, questo dono di Dio, è il più idoneo a ricevere e ad accrescere l'inestimabile grazia eminentemente sacerdotale, grazia per eccellenza di mutua donazione, grazia insigne, trasformante e unitiva che attrae la Trinità, poiché il Verbo – in quanto Persona divina – non può separarsi nè dal Padre né dallo Spirito Santo, che sono una sola essenza con Lui

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CONCHITA CABRERA  ARMIDA
Sacerdoti di Cristo
Città Nuova,427-428

Conchita (1862 †1937): «un caso unico nella mistica di oggi»; «una bellissima anima, molto semplice, affascinante agli occhi di Dio e degli uomini», «donna misteriosa e vicina». Sposa e madre di nove figli, nonna, scrittrice mistica, fondatrice delle Opere della Croce, anima privilegiata dotata di un messaggio per l'intera Chiesa e per gli uomini di oggi, [Clicca qui per saperne di più]

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

FdC 82 – L’Editoriale di P. Armando omv

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Carissimi Amici di Casa Lanteri,

eccoci proiettati nel 2017. Un altro anno è letteralmente volato via. Mi sembra che più invecchiamo e più il tempo scorre velocemente! 

Ci accompagni in questo nuovo anno e sempre nella vita la certezza della fede che la nostra vita è nelle mani del buon Dio: «Sono risorto e ora sono sempre con te, – dice il Signore a ciascuno di noi. La mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai nelle mie mani» (Benedetto XVI, Omelia alla Veglia Pasquale, 7 aprile 2007).

Non lasciamoci sconfortare dalle notizie di morte, di sciagure, di ingiustizie varie che attanagliano questo povero nostro mondo e camminiamo in questi sentieri oscuri terreni con la lampada della nostra fede costruendo ovunque passiamo relazioni di amicizia e climi di famiglia, cercando così di far conoscere a questo mondo ignaro, l'amore di Gesù che vince ogni situazione di sconforto e di morte e siamo seminatori di pace e di speranza.

Vi chiedo in questo mese una particolare preghiera per il corso di Esercizi Spriituali sulla Prima Tappa Ignaziana che si svolgerà, piacendo a DIo, dal 9 al 14 gennaio 2017, a cui vi parteciperanno una decina di sacerdoti e una suora (speriamo che non si intimidisca troppo). Purtroppo ancora non ci sono laici iscritti, sarebbe il nostro primo corso senza laici, ma forse qualcuno di voi leggendo quest'articolo verrà preso dal desiderio di iscriversi! Coraggio!

Vi lascio ora alla lettura degli aaltri articoli

Santo e Felice Anno Nuovo a tutti voi!

P. Armando omv

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

FdC 82 – Appuntamenti di Gennaio 2017

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DA LUNEDÌ 9  A SABATO 14 GENNAIO 2017 SI SVOLGERÀ IL PRIMO CORSO DI ESERCIZI SPIRITUALI. IL CORSO SARÀ SULLA PRIMA SETTIMANA IGNAZIANA.

SABATO 14 GENNAIO 2017

GRUPPO ARTE E SPIRITUALITÀ
Ore 15:30
 E.V.O. 2

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DOMENICA 15 GENNAIO 2017

Ore 10:00 – 17:00  RITIRO SPIRITUALE APERTO A TUTTI  
La proposta spirituale di quest'anno è tratta
dagli Atti degli Apostoli
Dirige il ritiro P. Armando Santoro omv    [Programma]

0000
LUNEDÌ 16 GENNAIO 2017
Scuola Formazione Spirituale 3
 
MARTEDÌ 17 GENNAIO 2017
Scuola Formazione Spirituale 2
 
GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2017
Ore 15:30  Gruppo dei Classici della Spiritualità Cristiana
                    [Programma]

SABATO 21 GENNAIO 2017

Ore 15:30  E. V. O. 1

                   L.eV.O – Liturgia e Vita Ordinaria     
                                Diretto da Sr Mary Kowalski omvf
   
                         
       [Programma]

SABATO 28 GENNAIO 2017

GRUPPO ARTE E SPIRITUALITÀ

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DOMENICA 29 GENNAIO 2017

Ore 10:00 – 18:30  INCONTRI DI SPIRITUALITÀ CONIUGALE
                               [Programma]
Dirigono l'incontro

Sr Anna Cappellucci omvf e il dott. Stefano Ottaviani

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MARTEDÌ 31 GENNAIO 2017
Scuola Formazione Spirituale 1
 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

FdC 82 – La Vocazione nella Vocazione… di Stefano Ottaviani

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L'appuntamento mensile presso la Casa di Spiritualità “Lanteri” del gruppo di coppie nel cammino di spiritualità coniugale, rende possibile quel vulnus essenziale parte integrante di quella che viene definita come “Formazione Permanente”.

Un cammino che contiene al suo interno una duplice proposta formativa: quella spirituale e quella umana. Questi due contributi, si costituiscono su due rette parallele, che pur ispirandosi agli stessi principi, non rendono possibile un incontro trasversale.

La formazione spirituale e quella più di stampo psicologico rendono possibile una complementarietà armoniosa senza correre il rischio di una infruttuosa e rischiosa fusione.

Le coppie possono così beneficiare di un bagaglio definito e funzionale, per un lavoro che fornisca nuovi strumenti per migliorare la visione della propria coniugalità.

La giornata di formazione in genere è così articolata:
ci si incontra per l'accoglienza verso le ore 10:00 per iniziare poco dopo con una catechesi spirituale da parte di Suor Anna su temi evangelici attinenti il matrimonio cristiano con continui rimandi alle direttive del Conc. Vat. II . A seguire una prolusione di natura psicologica da me proposta su ciò che può essere prezioso per il progressivo miglioramento delle dinamiche di coppia. Prima del pranzo in genere ci si reca in Cappellina per un momento di preghiera rifacendosi a dei tratti essenziali della catechesi del mattino di Suor Anna. Dopo l'agape del pranzo ci si ritrova alle 14:45 per un lavoro di coppia o anche un momento di deserto sempre in coppia. La coppia al centro di tutta la giornata di cammino. Alle 15:45 una revisione della giornata con un minimo di dibattito. Preghiera conclusiva e per chi vuole Santa Messa in Santuario.

Le tematiche del mattino sono programmate sinergicamente per far si che ci sia un continuum fruttuoso per la crescita della coppia a più livelli.

È interessante notare come le coppie che vi prendono parte scoprono inaspettatamente anche la possibilità di dedicare del tempo a loro stessi, quel tempo che nel quotidiano sentono sfuggire o sprecare senza consapevolezza. Ci sono coppie che sono anni che frequentano questo percorso formativo, altre da pochissimo tempo. Ma solo in corso d'opera la coppia acquisisce una piena coscienza del bisogno inevitabile di nutrirsi di di un momento dedicato al loro matrimonio in modo autentico e completo.

La mia testimonianza a tal proposito è molto semplice nella sua globalità.

Come coppia arriviamo da fuori zona per la necessità intrinseca e famelica di poter fortificare tutti quegli aspetti coniugali minati nel corso degli anni da una disidratazione formativa psicologica e spirituale che hanno inevitabilmente reso fragile il dialogo , l'intimità, e la progettualità coniugale.

Dare un mano a Suor Anna in questa opera, rende la mia presenza anche un umile servizio alla Chiesa.

Da ferito, in mezzo a tante coppie, posso anche utilizzare la ferita come possibilità di cambiamento.

Dove gli altri vedono il dolore in un ferita aperta, io posso far vedere delle nuove possibilità. Un rapporto circolare dove le coppie, me compreso, e Suor Anna, formano e ci si forma contemporaneamente.

La mia personale definizione è: la vocazione nella vocazione.

Un cammino coniugale dove l'ascolto delle parole di Suor Anna forniscono uno studio di approfondimento per la coppia di sposi per recuperare la bellezza della loro personale speranza. Il mio intervento in genere è coadiuvante delle pagine spirituali di Suor Anna, per rendere strategicamente più semplice ciò che in genere gli sposi vedono faticosamente aggrovigliato.

Stefano Ottaviani

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FdC 82 – Il pensiero eucaristico del mese… di Maria Campatelli

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Estratto da una conferenza di Maria Campatelli presentata durante il Convegno Teologico:
Le ispirazioni della vita nello Spirito Santo: dall'individuo alla persona – Luglio 2015

[L’intera conferenza si può ascoltare cliccando l’icona del play sposta sotto]

“Erano uniti” come diceva Atti 2,1, “epituautonello stesso luogo” . Nel cenacolo i discepoli aspettano paurosi che succeda qualcosa. Arriva lo Spirito “nello stesso luogo” e questo “stesso luogo” è stato sempre identificato dai Padri come lo spazio del Signore Risorto. Nella Tradizione Armena il cenacolo si chiama “la stanza del mondo”. Allora l’Eucaristia in questo spazio del Signore Risorto è il solo momento della storia dove il Corpo personale di Cristo, che è il corpo appunto del Signore Risorto escatologico, il Corpo della Chiesa, il Corpo Eucaristico, coincidono.

Nell’Eucaristia la Chiesa non fa semplicemente la memoria di un evento storico, ma compie un atto escatologico, contempla la propria natura escatologica: questo modo trinitario di esistenza che a noi ci è stato comunicato definitivamente realizzato. La Chiesa è veramente se stessa solo quando celebra l’Eucaristia, perché quando la Chiesa celebra si vede nel suo stato definitivo. E quindi è il luogo in cui la Chiesa diventa quello che è. La nostra cittadinanza del Regno nell’Eucaristia non è solo un radunarsi: noi ci raduniamo in questo stesso luogo, ma questo radunarsi nello stesso luogo diventa un movimento, diventa una progressione verso il futuro, verso la realizzazione di questo Regno.

Noi viviamo già la verità di quello che in maniera germinale siamo già nel futuro e dal futuro questa realtà ci è data da partecipare oggi. È chiaro che ogni liturgia è un passaggio perché nello spazio della Celebrazione io mi incontro come sarò nel futuro, come sarò in Dio. Io mi incontro la Maria Campatelli nascosta con Cristo in Dio e questo incontro in qualche maniera è un giudizio sulla Maria Campatelli fenomenica arrivata all’assemblea Eucaristica è un passaggio verso questa nuova Maria. L’esperienza della Comunione, l’esperienza del Regno mi fa fare un passo avanti e a noi tutti insieme. Rappresenta una tappa in questo cammino del popolo di Dio verso questo futuro che ci aspetta. Ogni liturgia è una Pasqua, un passaggio. Noi siamo quello che siamo nell’Eucaristia. E nell’Eucaristia diventiamo sempre di più quello che noi già siamo agli occhi di Dio. 

Allora vedete anche questa è una cosa interessante in questo cammino dall’individuo alla persona. La forma formans, la forma formatrice di quello che noi siamo dove la troviamo? La troviamo nella Piazza d’oro della Gerusaleme del cielo (Ap 21,21). La forma formatrice della nostra storia, del nostro divenire è nel futuro in cui noi siamo radicati con la liturgia. Noi viviamo radicati nel futuro, ispirati dal futuro da cui traiamo la nostra verità. La memoria del futuro, ecco allora la forma per una visione d’insieme della vita dell’uomo. Formazione, formazione permanente, crescita nella propria vocazione personale comunitaria, dove la radichiamo se non in questa visione? La nostra realtà è quella che noi già siamo in Cristo. È quello che è già custodita in Lui, quella che è già nascosta in Lui. Io guardandomi in Lui personalmente, e noi tutti guardandoci in Lui abbiamo la meta del nostro divenire. La visione di quella che siamo già nella realtà e troviamo la forza per trasformare il nostro quotidiano alla misura di questa visione. 

La liturgia è una visione. La persona è una realtà escatologica perché se la persona è quella realtà che immerge dalla comunione io sono persona in Dio già realizzata, ma io non sono ancora persona perché ho tante cose che mi dividono dagli altri. Ho tante ombre che io getto sugli altri e che mi impediscono una comunione piena. Io sono in un processo per diventare persona e lo divento sempre più nella misura in cui cadono le barriere che mi isolano dagli altri.  Dipendono appunto, siccome la comunione non sono in grado di crearla, dipendono da questo processo di sinergia che io metto in atto con lo Spirito di Dio che è lo Spirito di comunione. 

Per questo noi non sappiamo alla fin fine chi siamo e la nostra identità è legata a questa misteriosa pietruzza bianca dell’Apocalisse (Ap 2,17) che Dio ci darà al momento dell’incontro con Lui, quando cadranno tutte le barriere che ci separano dagli altri. Lo Spirito fa discendere questi doni dal futuro, dalle realtà ultime come nuovi eventi. Non li fa emergere dalla storia come un dato; quindi qualcosa che noi costruiamo su quello che siamo, su quello di cui noi ci impossessiamo. L’esperienza liturgica è questa partecipazione mediante l’anticipazione a questo Regno che sta nel futuro e che noi accogliamo e di cui noi possiamo già godere finora le primizie.

Maria Campatelli

Nata nel 1962 a Poggibonsi in Toscana, Maria Campatelli fa parte dell'équipe del Centro Studi e Ricerche «Ezio Aletti». Si occupa dell'Oriente cristiano ed è sua convinzione che le tradizioni delle Chiese orientali sollecitate dalle domande presenti nel mondo contemporaneo, possano contribuire a rendere feconda la pastorlae della Chiesa nel mondo occidentale. È direttrice dell'Editrice Lipa schermata-2016-01-01-alle-11-11-19

 

 


 

 

 

 

 

 

 

FdC 82 – La meditazione del mese… di Flavia Ricci

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«Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».

Davanti alla meraviglia più grande del mondo, Gesù che nasce per noi, non posso che fermarmi e, in silenzio, pregare.

Sento il Tuo Amore, o Gesù, racchiuso in quel corpo di un bambino, sei così piccolo… avvolto in fasce, e nello stesso tempo sei così grande…sei il Cristo Signore!!

Ascolta il mio cuore, che in questo anno che volge al termine è stato pieno di emozioni, positive e negative.

E’ un cuore che ti ha ospitato, o Gesù, in alcuni momenti con tanto amore, in altri momenti, invece, con poco spazio per Te e tanto spazio lasciato alle preoccupazioni.

Ti ho sentito presente, Gesù,  nelle grandi gioie che hai voluto riservare a me e alla mia famiglia.

Ti ho abbracciato, Gesù, sulla croce in quei momenti in cui stavo male, per problemi di salute e per le profonde delusioni ricevute dalle persone che amo.

Ti ho riscoperto, Gesù, nelle mie cadute e, nei momenti in cui mi sembravi più lontano, ho capito che invece mi tendevi la mano per indicarmi la strada.

Ti ho riconosciuto, Gesù, nei volti delle persone sofferenti e bisognose che mi hai fatto incontrare.

Ed ora, inginocchiata davanti a Te, dono d’Amore per l’umanità, voglio dirti un Grazie per tutto quello che mi hai dato, anche per quei doni che mi hai fatto e che non sono riuscita a riconoscere subito, per quei momenti di sofferenza che mi hanno fatto sentire fragile e bisognosa e per quelli di grazia in cui mi è sembrato di essere avvolta in un Tuo abbraccio speciale.

Vorrei ricominciare da qui, per vivere ogni mio giorno guidata dal Tuo Amore…

Anche quando non sarà più esposta nella nostra casa e nelle Chiese la meravigliosa immagine della Natività, che in questo periodo possiamo contemplare, donami o Gesù di conservare l’umiltà e la semplicità di un bambino, la capacità di affidarmi a Te e di amare il prossimo, partendo proprio dall’Amore che ci hai donato Tu, che Ti sei fatto uomo, sei venuto ad abitare in mezzo a noi e ci hai amato fino a dare la vita per la nostra salvezza.

Flavia Ricci

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

FdC 82 – La pagina di P. Carlo Rossi omv

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Carissimi Amici di Casa Lanteri,

La luce del Signore, appena nato, continui ad illuminare i vostri cuori!

Il nuovo anno inizia, come sempre, offrendo alla nostra contemplazione la Maternità Divina di Maria. Questo titolo, che è il più antico ed importante appellativo con cui i credenti venerano la Santa Vergine, viene a riconoscere e a confermare il Mistero che abbiamo celebrato nella Santa notte di Natale: la presenza, cioè, della natura divina ed umana nell’unica persona del Cristo, vero figlio di Dio e vero figlio di Maria.

In quest’anno questa grande festa cade di domenica e ciò rappresenta una gioia ancora più grande per noi, devoti di N. S. di Fatima, che così potremo iniziare il primo centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima con la solenne processione mariana. Pregheremo, come sempre in questa occasione, per invocare, per intercessione di Maria, il dono della Pace per tutto il mondo. Tanto più che proprio nel primo giorno dell’anno si celebra anche la Giornata Mondiale della Pace, voluta ed istituita cinquant’anni fa dal Beato Paolo VI.

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Il tema scelto da Papa Francesco per il  Messaggio di questo cinquantesimo anniversario è: «La non violenza: stile di una politica per la pace». Con questo Messaggio, infatti, egli intende indicare un passo ulteriore, un cammino di speranza adatto alle presenti circostanze storiche: ottenere la risoluzione delle controversie attraverso il negoziato, evitando che esse degenerino in conflitto armato.

Il Papa, però, in questo Messaggio non si limita ad interpellare i leader politici e religiosi di tutto il mondo, ma si rivolge a noi tutti. Sottolinea, infatti,  che Gesù insegnò che il vero campo di battaglia, in cui si affrontano la violenza e la pace, è il cuore umano: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive» (Mc 7,21)”. E, più avanti nel testo, aggiunge: “Perciò, chi accoglie la Buona Notizia di Gesù, sa riconoscere la violenza che porta in sé e si lascia guarire dalla misericordia di Dio, diventando così a sua volta strumento di riconciliazione, secondo l’esortazione di san Francesco d’Assisi: «La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori»”. E non manca di ricordare, così, che la vera pace inizia fra le mura domestiche, infatti: “Se l’origine da cui scaturisce la violenza è il cuore degli uomini, allora è fondamentale percorrere il sentiero della nonviolenza in primo luogo all’interno della famiglia”.

Appare chiara nelle parole del Santo Padre l’esortazione ad una vera conversione del cuore; ed è proprio questo richiamo che lega questo messaggio a quello di Fatima, che nel suo nucleo fondamentale è una chiamata alla conversione e alla penitenza. E Maria a Fatima, con sollecitudine materna, ci indica anche la strada da compiere, per realizzare il cammino di conversione: “Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà a Dio”.

In effetti, la devozione al Cuore Immacolato di Maria è un elemento centrale nel messaggio di Fatima, devozione che si esprime soprattutto con la preghiera, semplice e profonda, del Santo rosario e con la riparazione alle offese rivolte contro il santissimo cuore di questa nostra Madre. È Maria stessa che, apparendo a Lucia il 10 dicembre 1925 a Pontevedra, chiese consolazione per le ingratitudini e le bestemmie degli uomini e fece la seguente promessa: “A tutti coloro che, per cinque mesi (consecutivi), al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti, meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza”.

Ed è per rispondere alle accorate richieste della Santa Vergine e per facilitare la realizzazione di questa pia pratica a tutti i fedeli che frequentano il nostro Santuario, che abbiamo deciso di promuovere la solennizzazione assembleare dei primi cinque sabati, a partire dal prossimo 7 gennaio. Alle 16.30 di tale giorno ci ritroveremo in Santuario, dove verrà presentata una meditazione su un Mistero del rosario; poi reciteremo insieme la corona e parteciperemo alla Santa Messa, comunicandoci con l’intenzione di riparare alle offese fatte al Cuore Immacolato di Maria. La confessione, con la medesima intenzione, può essere effettuata anche entro gli otto giorni precedenti.

Sarà questo un modo, certamente santo e gradito a tutti, per prepararci a celebrare con cuore puro e riconoscente il primo centenario della Visita di Maria Ss.ma alla nostra povera umanità. 

In conclusione, ci uniamo al nostro Santo Padre, invocando la Beata Vergine Maria, Regina della Pace, a farci da guida in questo nuovo anno che si apre davanti  a noi con l’impegno precipuoa diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune. «Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace»”.

A tutti voi l’augurio di un anno ricco di Amore e di Pace!

Con grande affetto

p. Carlo, omv