|
|
|
|
|
Carissimi Amici di Casa Lanteri, “Pace a voi”. È questo il saluto che il Signore risorto rivolge ai discepoli nella sera di Pasqua. Tale saluto si ricongiunge e conferma l’annuncio degli Angeli ai pastori, che abbiamo riascoltato pochi mesi fa, nella notte di Natale: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore”. La Pace, lo Shalom, che in ebraico vuol dire pienezza di vita, di realizzazione e di gioia, è il dono che il Signore Gesù vuole fare anche a noi, che, proprio come i discepoli nella notte di Pasqua, siamo ancora avvolti da tante paure e varie forme di incredulità. Il nostro cammino quaresimale, che ormai è fortemente orientato verso le sue ultime tappe, deve essere perciò innanzitutto preparazione e disposizione ad accogliere la gioia e la speranza della Pasqua di risurrezione, di quella Pasqua che già opera in noi. Il volto del Risorto, infatti, risplende nell’Eucaristia, nella Chiesa, nella proclamazione della Sua Parola, e con amore ci invita a vivere la giustizia e la carità. In questo tempo, dunque, dobbiamo imparare ad ascoltare più profondamente la voce del Signore che ci chiede di andare alle radici delle nostre tristezze, delle nostre ferite interiori, dei nostri smarrimenti, per deciderci fortemente di compiere un cammino evangelico di vera conversione all’amore di Dio. Siamo chiamati a vivere un’intensa preghiera di intercessione per la pace, perché tante situazioni, ritenute insanabili, possano finalmente essere superate. Siamo esortati ad accompagnare il cammino di quest’Anno Giubilare, perché tutti possiamo scegliere di seguire seriamente Gesù nella sua salita verso Gerusalemme, verso la città della croce e della gloria del Risorto, per annunciare al mondo intero la gioia della Salvezza. Maria, madre di Gesù e madre nostra, ci è vicina e ci assicura che sarà con noi mediante la sua materna protezione ed intercessione, nel desiderio che giungiamo, sereni e fiduciosi, alla pienezza della Pasqua del Signore. Pace a voi! Con grande affetto p. Carlo, omv
|
VENERDÌ 19 FEBBRAIO 2016
Ore 19:15 |
|
SABATO 20 FEBBRAIO 2016 Ore 9:00 • LA VERA DEVOZIONE FILOTEA I |
|
Ore 16:00 • L’ORAZIONE SALESIANA FILOTEA II |
|
Ore 18:15 • CONSIGLI PER IL CAMMINO FILOTEA III |
|
Ore 21:15 • VINCERE LE TENTAZIONI FILOTEA IV |
|
DOMENICA 21 FEBBRAIO 2016 Ore 9:00 • COME CUSTODIRE L’AMORE FILOTEA V |
|
|
Ovunque tu vada cerca il posto dove c'è Gesù nel tabernacolo e va' a fare un pieno di Lui.
|
|
Cari amici, ho partecipato al corso di Esercizi Ignaziani di Gennaio che p.Armando a sorpresa ha organizzato. Era tempo che sentivo il bisogno di silenzio e preghiera, era come se il mio "navigatore" si fosse "impallato" e quindi doveva "ricalcolare" il percorso; e questo è avvenuto. Gli affanni,il dolore e la pesantezza della quotidianità possono distrarre dal compiere il gesto più' naturale: alzare gli occhi e cercare lo sguardo misericordioso del Signore che ama, da' senso, riempie. Solo nel Suo Amore si accetta la finitezza umana e quindi ogni avvenimento o problema assume la giusta dimensione perché offerto a Lui. Meditando la Parola nel silenzio inoltre, si riesce a sentire ogni fruscio del cuore che ci fa capire quello che il Signore pensa sia bene per noi per poterci riempire di gioia. Sono stati dei giorni in cui la presenza dello Spirito Santo era tangibile e mi ha dato energia nuova e pace. Consiglio a tutti di partecipare ad un corso di Esercizi anche per pochi giorni, fa tanto bene al cuore. Ringrazio p.Armando infaticabile "operaio" del Signore nell'offrirci e spiegarci la Parola Divina, suor Mary e suor Anna, dolcissime suorine che ci hanno sostenuto sia spiritualmente che praticamente e Manuela che ho scoperto delicata collaboratrice. Ringrazio inoltre, tutti i partecipanti a questo corso e soprattutto tutti i consacrati che con la loro preghiera assidua hanno sicuramente stimolato lo Spirito a donarci tanta Grazia. Un caro saluto a tutti. Grazia
|
|
ESERCIZI SPIRITUALI 11-16 GENNAIO 2016 Descrivere l’esperienza degli Esercizi Spirituali non è facile soprattutto perché, dopo aver vissuto giornate così intense, si sperimenta una sorta di “fatica” nel comunicarne agli altri la bellezza. Nasce il desiderio che tutti possano comprendere la grandezza e la profondità di un’esperienza simile, ci si rende conto che in pochi giorni la vita di molti potrebbe cambiare partecipando ad un corso di Esercizi, ma ci si trova nell’impossibilità di esprimere fino in fondo quanto si vorrebbe e si resta per lo più senza parole, solo con un grande desiderio che tutti, proprio tutti, possano conoscere l’Amore di Dio. Così, diviene più facile pregare il Signore per loro che parlare a loro del suo Amore. È un’esperienza per lo più indescrivibile. Con quali parole si può esprimere l’incontro personale con Dio che è Amore? Come si può spiegare il mistero della sua presenza che tocca le profondità del nostro essere? E, soprattutto, a cosa si può paragonare un’esperienza così…? Sentire il Suo sguardo, la Sua presenza costante, essere penetrati dal suo Amore in modo quasi “sensibile”… è l’esperienza della Bellezza della Trinità, quella Bellezza che salva. Senza dubbio è un'esperienza a tratti dolorosa perché il Signore si rivela e fa luce e mostra all'anima la sua miseria ma le fa gustare proprio nel dolore l'infinito Amore che non merita ma che riceve, così dal dolore nasce una gioia profonda. Si scopre tutta la tenerezza dell’essere figli di Dio, il privilegio immeritato che ci è stato concesso nel Battesimo. Vi assicuro che non c’è gioia più grande di questa, scoprire in tutta verità di essere figli di Dio in Cristo, di avere bisogno del Padre e di essere amati senza riserve da Lui senza alcun merito personale. È un’esperienza persino liberante, una consapevolezza che procura sollievo e pace, fiducia, speranza e gioia. Si scopre allora il senso profondo del Battesimo, la necessità di vivere questo sacramento conservando la grazia con cura perché la Trinità possa comunicare a noi la sua stessa vita; nasce il desiderio di lasciare spazio all’azione dello Spirito perché Gesù possa veramente vivere in noi liberamente, senza gli ostacoli del nostro peccato, del nostro rifiuto o della nostra stupidità. Che un uomo qualsiasi possa fare l’esperienza di un Amore così grande, capace di donare più di quanto si spera è, in fondo, la cosa più sorprendente, eppure accade davvero e accade nel silenzio completo e in pochi giorni. Si ha come l’impressione di percepire diversamente anche la durata del tempo, probabilmente perché è tutto dedicato a Dio o forse perché tutto avviene in Dio. In quel silenzio degli Esercizi, si guarda alla vita stessa con uno sguardo nuovo, positivo, nella preghiera si ricordano cose del proprio passato in una luce diversa, così tutto sembra trovare ordine, senso. Da qui scaturisce una fiducia più grande nella Provvidenza sempre presente nella nostra storia in modo assai discreto. Si scopre l’Umiltà di Dio che da sempre ha operato senza pretendere nulla, nella Pazienza, nella Pace, nell’attesa, lunga anni, che noi ci accorgessimo di Lui. In altre parole, è come se tutto ciò che da sempre “sapevamo” su Dio, ciò che ci hanno insegnato o ciò che abbiamo studiato, improvvisamente prendesse vita e diventasse “carne” e la nostra stessa vita. E si comprende allora quale entusiasmo dovesse animare l’apostolo Giovanni quando scrisse la sua Prima Lettera, parlando di un Dio che si tocca, si sente, si vede, quel Dio che proprio noi abbiamo toccato, visto e sentito. E non si sa bene come accada ma si comprende con certezza che la santità è davvero per tutti, non richiede grandi capacità né doti speciali, richiede solo di lasciarsi amare da Dio nella verità. E allora questa via così bella, benché non priva di sofferenze, viene percepita persino come la più facile, la più sicura, la più felice! Si comprende come l’entusiasmo dei santi, il coraggio dei martiri, la fortezza dei veri Cristiani non sia il frutto di abilità umane ma proprio il segno della vita di Cristo nell’uomo capace di trasformare nella verità ogni cosa. Per vivere è davvero necessario che “Lui cresca e io invece diminuisca”. Al termine di queste giornate così piene di vita, si avverte nel profondo il desiderio che tutti possano fare la stessa esperienza e si comprende facilmente anche come non basterà la nostra capacità di persuasione a convincere gli altri. Ma questo non genera sfiducia, al contrario, suscita una maggiore confidenza nel Signore che se vuole può attrarre tutti a Sé, bisogna dunque proporre e lasciare che sia Lui a chiamare e condurre. In questi tempi così difficili, dove la scoperta dell’Amore di Dio appare un’impresa impossibile per tanti motivi, l’opportunità degli Esercizi Spirituali, così come vengono condotti a casa Lanteri, vanno visti come un’oasi nel deserto, come un’opportunità che il Signore ci dona per riprendere vita, ed è un’opportunità che non si può perdere. Per questo invito chiunque leggerà a prenderne parte ed a incoraggiare anche gli altri a farlo, senza paura, nella certezza che nessuno, proprio nessuno, resterà deluso dall’Amore di Dio. Pamela Salvatori
|
|
Il 20 ottobre 2015 ho iniziato a partecipare al primo anno della Scuola Teorico-Pratica di Formazione Spirituale “P.Pio Bruno Lanteri”, presso il Santuario di San Vittorino a Roma. Da qualche anno Padre Armando Santoro mi aveva parlato di questo corso, ma per mancanza di tempo non ero mai riuscito a frequentarlo. Solo negli ultimi mesi, liberandomi da altri impegni e aumentando il desiderio di conoscere più da vicino gli Esercizi Spirituali Ignaziani, ho dato seguito al consiglio di Padre Armando, che tra l’altro è la guida egregia di questo corso di formazione. In questi incontri, che durano quattro ore ed hanno una cadenza mensile, si riceve una formazione spirituale profonda che aiuta a crescere e maturare nel cammino di amore in Cristo. In questo primo anno del triennio in cui si sviluppa la Suola di Formazione, stiamo conoscendo e approfondendo: la Prima Settimana degli Esercizi Spirituali Ignaziani, il Padre Creatore e il peccato come ce lo presenta il Catechismo della Chiesa Cattolica, i grandi Maestri spirituali. A prima vista può sembrare un percorso per “addetti ai lavori”, cioè consacrati o universitari, in realtà la semplicità e la chiarezza dei contenuti esposti da Padre Armando rendono il corso accessibile a tutti. La preghiera come relazione viva e personale con il Dio vivo e vero è stato uno dei primi argomenti trattati, che subito mi ha catapultato in emozioni nuove, soprattutto ho sentito il bisogno di rivedere il mio approccio nell’incontrare nel quotidiano il Signore. Sto capendo pian piano l’importanza del silenzio, dell’orazione, dello svuotamento interiore, del trasformare i più reconditi pensieri in pensieri spirituali, dell’accostarsi costantemente alla pratica del raccoglimento interiore. Padre Armando con infinita dolcezza ci sta guidando a capire come gli Esercizi Spirituali sono una forte esperienza di Dio, un’occasione per fermarci dallo stress quotidiano per rinvigorire nella fede e nell’amore. C’è bisogno di educare la volontà e proiettarla verso il bene, attraverso un discernimento delle nostre azioni, riconoscendo i nostri peccati e i nostri limiti, per poter scorgere negli ultimi il volto di Cristo. Il volto di Cristo che diventa sempre più un amico che ci cammina vicino e che entra nella nostra vita, quanto più riusciamo con la nostra immaginazione a entrare nelle scene evangeliche. E se ora sto vivendo con tanto entusiasmo questo corso, che considero un cammino di svelamento del Padre Misericordioso nei miei confronti, che sta intervenendo smussando angoli caratteriali che corrompevano il desiderio di seguirLo, altresì ho la consapevolezza di dover combattere forse per tutta la vita contro le inclinazioni al male e le tentazioni di questo mondo. Dovrò continuare a mettermi in discussione, in gioco, di avere l’ energie necessarie per essere sempre pronto a superare le battaglie spirituali a cui andrò incontro, dovrò fidarmi di Gesù anche quando le tenebre sembreranno vincenti sulla luce, quando la paura e i brividi dello sgomento vorranno dominare sulla pace del cuore. Non sarà sempre facile ma ho la certezza che questo cammino intrapreso con la Scuola di Formazione mi darà la spinta spirituale per poterlo fare. Stefano Mariani
|
|
Il termine “prova”, ovvero ciò che si fa per conoscere, dimostrare, sperimentare la natura o l’attitudine di qualcosa, porta in sé tristezza, angoscia, paura, dolore, sacrificio, odio, malessere, rabbia, invidia. Il termine “prova” porta in sé anche speranza, amore, solidarietà, amicizia, gioia, coraggio, aiuto, preghiera, esperienza. Ma “prova” non è solo un termine, non è solo una parola. È una situazione che si sta vivendo o si è vissuta e che non deve considerarsi necessariamente brutta e negativa, può considerarsi anche bella e positiva. La prova non è solo dolore ed è soprattutto «Grazia». Si, la prova è una «Grazia». È sicuramente doloroso e duro vivere i momenti di prova ma è proprio in quei momenti che il Signore ci sta parlando e ci sta dicendo qualcosa. Questo può essere solo una «Grazia». La vita è piena di prove da affrontare e superare, ma è la vita stessa una prova… è la vita terrena che ci prepara alla vita eterna, la gioia eterna. Dio non ci ha creati per vivere il dolore, ci ha creati per essere felici e godere della Sua creazione. Se le prove ci fanno soffrire e lasciano segni negativi significa che non riusciamo a sentire il Signore che ci parla e non ci accorgiamo che il Signore è accanto a noi e ci sostiene. Resta con noi, Signore, nell’ora della prova. Giusy Damiani
|