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Carissimi Amici di Casa Lanteri, innanzi tutto gli auguri a tutti voi per questo nuovo anno. L’augurio più bello che possiamo reciprocamente farci è quello di Paolo agli Efesini:
Lunedì 8 gennaio, a Dio piacendo, inizierà il primo corso di Esercizi Spirituali di questo nuovo anno, durerà sei giorni e il cammino sarà sulla Seconda Tappa ignaziana di cui si cercherà di svolgerne una parte. Vi partecipano 13 persone di cui 6 sacerdoti, vi chiedo la carità di accompagnarci con la vostra preghiera, noi ogni giorno ricambieremo ricordandovi nella s. Messa. Grazie! Dio vi benedica tutti P. Armando omv |
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Dal Vangelo di Giovanni (1,35-42) 35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. 40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Carissimi Amici, eccoci all’inizio di un nuovo anno che il Signore ci ha voluto donare. Il brano che ha colpito la mia attenzione la liturgia ce lo propone il 14 gennaio, seconda domenica del Tempo Ordinario. Mi ha sempre affascinata perché è dinamico. Ho sottolineato alcuni verbi che mostrano proprio il guardare, l’ascoltare e l’agire dei protagonisti della scena, perché sembra di vedere un film. Mi piace contemplare Gesù che passa, che cammina tra la sabbia della Palestina, Giovanni che lo indica ai suoi discepoli e fissa il suo sguardo su Gesù. Giovanni è attento a Gesù che passa. Io faccio attenzione? O non bado a Lui? Questo “fissare lo sguardo” di Giovanni non è solo guardare, ma è isolare l’attenzione sull’unica Persona importante che c’era, sull’unica che meritava di essere attenzionata. E così eccomi subito a fare due riflessioni: la prima, la bellezza di guardare Gesù… la Pienezza, il Tutto, l’Amato, il Messia… il “mio” Gesù. E qui si potrebbe continuare… La seconda è la stoltezza delle altre cose che non sono Lui o in Lui, quelle che, pur belle e buone, sono spazzatura, se non mi portano a Lui, come diceva San Paolo. E inevitabilmente il pensiero mi passa alle “cosucce” che ogni giorno mi distraggono da quell’unico sguardo importante, da quel Crocifisso che mi dice solo “Amami”… dalle cosucce che non mi fanno entrare in quel luogo sacro, dentro di me, per unirmi a Lui. Ma ci sarebbe un’ulteriore riflessione: i due discepoli vedono Giovanni come una freccia che indica il Messia. Come battezzata sono chiamata a questo… anche qui: “Cosa vedono gli altri quando guardano me?”… E questi due discepoli che subito lasciano Giovanni e si mettono a seguire Gesù non ci dicono nulla? Tutti i dubbi, i se e i ma, i crucci e le lamentele… no… subito! Altra cosa splendida da contemplare è Gesù che si volta e li osserva mentre lo seguono. Altro sguardo… e gli chiede: “Cosa cercate”? E la risposta dei discepoli: “Dove abiti?”. Gesù risponde: “Venite e vedrete” e li conduce dove abita. Loro rimangono con Lui quel giorno. Giovanni annota che erano le quattro del pomeriggio. Dopo molti anni l’evangelista Giovanni, quando scrive il Vangelo, ricorda perfettamente l’ora in cui c’è stato questo incontro che ha cambiato la sua vita quando era ancora un ragazzo, da quando ha trovato il “Chi cercava” che gli ha riempito il cuore e la mente. Ed ecco un’ulteriore domanda che mi spunta… “Come mi guardi Gesù mentre cerco di seguirti?… Qual è il tuo sguardo su dime? Cosa vedi?”. Gesù li porta dove abita e loro vanno. Ma dove abiti Gesù? Sei nel profondo di quel posto segreto nel mio cuore, inaccessibile a tutti, se non alla Santissima Trinità. Lì, l’Amore, l’Amato e l’Amante mi uniscono in questo circolo infinito di tenerezza, grazia, pace, gioia, amore… se io dico il mio “Si”. Ma questo viaggio così breve, così istantaneo, è il viaggio che a volte fatichiamo a fare… Ma sei anche nei miei fratelli, sei nel Tabernacolo della mia chiesa di campagna, che troppe volte ha dei banchi vuoti, sei nella Santissima Ostia, che troppo spesso viene ricevuta con poco rispetto o, addirittura, con grandi peccati. Sei sempre Tu, che ci dai mille occasioni per riconoscerti, Tu che passi, paziente, guardi, parli, agisci, vivi, ami… Tu… solo Tu. Amici, chiedo alla Vergine Maria di mostrarci Lei come amarLo, attenzionarLo, seguirLo, predicarLo… Lei che è Madre, Maestra e Discepola Sua. Buon Anno!
Tania Giovannoli |
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Carissimi Amici di Casa Lanteri, Il Signore rivolga su di voi il suo volto e vi conceda pace! Il primo giorno dell’anno civile la sacra Liturgia ci fa celebrare la Solennità di Maria, Madre di Dio. È un invito per noi ad affidarci serenamente all’intercessione premurosa della nostra Santa Madre, perché in ogni giorno di questo nuovo anno la pace, quella vera e che solo Gesù può donarci, brilli nei nostri cuori e sui nostri volti. Siamo invitati a contemplare e ad imitare Maria che “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2, 19). Essere come Lei, che medita con intelligenza i fatti, collegandoli, mettendoli insieme per trovare un’unità, superando la considerazione superficiale degli eventi e penetrando nella trama luminosa ed armonica tracciata da Dio per noi, per la nostra esistenza, per la storia del mondo. Maria che medita gli eventi si sforza, infatti, di leggere il senso divino, quello vero, della storia e anche noi sentiamo il bisogno di leggere in questo nuovo anno che inizia il senso di quanto accade a partire dal nostro affidamento al Signore. Leggere le vicende che le famiglie, che gli uomini e le donne del nostro mondo stanno vivendo, scoprendone il senso ultimo, intravvedendo, come Maria, dietro il volto di tutti il mistero del volto di Dio, con un cuore che si riempie di Pace. Il brano evangelico di san Luca, che è stato proclamato nella Liturgia della Parola di questo giorno, ricorda che la pace passa attraverso la grotta dove Gesù bambino giace in una mangiatoia; ci mostra che la via della pace è Gesù, è il Figlio di di Dio che si spoglia di ogni grandezza, di ogni sicurezza umana, per farsi infinitamente disponibile, per condividere la nostra condizione di creature e per servirci. Davanti a questa meraviglia, rivolgiamo, per intercessione di Maria, la nostra umile preghiera al Celeste Bambino: “O Signore Gesù, donaci di accogliere la tua pace, donaci di farla fiorire sulla terra, di darle una figura vivente nei nostri cuori, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità. Fa’, o Celeste Bambino, che meditando con Maria, tua madre, noi riusciamo a vedere in unità tutti gli eventi, dolorosi e gioiosi, di questo 2018, così da ritrovare in noi stessi, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità e in tutti gli uomini e le donne del mondo il tu volto, Signore Gesù, Principe della Pace, nostro unico Salvatore. Amen!”. A tutti voi l’augurio di un anno ricco di Amore e di Pace! Con grande affetto p. Carlo, omv |
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