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Carissimi Amici di Casa Lanteri, Il Signore risorto vi benedica e dia Gioia e Pace ai vostri cuori! Alleluia! Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Rallegriamoci ed esultiamo! Alleluia! Questo è il grido di gioia che abbiamo udito risuonare nel primo giorno di questo nuovo mese di aprile: giorno di Pasqua! Questo, dunque, è il giorno della speranza, il giorno in cui avviene quello che è umanamente impossibile: la morte è vinta! Ma c’è di più: in Cristo risorto tutta l’opera di Dio ha il suo culmine, la storia è portata a compimento, nuovi cieli e nuova terra si aprono per l’umanità e anche noi siamo chiamati a diventare creature nuove, figli di Dio nel Figlio Gesù. Ma, forse, qualcuno di noi si chiede: ma come è possibile per noi entrare nella Pasqua di Cristo ed iniziare questa vita nuova? La nostra esistenza umana, infatti, si abitua spesso a rimpicciolire le speranze, a ridurle di giorno in giorno di fronte alle delusioni della vita, di fronte a tante cose che non vanno bene… Siamo chiamati allora a riscoprire la preziosità e la portata del nostro battesimo. In esso – come ci ricorda San Paolo (cfr. Rm 6, 3-11) – siamo stati veramente sepolti con Cristo nella morte, affinché, come Lui fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Con il battesimo, quindi, la risurrezione di Cristo entra nel nostro cuore, nel nostro corpo, nella nostra vita quale premessa e condizione di una vita cristiana sempre più profonda ed intensa, quale premessa e condizione della futura risurrezione del nostro corpo. E, se ci chiediamo: in quale momento possiamo sperimentare in modo particolare l’incontro con il Crocifisso risorto? Qual è, dopo il battesimo, l’evento quotidiano nel quale ci raggiunge la salvezza e la Pasqua di Cristo? La risposta è chiara ed è davanti ai nostri occhi: è l’Eucaristia l’evento nel quale possiamo fare Pasqua con Gesù. Ad ogni celebrazione eucaristica, infatti, ripetiamo: “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”. Lasciamo allora che la Pace, la Gioia, la Speranza penetrino profondamente nei nostri cuori e ci aiutino a portare con pazienza il peso di tante sofferenze, di tanti dolori, di tante incertezze che ancora vengono ad amareggiare la nostra esistenza. Che in noi prevalga la forza e la potenza dell’annuncio pasquale! Preghiamo, affinché tutta la nostra vita sia scossa da questo annuncio di gioia e di speranza e sappiamo trasmetterlo a tutti. Maria, madre di Gesù e madre nostra, che, per prima hai visto il tuo Figlio risorto, fa’ di noi dei veri testimoni della Gioia e della Speranza! Questo è il mio augurio per tutti voi: Buona Pasqua! p. Carlo, omv
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Venerdì 1° marzo 2018 – ore 19:30 |
Sabato 2 marzo 2018 – ore 9:00 |
Sabato 2 marzo 2018 – ore 9:30
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Sabato 2 marzo 2018 – ore 11:30 Omelia: Il figliol prodigo: |
Sabato 2 marzo 2018 – ore 16:00 Marco, il personaggio e il suo scritto |
Sabato 2 marzo 2018 – ore 16:40 Il «Segreto messianico»/A |
Sabato 3 marzo 2018 – ore 18:00 |
Sabato 3 marzo 2018 – ore 21:15 Gesù, il Figlio di Dio |
Domenica 4 marzo 2018 – ore 9:00 |
Domenica 4 marzo 2018 – ore 10:30 Il cammino del discepolo e gli annunzi della Passione |
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Carissimi Amici di Casa Lanteri, Il tempo si è fatto breve… passa presto la scena di questo mondo! Lo scorrere inesorabile del tempo verso l’eternità della «domenica senza tramonto» paradossalmente riempie di valore ogni istante che passa se vissuto orientandolo alla sua meta che è l’eternità. Per questo stesso motivo l’eternità dà valore al presente che è l’unica dimensione del tempo di cui siamo attivi protagonisti: il passato oramai è stato, il futuro è nel mistero, il presente lo viviamo e di esso siamo beneficiari da parte di Colui che ce lo dona «per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo» (Ef 2,10). Un febbraio trascorso nella normalità delle attività ordinarie di Casa Lanteri, purtroppo ho dovuto annullare la lezione della Scuola di Direzione e Discernimento Spirituale 1 per via di una brutta febbre che, grazie a Dio, ormai appartiene al passato. Di straordinario comunque c’è stata la neve che ci ha portato come sempre la sua atmosfera magica e la nostalgia della fanciullezza… Venerdì 2 iniziamo il nostro Fine Settimana Spirituale di Quaresima, c’è un buon numero di iscritti: Deo gratias! Ma c’è ancora posto… [programma] Ora vi lascio alla lettura degli altri articoli del nostro Foglio. Buona lettura, Dio vi benedica tutti e Santa Quaresima P. Armando omv |
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Un pomeriggio al mese ci si incontra nella Casa di Spiritualità di S.Vittorino per la lettura di un “Classico della Spiritualità “. Incontri nati nel 2006 come prosieguo della Scuola di Direzione che aveva istillato nei partecipanti il desiderio di una formazione continua. Gli incontri si sono susseguiti anno dopo anno, come risposta fedele alle nostre esigenze, sotto la guida di p. Armando; quest’ anno sono guidati da don Vincenzo Greco, parroco a Terni, che ha proposto come lettura “Il Libro” di S. Angela da Foligno. Vissuta in contesto medievale, S. Angela oggi fa battere il cuore ai suoi lettori, mettendoli di fronte a ciò che nella vita costituisce realmente l’esodo dalla schiavitù verso la libertà. Sarebbe quindi un errore considerarla una lettura anacronistica per noi del terzo millennio che ci riteniamo aperti e liberi, essa invece in ogni pagina sembra gridare: “Scegli la vita! ” Una vita che sia cammino di pentimento, con lo sguardo esclusivo al Dio d’amore, della passione incontrastata verso una umanità distratta, sviata, sofferente che continua ad aggrapparsi al proprio vitello d’oro. Al contrario Angela, che è con i piedi per terra, tetragona nella sua ricerca esclusiva, calamitata, “pazza” per Dio, si fa segno di una forza e di una potenza che viene dallo Spirito e che investe ogni credente. Vive lacrime di pentimento e di gioia, fasi di macerazione e momenti di resurrezione, e va rivelandosi a chi legge come una vera e propria spinta a credere, a sperare, ad amare perché la vita diventi una festa per chi la vive con Dio. Gli incontri sono guidati da don Vincenzo con equilibrio e sapienza; dopo la lettura comunitaria del testo, c’e’ un tempo di meditazione silenziosa e poi uno scambio di risonanza fraterna. A don Vincenzo la nostra gratitudine per la chiarezza nelle esposizioni, per le delucidazioni e per la pazienza dell’ascolto. Ovviamente tutto questo è possibile grazie alla disponibilità generosa della Casa di Spiritualità. Alleluya! Gioia Lufrano
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Dagli scritti di sant Ambrogio sull Eucarestia …Tu forse dici: «È il mio solito pane». Ma questo pane è pane prima delle parole sacramentali; quando interviene la consacrazione, da pane diventa carne di Cristo. Spieghiamo dunque come può essere corpo di Cristo ciò che è pane. Con quali parole e con le espressioni di chi, si compie la consacrazione? Del Signore Gesù. Infatti tutte le altre formule che si dicono precedentemente sono dette dal sacerdote: si loda Dio; gli si rivolgono le preghiere; si intercede per il popolo, per i sovrani, per tutti gli altri. Ma quando si viene a compiere il venerabile sacramento, il sacerdote non usa più le sue parole ma quelle di Cristo. È dunque la parola di Cristo a compiere questo sacramento… Nello stesso modo, dopo aver cenato, la vigilia della sua passione, prese il calice… lo benedisse, lo diede ai suoi apostoli e discepoli, dicendo: «Prendete e bevetene tutti: questo infatti è il mio sangue». ai attenzione: tutte queste parole sono dell’evangelista fino a prendete sia il corpo sia il sangue. Poi sono parole di Cristo: «Prendete e bevetene tutti: questo infatti è il mio sangue»… Quando ti presenti per riceverlo, il vescovo ti dice «Il corpo di Cristo» e tu rispondi «Amen», cioè: è vero. Il tuo animo custodisca ciò che la tua lingua riconosce. … Il corpo nato dalla Vergine: è proprio questo corpo che produciamo. Non cercare a questo punto l’ordine naturale nel corpo di Cristo: il Signore Gesù è stato partorito da una Vergine al di fuori del corso normale di natura. La vera carne di Cristo fu crocifissa e sepolta. È, quindi, veramente il sacramento della sua carne. Lo stesso Signore Gesù ha proclamato: Questo è il mio corpo. Prima che si pronuncino le divine parole della benedizione, questo viene chiamato con altro nome; dopo la consacrazione, è il suo corpo. La stessa cosa Gesù ha detto per il suo sangue. Prima della consacrazione ciò è chiamato con altro nome; dopo, è il suo sangue. Dicendo Amen, tu proclami: È vero! Il tuo spirito aderisca a quanto la tua bocca pronuncia! E il tuo cuore riecheggi ciò che la parola esprime! …Hai ricevuto il sacerdozio e, stando a poppa della Chiesa, tu guidi la nave sui flutti. Tieni saldo il timone della fede in modo che le violente tempeste di questo mondo non possano turbare il suo corso. Il mare è davvero grande, sconfinato; ma non aver paura, perché “E’ lui che l’ha fondata sui mari, e sui fiumi l’ha stabilita “(Sal 23,2). Perciò non senza motivo, fra le tante correnti del mondo, la Chiesa resta immobile, costruita sulla pietra apostolica, e rimane sul suo fondamento incrollabile contro l’infuriare del mare in tempesta. È battuta dalle onde ma non è scossa e, sebbene di frequente gli elementi di questo mondo infrangendosi echeggino con grande fragore, essa ha tuttavia un porto sicurissimo di salvezza dove accogliere chi è affaticato. Se tuttavia essa è sbattuta dai flutti sul mare, pure sui fiumi corre, su quei fiumi soprattutto di cui è detto: I fiumi hanno innalzato la loro voce (cf Sal 92,3). Vi sono infatti fiumi che sgorgano dal cuore di colui che è stato dissetato da Cristo e ha ricevuto lo Spirito di Dio. Questi fiumi, quando ridondano di grazia spirituale, alzano la loro voce. Vi è poi un fiume che si riversa sui suoi santi come un torrente. Chiunque abbia ricevuto dalla pienezza di questo fiume, come l’evangelista Giovanni, come Pietro e Paolo, alza la sua voce; e come gli apostoli hanno diffuso la voce della predicazione evangelica con festoso annunzio fino ai confini della terra, così anche questo fiume incomincia ad annunziare il Signore. Ricevilo dunque da Cristo, perché anche la tua voce si faccia sentire. Raccogli l’acqua di Cristo, quell’acqua che loda il Signore. Raccogli da più luoghi l’acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti.
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Carissimi Amici di Casa Lanteri, Il Signore vi benedica ed accompagni il vostro cammino incontro al Risorto! L’itinerario quaresimale, iniziato il Mercoledì delle Ceneri, continua per tutto il mese di marzo e ci conduce fino alla soglia della Pasqua del Signore, che celebreremo con gioia nella solenne Veglia Pasquale, l’ultimo giorno di questo mese. Le formule, suggerite dalla Liturgia per l’austero segno dell’imposizione delle Ceneri, ci aiutano a meglio comprendere il senso di questo cammino penitenziale. La prima: “Ricordati che sei polvere ed in polvere ritornerai” ci esorta a considerare la brevità della nostra vita e la sostanziale precarietà della natura umana. Rappresenta così un ottimo punto di partenza per convincerci della necessità di un profondo rinnovamento della mente e del cuore e per accogliere con animo grato e riconoscente l’esortazione, ben più pregnante ed impegnativa, espressa dalla seconda formula: “Convertitevi e credete al Vangelo”. Se ci fermassimo soltanto alla considerazione della nostra naturale fragilità, che accomuna tutti gli uomini nell’inevitabile destino di morte e di dissoluzione, potremmo essere portati a rinchiuderci in un’abissale tristezza che ci paralizza, facendoci riconoscere l’inutilità di ogni nostro gesto. D’altra parte, è proprio questo pericolo, in cui spesso siamo tentati di cadere, che ci fa comprendere con maggiore lucidità il Dono che con la sua croce Nostro Signore Gesù Cristo è venuto a portarci: la liberazione dal peccato e dalla morte, per rinascere insieme con Lui ad una vita che non avrà più fine. Ed è solo accogliendo con trepidante riconoscenza l’invito a camminare dietro a Lui, in un continuo itinerario di conversione, che possiamo aprirci alla speranza che la morte non sia l’ultima parola sulla nostra pur precaria esistenza. E questa è la potenza del Vangelo, la potenza delle Risurrezione, che raggiunge ogni persona di questo mondo, che raggiunge tutti coloro che si aprono alla salvezza di Dio, offertaci nel suo Figlio. E, quando ci apriamo alla salvezza, accade in noi quell’esperienza espressa nell’esortazione che abbiamo già ricordato: “Convertitevi e credete al Vangelo”, l’esperienza della conversione. Forse, la parola “conversione” potrà spaventare alcuni di noi, potrà far pensare a quei grandi cambiamenti nella vita dei santi, che producono effetti strabilianti. In realtà essa esprime l’esperienza che tutti siamo chiamati a fare, perché conversione significa molto semplicemente “svolta”, cambiamento di rotta, cambiamento di mentalità e di orizzonti; un cambiamento che parte da una situazione di vita chiusa in sé, di un’esistenza egoista, per condurci alla vera purificazione dal peccato e portarci ad avere nel nostro cuore gli stessi sentimenti di Cristo: umiltà, servizio, amore, dono di sé. Si tratta di un cammino certamente non facile, né breve; ma quello che ci rassicura è che in tale percorso non è il nostro sforzo che conta, anche se il nostro impegno morale e ascetico ed il nostro coinvolgimento rimangono necessari e fondamentali; ma è la Grazia stessa di Dio, la potenza della Risurrezione che può cambiare davvero il nostro “cuore di pietra”. Per questo siamo chiamati in questo tempo ad implorare, con maggiore consapevolezza e con speranza vera, l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, perché tolga anche il nostro peccato. Ci conforta il pensiero che la nostra Madre Maria non ci abbandona ed implora con noi e per noi il suo amatissimo Figlio, perché possiamo anche noi finalmente compiere il “santo passaggio” ed entrare pienamente nella Pasqua del Signore! Allora potremo far nostre con verità le parole della liturgia pasquale ebraica e cristiana: Egli ci ha fatti passare: dalla schiavitù alla libertà, dalla tristezza alla gioia, dal lutto alla festa, dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù alla redenzione. Perciò diciamo davanti a Lui: Alleluia!” A tutti voi l’augurio di un buon cammino verso la prossima Pasqua! Con grande affetto p. Carlo, omv |