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FdC 94 – Il pensiero eucaristico del mese di Benedetto XVI

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  Dall’Omelia del Santo Padre Benedetto XVI sul sagrato di S. Giovanni in Laterano nella Solennità del Corpus Domini Giovedì, 7 giugno 2012

Cari fratelli e sorelle!

Questa sera vorrei meditare con voi su due aspetti, tra loro connessi, del Mistero eucaristico: il culto dell’Eucaristia e la sua sacralità. E’ importante riprenderli in considerazione per preservarli da visioni non complete del Mistero stesso, come quelle che si sono riscontrate nel recente passato.

Anzitutto, una riflessione sul valore del culto eucaristico, in particolare dell’adorazione del Santissimo Sacramento. E’ l’esperienza che anche questa sera noi vivremo dopo la Messa, prima della processione, durante il suo svolgimento e al suo termine. Una interpretazione unilaterale del Concilio Vaticano II aveva  penalizzato questa dimensione, restringendo in pratica l’Eucaristia al momento celebrativo. In effetti, è stato molto importante riconoscere la centralità della celebrazione, in cui il Signore convoca il suo popolo, lo raduna intorno alla duplice mensa della Parola e del Pane di vita, lo nutre e lo unisce a Sé nell’offerta del Sacrificio. Questa valorizzazione dell’assemblea liturgica, in cui il Signore opera e realizza il suo mistero di comunione, rimane ovviamente valida, ma essa va ricollocata nel giusto equilibrio. In effetti – come spesso avviene – per sottolineare un aspetto si finisce per sacrificarne un altro. In questo caso, l’accentuazione giusta posta sulla celebrazione dell’Eucaristia è andata a scapito dell’adorazione, come atto di fede e di preghiera rivolto al Signore Gesù, realmente presente nel Sacramento dell’altare. Questo sbilanciamento ha avuto ripercussioni anche sulla vita spirituale dei fedeli. Infatti, concentrando tutto il rapporto con Gesù Eucaristia nel solo momento della Santa Messa, si rischia di svuotare della sua presenza il resto del tempo e dello spazio esistenziali. E così si percepisce meno il senso della presenza costante di Gesù in mezzo a noi e con noi, una presenza concreta, vicina, tra le nostre case, come «Cuore pulsante» della città, del paese, del territorio con le sue varie espressioni e attività. Il Sacramento della Carità di Cristo deve permeare tutta la vita quotidiana.

In realtà, è sbagliato contrapporre la celebrazione e l’adorazione, come se fossero in concorrenza l’una con l’altra. E’ proprio il contrario: il culto del Santissimo Sacramento costituisce come l’«ambiente» spirituale entro il quale la comunità può celebrare bene e in verità l’Eucaristia. Solo se è preceduta, accompagnata e seguita da questo atteggiamento interiore di fede e di adorazione, l’azione liturgica può esprimere il suo pieno significato e valore. L’incontro con Gesù nella Santa Messa si attua veramente e pienamente quando la comunità è in grado di riconoscere che Egli, nel Sacramento, abita la sua casa, ci attende, ci invita alla sua mensa, e poi, dopo che l’assemblea si è sciolta, rimane con noi, con la sua presenza discreta e silenziosa, e ci accompagna con la sua intercessione, continuando a raccogliere i nostri sacrifici spirituali e ad offrirli al Padre.

A questo proposito, mi piace sottolineare l’esperienza che vivremo anche stasera insieme. Nel momento dell’adorazione, noi siamo tutti sullo stesso piano, in ginocchio davanti al Sacramento dell’Amore. Il sacerdozio comune e quello ministeriale si trovano accomunati nel culto eucaristico. E’ un’esperienza molto bella e significativa, che abbiamo vissuto diverse volte nella Basilica di San Pietro, e anche nelle indimenticabili veglie con i giovani – ricordo ad esempio quelle di Colonia, Londra, Zagabria, Madrid. È evidente a tutti che questi momenti di veglia eucaristica preparano la celebrazione della Santa Messa, preparano i cuori all’incontro, così che questo risulta anche più fruttuoso. Stare tutti in silenzio prolungato davanti al Signore presente nel suo Sacramento, è una delle esperienze più autentiche del nostro essere Chiesa, che si accompagna in modo complementare con quella di celebrare l’Eucaristia, ascoltando la Parola di Dio, cantando, accostandosi insieme alla mensa del Pane di vita. Comunione e contemplazione non si possono separare, vanno insieme. Per comunicare veramente con un’altra persona devo conoscerla, saper stare in silenzio vicino a lei, ascoltarla, guardarla con amore. Il vero amore e la vera amicizia vivono sempre di questa reciprocità di sguardi, di silenzi intensi, eloquenti, pieni di rispetto e di venerazione, così che l’incontro sia vissuto profondamente, in modo personale e non superficiale. E purtroppo, se manca questa dimensione, anche la stessa comunione sacramentale può diventare, da parte nostra, un gesto superficiale. Invece, nella vera comunione, preparata dal colloquio della preghiera e della vita, noi possiamo dire al Signore parole di confidenza, come quelle risuonate poco fa nel Salmo responsoriale: «Io sono tuo servo, figlio della tua schiava: / tu hai spezzato le mie catene. / A te offrirò un sacrificio di ringraziamento / e invocherò il nome del Signore» (Sal 115,16-17).

Ora vorrei passare brevemente al secondo aspetto: la sacralità dell’Eucaristia. Anche qui abbiamo risentito nel passato recente di un certo fraintendimento del messaggio autentico della Sacra Scrittura. La novità cristiana riguardo al culto è stata influenzata da una certa mentalità secolaristica degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. E’ vero, e rimane sempre valido, che il centro del culto ormai non sta più nei riti e nei sacrifici antichi, ma in Cristo stesso, nella sua persona, nella sua vita, nel suo mistero pasquale. E tuttavia da questa novità fondamentale non si deve concludere che il sacro non esista più, ma che esso ha trovato il suo compimento in Gesù Cristo, Amore divino incarnato. La Lettera agli Ebrei, che abbiamo ascoltato questa sera nella seconda Lettura, ci parla proprio della novità del sacerdozio di Cristo, «sommo sacerdote dei beni futuri» (Eb 9,11), ma non dice che il sacerdozio sia finito. Cristo «è mediatore di un’alleanza nuova» (Eb 9,15), stabilita nel suo sangue, che purifica «la nostra coscienza dalle opere di morte» (Eb 9,14). Egli non ha abolito il sacro, ma lo ha portato a compimento, inaugurando un nuovo culto, che è sì pienamente spirituale, ma che tuttavia, finché siamo in cammino nel tempo, si serve ancora di segni e di riti, che verranno meno solo alla fine, nella Gerusalemme celeste, dove non ci sarà più alcun tempio (cfr Ap 21,22). Grazie a Cristo, la sacralità è più vera, più intensa, e, come avviene per i comandamenti, anche più esigente! Non basta l’osservanza rituale, ma si richiede la purificazione del cuore e il coinvolgimento della vita.

Mi piace anche sottolineare che il sacro ha una funzione educativa, e la sua scomparsa inevitabilmente impoverisce la cultura, in particolare la formazione delle nuove generazioni. Se, per esempio, in nome di una fede secolarizzata e non più bisognosa di segni sacri, venisse abolita questa processione cittadina del Corpus Domini, il profilo spirituale di Roma risulterebbe «appiattito», e la nostra coscienza personale e comunitaria ne resterebbe indebolita. Oppure pensiamo a una mamma e a un papà che, in nome di una fede desacralizzata, privassero i loro figli di ogni ritualità religiosa: in realtà finirebbero per lasciare campo libero ai tanti surrogati presenti nella società dei consumi, ad altri riti e altri segni, che più facilmente potrebbero diventare idoli. Dio, nostro Padre, non ha fatto così con l’umanità: ha mandato il suo Figlio nel mondo non per abolire, ma per dare il compimento anche al sacro. Al culmine di questa missione, nell’Ultima Cena, Gesù istituì il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, il Memoriale del suo Sacrificio pasquale. Così facendo Egli pose se stesso al posto dei sacrifici antichi, ma lo fece all’interno di un rito, che comandò agli Apostoli di perpetuare, quale segno supremo del vero Sacro, che è Lui stesso. Con questa fede, cari fratelli e sorelle, noi celebriamo oggi e ogni giorno il Mistero eucaristico e lo adoriamo quale centro della nostra vita e cuore del mondo.

Amen.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FdC 94 – La meditazione del mese di Tania Giovannoli

 

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Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi (3,1-4)

  1 Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; 2rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. 3Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! 4Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.  
  Carissimi Amici, 

Buona Pasqua! Il Signore è risorto!

Eccoci al mese di aprile! Questa volta mi sono soffermata su un piccolissimo brano di San Paolo ai Colossesi, che mi sembra ci possa dare l’orizzonte su quello che stiamo vivendo nella liturgia.

San Paolo ci spiazza subito: “Se dunque siete risorti…” 

Mi piace pensare che questo “Se” lo abbia messo non per dire: “Se siete stati battezzati”, ma per dire: “Se vivete da battezzati”, cioè se la vostra vita rispecchia ciò che siete. In parole povere mi sembra che Paolo mi chieda in che posto mi situo, come vivo… cosa traspare agli altri dalla mia vita…

Sono consapevole che sono morta e risorta? Vivo da risorta?

Vivo la vita solo per le cose di quaggiù o aspetto e anelo a quelle di lassù? Quando guardo me, la mia vita, i miei rapporti interpersonali, cosa emerge? Come affronto le situazioni della vita? 

È la forza del Risorto che è in me che deve guidare la mia vita! Una vita da risorti, da rinnovati “ontologicamente”, cioè intimamente, intensamente, essenzialmente… Nel Battesimo sei già morta e risorta, non sei più tu, ma Lui è in te… 

Che mistero grande! E quanto poco ci rendiamo conto di tanta dignità… Quante preoccupazioni in meno al giorno avrei se pensassi di più all’orizzonte dell’eternità, quante arrabbiature inutili di fronte al “per sempre”… 

A volte ci fa paura rispondere alla vocazione dello stato di vita “per sempre”, perché la vita quaggiù ci sembra così lunga e magari sposare qualcuno “finché morte non ci separi” sembra impossibile. Pensiamo alla vita eterna. In questa vita ci stiamo “giocando” la vita eterna… che certo è dono di Dio, non guadagno nostro, ma a noi è chiesta la nostra moneta, il nostro “si”. 

Siamo stati redenti e pagati a caro prezzo. In questi giorni abbiamo fatto più attenzione alla croce e abbiamo meditato di più la Sua Passione. Guardiamo le cose di lassù… alziamo lo sguardo. Solo così potremo correre e volare verso la meta che ci attende, quel posto preparato per noi dall’eternità.

Chi, se non Lei, nostra Mamma, ci può accompagnare, come ha fatto con Suo Figlio, dalla casetta dell’Incarnazione di Nazareth, alla grotta di Betlemme, alla croce, al sepolcro vuoto, al Cenacolo, in cielo… Chiediamo alla Vergine Maria di tenerci stretti stretti, nascosti con Cristo in Dio e respirare, anelare, vivere tutto con Lui, in Lui e per Lui. 

Buona Pasqua! Alleluia!

Tania Giovannoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FdC 94 – L’Editoriale di P. Armando OMV

 

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 Carissimi Amici di Casa Lanteri,
Santa Pasqua a tutti voi!

Aprile si apre proprio con la nostra grande festa di Pasqua, lasciandoci alle spalle il mese di marzo che è trascorso nella routine delle nostre attività ordinarie.

A tutti voi gli auguri di una Santa Pasqua con questa preghiera alla Vergione della Risurrezione:

  VERGINE MARIA,
mia Madre e Maestra spirituale, 
che sotto la Croce hai visto morire d’amore il tuo Figlio,  il più Bello tra i figli degli uomini, umiliato, sputacchiato, torturato e sfigurato al punto da non sembrare più nemmeno un uomo…,
Tu che Lo hai abbracciato nudo e morto e 
Lo hai fasciato d’amore mentre Lo portavi al sepolcro…, 
Tu che hai atteso nel silenzio della tua fede la sua vittoria sulla morte, insegnami e aiutami a saperLo riconoscere risorto e vivo, presente con potenza nella mia vita.Insegnami e aiutami a saper cogliere la sua pressante domanda di amore e a sapervi corrispondere seguendoLo ovunque Egli vorrà condurmi, sempre più attirato e preso dal suo Amore, dalla zelo per la gloria del Padre e la salvezza di questa povera umanità. Amen.
 
  Santa Pasqua di Risurrezione a tutti voi!

P. Armando omv

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FdC 94 – La pagina di P. Carlo Rossi OMV Rettore del Santuario

 

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Carissimi Amici di Casa Lanteri,

Il Signore risorto vi benedica e dia Gioia e Pace ai vostri cuori!

Alleluia! Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Rallegriamoci ed esultiamo! Alleluia!

Questo è il grido di gioia che abbiamo udito risuonare nel primo giorno di questo nuovo mese di aprile: giorno di Pasqua!

Questo, dunque, è il giorno della speranza, il giorno in cui avviene quello che è umanamente impossibile: la morte è vinta!

Ma c’è di più: in Cristo risorto tutta l’opera di Dio ha il suo culmine, la storia è portata a compimento, nuovi cieli e nuova terra si aprono per l’umanità e anche noi siamo chiamati a diventare creature nuove, figli di Dio nel Figlio Gesù.

Ma, forse, qualcuno di noi si chiede: ma come è possibile per noi entrare nella Pasqua di Cristo ed iniziare questa vita nuova? La nostra esistenza umana, infatti, si abitua spesso a rimpicciolire le speranze, a ridurle di giorno in giorno di fronte alle delusioni della vita, di fronte a tante cose che non vanno bene…

Siamo chiamati allora a riscoprire la preziosità e la portata del nostro battesimo. In esso – come ci ricorda San Paolo (cfr. Rm 6, 3-11) – siamo stati veramente sepolti con Cristo nella morte, affinché, come Lui fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Con il battesimo, quindi, la risurrezione di Cristo entra nel nostro cuore, nel nostro corpo, nella nostra vita quale premessa e condizione di una vita cristiana sempre più profonda ed intensa, quale premessa e condizione della futura risurrezione del nostro corpo.

E, se ci chiediamo: in quale momento possiamo sperimentare in modo particolare l’incontro con il Crocifisso risorto? Qual è, dopo il battesimo, l’evento quotidiano nel quale ci raggiunge la salvezza e la Pasqua di Cristo?

La risposta è chiara ed è davanti ai nostri occhi: è l’Eucaristia l’evento nel quale possiamo fare Pasqua con Gesù. Ad ogni celebrazione eucaristica, infatti, ripetiamo: “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”.

Lasciamo allora che la Pace, la Gioia, la Speranza penetrino profondamente nei nostri cuori e ci aiutino a portare con pazienza il peso di tante sofferenze, di tanti dolori, di tante incertezze che ancora vengono ad amareggiare la nostra esistenza.

Che in noi prevalga la forza e la potenza dell’annuncio pasquale! Preghiamo, affinché tutta la nostra vita sia scossa da questo annuncio di gioia e di speranza e sappiamo trasmetterlo a tutti.

Maria, madre di Gesù e madre nostra, che, per prima hai visto il tuo Figlio risorto, fa’ di noi dei veri testimoni della Gioia e della Speranza!

Questo è il mio augurio per tutti voi: Buona Pasqua!

Con grande affetto

p. Carlo, omv

 

 

 

 

 

 

 

FdC 94 – Appuntamenti di Aprile 2018

 

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 SABATO 7 APRILE 2018

Ore 15,30 E.V.O.  2

 
DOMENICA 8 APRILE 2018

Ore 9:30: Ritiro spirituale aperto a tutti   
                 Diretto da P. Armando Santoro omv [Programma]

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MARTEDI’ 10 APRILE 2018
Ore 15:30:
Scuola di Direzione e Discernimento Spirituale – 
Anno 3
 

VENERDÌ 13  APRILE 2018
Ore 16:00
GRUPPO DEI CLASSICI DELLA SPIRITUALITÀ CRISTIANA
diretto da Don Vincenzo Greco [Programma]

SABATO 14 APRILE 2018

Ore 15:30: E.V.O. 1
Ore 15:30: Gruppo L. e V. O. [Liturgia e vita o
rdinaria] con Sr Mary Kowalski omvf  [Programma]

MARTEDI’ 17 APRILE 2018
Ore 15:30:
Scuola di Direzione e Discernimento Spirituale
Anno 2
 
DOMENICA 22 APRILE 2018
Ore 10:00:
Incontro di spiritualità coniugale per sposi e fidanzaticon P. Francesco Malara omv,
sr AnnaCappellucci omvf e il dott. Stefano Ottaviani,  [Programma] 
MARTEDI’ 17 APRILE 2018
Ore 15:30:
Scuola di Direzione e Discernimento Spirituale
Anno 1
 
   
   

 

 

 

 

 

FdC 94 – Foglio di Collegamento di Aprile 2018

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Fine Settimana Spirituale Quaresima 2018

Venerdì 1° marzo 2018 – ore 19:30
Il senso della penitenza cristana

Sabato 2 marzo 2018 – ore 9:00
La Quaresima dell’Anno “B” 

Sabato 2 marzo 2018 – ore 9:30
Introduzione alla lettura dei Vangeli

 

Sabato 2 marzo 2018 – ore 11:30
Omelia: Il figliol prodigo: 

 
 Sabato 2 marzo 2018 – ore 16:00
Marco, il personaggio e il suo scritto
Sabato 2 marzo 2018 – ore 16:40
Il «Segreto messianico»/A  

 Sabato 3 marzo 2018 – ore 18:00
Il «Segreto messianico»/B

Sabato 3 marzo 2018 – ore 21:15
Gesù, il Figlio di Dio   

Domenica 4 marzo 2018 – ore 9:00
Omelia alla s. Messa della
Terza
 Domenica di Quaresima “B”

Domenica 4 marzo 2018 – ore 10:30
Il cammino del discepolo e
gli annunzi della Passione
 

FdC 93 – L’Editoriale di P. Armando Santoro OMV

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Carissimi Amici di Casa Lanteri,
e siamo arrivati a marzo! Ogni volta che mi accingo a scrivere questa pagina del nostro Foglio di Collegamento, non posso non riflettere sulla velocità dello scorrere  del tempo e sulle parole di Paolo: «Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero;  quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo!» (1Cor 7,29-31).

Il tempo si è fatto breve… passa presto la scena di questo mondo! Lo scorrere inesorabile del tempo verso l’eternità della «domenica senza tramonto» paradossalmente riempie di valore ogni istante che passa se vissuto orientandolo alla sua meta che è l’eternità. Per questo stesso motivo l’eternità dà valore al presente che è l’unica dimensione del tempo di cui siamo attivi protagonisti: il passato oramai è stato, il futuro è nel mistero, il presente lo viviamo e di esso siamo beneficiari da parte di Colui che ce lo dona «per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo» (Ef 2,10).

Un febbraio trascorso nella normalità delle attività ordinarie di Casa Lanteri, purtroppo ho dovuto annullare la lezione della Scuola di Direzione e Discernimento Spirituale 1 per via di una brutta febbre che, grazie a Dio, ormai appartiene al passato.

Di straordinario comunque c’è stata la neve che ci ha portato come sempre la sua atmosfera magica e la nostalgia della fanciullezza…

Venerdì 2 iniziamo il nostro Fine Settimana Spirituale di Quaresima, c’è un buon numero di iscritti: Deo gratias! Ma c’è ancora posto… [programma]

Ora vi lascio alla lettura degli altri articoli del nostro Foglio.

Buona lettura, Dio vi benedica tutti e Santa Quaresima

                                                              P. Armando omv

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FdC 93 – Un pomeriggio al mese con S. Angela da Foligno… di Gioia Lufrano

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Un pomeriggio al mese ci si incontra nella Casa di Spiritualità di S.Vittorino per la lettura di un “Classico della Spiritualità “.  Incontri nati nel 2006 come prosieguo della Scuola di Direzione che aveva istillato nei partecipanti il desiderio di una formazione continua. Gli incontri si sono susseguiti anno dopo anno, come risposta fedele alle nostre esigenze, sotto la guida di p. Armando; quest’ anno sono guidati da don Vincenzo Greco, parroco a Terni, che ha proposto come lettura  “Il Libro”  di S. Angela da Foligno.

Vissuta in contesto medievale, S. Angela oggi fa battere il cuore ai suoi lettori, mettendoli di fronte a ciò che nella vita costituisce realmente l’esodo dalla schiavitù verso la libertà. Sarebbe quindi un errore considerarla una lettura anacronistica per noi del terzo millennio che ci riteniamo aperti e liberi, essa invece in ogni pagina sembra gridare:  “Scegli la vita! ”  

Una vita che sia cammino di pentimento, con lo sguardo esclusivo al Dio d’amore, della passione incontrastata verso una umanità distratta, sviata, sofferente che continua ad aggrapparsi al proprio vitello d’oro. Al contrario Angela, che è con i piedi per terra, tetragona nella sua ricerca esclusiva, calamitata, “pazza” per Dio, si fa segno di una forza e di una potenza che viene dallo Spirito e che investe ogni credente. Vive lacrime di pentimento e di gioia, fasi di macerazione e momenti di resurrezione, e va rivelandosi a chi legge  come una vera e propria spinta a credere, a sperare, ad amare perché la vita diventi una festa per chi la vive con Dio.

Gli incontri sono guidati da don Vincenzo con equilibrio e sapienza; dopo la lettura comunitaria del testo, c’e’ un tempo di meditazione silenziosa e poi uno scambio di risonanza fraterna. A don Vincenzo  la nostra gratitudine per la chiarezza nelle esposizioni, per le delucidazioni e per la pazienza dell’ascolto. Ovviamente tutto questo è possibile grazie alla disponibilità generosa della Casa di Spiritualità.

Alleluya!

                                                                                               Gioia Lufrano

 

 

 

 

 

 

 

FdC 93 – Il pensiero eucaristico del mese… di S. Ambrogio

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Dagli scritti di sant Ambrogio sull Eucarestia

…Tu forse dici: «È il mio solito pane». Ma questo pane è pane prima delle parole sacramentali; quando interviene la consacrazione, da pane diventa carne di Cristo. Spieghiamo dunque come può essere corpo di Cristo ciò che è pane. Con quali parole e con le espressioni di chi, si compie la consacrazione?  Del Signore Gesù. Infatti tutte le altre formule che si dicono precedentemente sono dette dal sacerdote: si loda Dio; gli si rivolgono le preghiere; si intercede per il popolo, per i sovrani, per tutti gli altri. Ma quando si viene a compiere il venerabile sacramento, il sacerdote non usa più le sue parole ma quelle di Cristo. È dunque la parola di Cristo a compiere questo sacramento…

Nello stesso modo, dopo aver cenato, la vigilia della sua pas­sione, prese il calice… lo benedisse, lo diede ai suoi apostoli e discepoli, dicendo: «Prendete e bevetene tutti: questo infatti è il mio sangue». ai attenzione: tutte queste parole sono dell’evangelista fino a prendete sia il corpo sia il sangue. Poi sono parole di Cristo: «Prendete e bevetene tutti: questo infatti è il mio sangue»…

Quando ti presenti per riceverlo, il vescovo ti dice «Il corpo di Cristo» e tu rispondi «Amen», cioè: è vero. Il tuo animo custodisca ciò che la tua lingua riconosce.

… Il corpo nato dalla Vergine: è proprio questo corpo che produciamo. Non cercare a questo punto l’ordine naturale nel corpo di Cristo: il Signore Gesù è stato partorito da una Vergine al di fuori del corso normale di natura. La vera carne di Cristo fu crocifissa e sepolta. È, quindi, veramente il sacramento della sua carne.

Lo stesso Signore Gesù ha proclamato: Questo è il mio corpo. Prima che si pronuncino le divine parole della benedizione, questo viene chiamato con altro nome; dopo la consacrazione, è il suo corpo. La stessa cosa Gesù ha detto per il suo sangue. Prima della consacrazione ciò è chiamato con altro nome; dopo, è il suo sangue. Dicendo Amen, tu proclami: È vero! Il tuo spirito aderisca a quanto la tua bocca pronuncia! E il tuo cuore riecheggi ciò che la parola esprime!

…Hai ricevuto il sacerdozio e, stando a poppa della Chiesa, tu guidi la nave sui flutti. Tieni saldo il timone della fede in modo che le violente tempeste di questo mondo non possano turbare il suo corso. Il mare è davvero grande, sconfinato; ma non aver paura, perché “E’ lui che l’ha fondata sui mari, e sui fiumi l’ha stabilita “(Sal 23,2). Perciò non senza motivo, fra le tante correnti del mondo, la Chiesa resta immobile, costruita sulla pietra apostolica, e rimane sul suo fondamento incrollabile contro l’infuriare del mare in tempesta.

È battuta dalle onde ma non è scossa e, sebbene di frequente gli elementi di questo mondo infrangendosi echeggino con grande fragore, essa ha tuttavia un porto sicurissimo di salvezza dove accogliere chi è affaticato. Se tuttavia essa è sbattuta dai flutti sul mare, pure sui fiumi corre, su quei fiumi soprattutto di cui è detto: I fiumi hanno innalzato la loro voce (cf Sal 92,3). Vi sono infatti fiumi che sgorgano dal cuore di colui che è stato dissetato da Cristo e ha ricevuto lo Spirito di Dio. Questi fiumi, quando ridondano di grazia spirituale, alzano la loro voce. Vi è poi un fiume che si riversa sui suoi santi come un torrente.

Chiunque abbia ricevuto dalla pienezza di questo fiume, come l’evangelista Giovanni, come Pietro e Paolo, alza la sua voce; e come gli apostoli hanno diffuso la voce della predicazione evangelica con festoso annunzio fino ai confini della terra, così anche questo fiume incomincia ad annunziare il Signore. Ricevilo dunque da Cristo, perché anche la tua voce si faccia sentire. Raccogli l’acqua di Cristo, quell’acqua che loda il Signore. Raccogli da più luoghi l’acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti.