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FdC 59 – Gli appuntamenti di Ottobre 2014

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AVVISO
IL CAMINETTO LANTERIANO RIPRENDE IL 22 OTTOBRE
E QUEST’ANNO SI SVOLGERÀ DI MERCOLEDÌ

Sabato 18 

Ore 15:30 – EVO 2
Ore 15:30 – L.eV.O.
con sr Mary Kowalski omvf

Domenica 19
Ritiro aperto a tutti
Dalle ore 10:00-17:00
Conferenza spirituale del Prof. Mauro Meruzzi sul Vangelo di Marco
segue Adorazione-Dialogo-Pranzo-Gruppi di Condivisione-S. Messa  

Martedì 21
Ore 15:30 – Scuola Direzione 1

Mercoledì 22
Ore 15:30 Scuola Direzione 3

Ore 21:00
Caminetto Lanteriano

Sabato 25
GIORNATA DELL’ADORAZIONE SILENZIOSA

Per i turni di adorazione
telefonare al Centralino
(06 2266016) 

Ore 15:30 – EVO 1

Ore 15:30 – Scuola Biblica
diretta dal diacono Nicola Parisi

Domenica 26
 Dalle ore 10:00
incontro di spiritualità  coniugale
con sr Anna Cappellucci omvf

Martedì 28  
Ore 15:30 – Scuola Direzione 2

Mercoledì 29
Ore 21:00
Caminetto Lanteriano

Giovedì 30
Ore 15:30 – Gruppo dei Classici

 

 

 

 

 

 

 

 

FdC 59 – La pagina di P. Silvano Porta omv Rettore del Santuario

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Carissimi Amici di Casa Lanteri,

buon mese missionario! Certo il mese di ottobre è principalmente dedicato alla preghiera, al ricordo ed al sostegno fattivo a chi porta il Vangelo nel mondo attraverso l'annuncio e la testimonianza.

 

Poi è il mese del S. Rosario, non mariano per eccellenza come l'Avvento, ma dove non sta bene Maria? Meditare le sue virtù, viverle come "habitus" nella nostra vita, pregarla come mediatrice presso Gesù….

 

E poi è il mese del rinnovato inizio dell'impegno scolastico, lavorativo, anche ricreativo nello sport, nei gruppi parrocchiali, nei movimenti, nelle associazioni e…
anche qui in Santuario…

 

Auguri cari a tutti voi di incontrare in questi nuovo anno spirituale e pastorale il volto misericordioso del Padre.

P. Silvano Porta omv
Rettore del Santuario

 

 

 

 

 

 

 

FdC 59 – Editoriale di P. Armando omv

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Carissimi Amici di Casa Lanteri, 

il treno del nuovo anno pastorale è partito con la benedizione della Madonna Pellegrina da Fatima che ci ha visitato nei giorni 21-28 settembre facendo affluire al nostro Santuario migliaia di devoti fedeli.

La gioia della visita della Madonna è stata preceduta, il giorno prima, dalla gioia della riapertura del Seminario OMV qui a Casa Lanteri con l’arrivo di tre seminaristi, Fabrizio, Stefano e Christian che saranno guidati nella loro formazione da P. Vincenzo Voccia omv: pregate per loro!

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Nel mese di settembre sono partite le nostre attività ordinarie, ma solo quelle del cammino degli EVO e dei RITIRI SPIRITUALI MENSILI

Sabato 20 c’è stata la presentazione del cammino degli EVO a coloro che erano interessati a parteciparvi, con grande nostra gioia, anche quest’anno la partecipazione a questo appuntamento è stata molto folta: sono venute 29 persone [foto sotto].

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Pochini invece al Ritiro Mensile di domenica 21 settembre [foto sotto], dispiace per chi si perde tanta ricchezza spirituale che il prof. Mauro Meruzzi elargisce con le sue conferenze.

Clicca sull’icona per ascoltare la conferenza del prof. Meruzzi 

Nel primo approccio degli EVO abbiamo presentato le linee generali di questo bel cammino spirituale e dato anche la prima istruzione spirituale intorno all’orazione personale con relativi «compiti» per casa da svolgere durante il mese. Adesso, con le informazioni ricevute e il lavoro da fare a casa, gli interessati avranno modo di prendere con più cognizione di causa la decisione di partecipare o meno al cammino che inizierà ufficialmente al prossimo incontro, il 25 ottobre. Se ci fosse qualcuno che volesse partecipare al cammino, ma non è venuto a questo primo incontro, può ancora inserirsi se ascolta le registrazioni dell’incontro e si esercita nel lavoro spirituale del mese. Per ascoltare le registrazioni e scaricare il materiale didattico utile, basta andare sul sito di Casa Lanteri, nella pagina dedicata agli E.V.O. [clicca qui].

La stessa sera, dopo la bella consolazione degli EVO, c’era il raduno di inizio dell’anno pastorale degli Amici di Casa Lanteri e, perché non ci insuperbissimo per le troppe consolazioni, il buon Dio ha voluto darci la desolazione di non vedere che pochi amici all’appuntamento.
Abbiamo comunque celebrato una bella Eucaristia presieduta dal Padre OMV Provinciale per l’Italia, P. Jim Gerlett, con il servizio ministeriale anche del nostro amico diacono Mario Gaigher [foto a destra].

Il tutto si è concluso con un’agape fraterna.

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    Omelia di P. Jim     Discorso agli Amici di P. Armando  
     

Il raduno degli Amici era stato preceduto alcuni giorni prima dalla riunione del Comitato di Gestione di Casa Lanteri. Ricordo che i membri del Comitato sono responsabili o coordinatori delle varie arie di attività di Casa Lanteri: guide E.V.O., animatori dei vari gruppi formativi, servizi vari di volontariato, segreteria, lavori vari, economato, ecc. Nell’incontro si è dato uno sguardo di verifica allo scorso anno pastorale e ci si è preparati ad affrontare il nuovo. Tra le novità che si sono programmate per quest’anno vi sono due conferenze da farsi da esperti, una prima di Natale e una nell’anno nuovo. La prima dovrà affrontare tematiche di bioetica, quali ad esempio la dilagante e devastante teoria del gender o la fecondazione in vitreo e la seconda tematiche riguardanti la storia della Chiesa, nella consapevolezza che i mass media non sempre, o meglio forse dire quasi mai, presentano oggettivamente gli eventi storici coinvolgenti la Chiesa.

Settembre è iniziato con il corso di Esercizi Spirituali che abbiamo svolto presso l’Oasi di S. Giovanni Battista dalle Suore Battistine di S. Polo de’ Cavalieri, dal 4 al 13 settembre.

È stato un bel momento di grazia e gli amici FabioSofia, Rita Céline ce ne parleranno nei loro articoli posti più avanti insieme ai bellissimi auguri che l’amico papà Mario, fa alla sua ultima figlioletta appena battezzata, Miriam [A destra: Mario con la moglie Cristina, la figlia Beatrice di 5 anni e Miriam di 4 mesi].

Fabrizio e  e la moglie Flavia
  Vi comunico anche che quest’anno il nostro Foglio, nella edizione on line, avrà una rubrica che ho affidata al nostro amico Fabrizio Fiorenza che s’intitola «La meditazione del mese» in cui Fabrizio ci proporrà una sua riflessione sui Vangeli o sulla fede cristiana in genere. Le meditazioni di Fabrizio, da giovane sposo e papà qual è, riflettono sempre il suo vissuto familiare e danno una luce semplice e profonda sulle dinamiche quotidinae della vita del battezzato che vive nel mondo ben sapendo di non appartenergli.

Dal 16 al 18 settembre abbiamo avuto la gioia di ospitare i formatori e i padri spirituali del Seminario Metropolitano di Salerno che hanno voluto fare qui da noi due giorni di formazione spirituale e programmazione.

Mentre leggete questo Foglio probabilmente io mi trovo nel salernitano a dirigere un corso di Esercizi Spirituali ai seminaristi di questo seminario che si svolgerà, a Dio piacendo, dal 28 settembre al 3 ottobre. Mi raccomando alle vostre preghiere. 

Dio vi benedica tutti!

 

Foto sopra, in piedi da sinistra: P. Armando omv, Don Antonio Marotta, Don Marco De Simone, Don Michele Di Martino. Seduti da sinistra: Don Antonio Cantelmi, P. Carlo Pozzobon dei Padri Saveriani, Don Gerarlo Albano (Rettore del Seminario) e Don Michele Fusco.

 

 

 

 

Esercizi Spirituali Ignaziani – S. Polo de’ Cavalieri 4 – 13 settembre 2014

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Giovedì 4 settembre 2014

• Incontro preliminare  
• Incontro di inizio Esercizi Spirituali

 

Venerdì 5 settembre 2014    
   
• Istruzione/A • Omelia alla s. Messa  
• Istruzione/B    • Ringraziamento alla
    s. Comunione
• Istruzione/C   • Istruzione serale  

 

Sabato 6 settembre 2014

     
• Omelia alla s. Messa • Istruzione serale  

 

Domenica 7 settembre 2014

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    MENTRE I NOSTRI BEATI CI LASCIARONO…

• Omelia alla s. Messa

 

• Istruzione

 

• Istruzione serale

 

Lunedì 8 settembre 2014
Natività della B. V. Maria

• Omelia alla s. Messa

 

• Istruzione serale

 

 

 

   

 

 

Martedì 9 settembre 2014

• Istruzione serale

Mercoledì 
10 settembre 2014

• Omelia alla s. Messa

 

• Istruzione serale

 

 

     

Giovedì 11 settembre 2014 098

• Istruzione  
• Istruzione  
• Omelia alla s. Messa

 

• Istruzione serale  

 

Venerdì 12 settembre 2014
Santo Nome di Maria – Festa Patronale degli OMV

• Omelia alla s. Messa  

• Istruzione  
• Omelia alla Celebrazione della Passione

 

 

Sabato 13 settembre 2014

• Ultima istruzione  
• Annotazioni sull'amicizia spirituale  
• Omelia alla s. Messa di chiusura del corso  

 

SALUTI, ABBRACCI E BACI

 

Esercizi Spirituali 4-7 settembre 2014 – S. Polo de’ Cavalieri

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Indirizzi Esercitanti 

Giovedì 4 settembre 2014

• Incontro preliminare  
• Incontro di inizio Esercizi Spirituali

 

Venerdì 5 settembre 2014

• Istruzione/A   • Omelia alla s. Messa  
• Istruzione/B      • Ringraziamento alla
    s. Comunione
• Istruzione/C     • Istruzione serale  

 

Sabato 6 settembre 2014

       
• Omelia alla s. Messa   • Istruzione serale  

 

Domenica 7 settembre 2014

       

• Omelia alla s. Messa

 

     

 

 

 

FdC 58 – Il pensiero eucaristico del mese… di Don Divo Barsotti

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Come sotto il segno del pane si fa presente realmente il Cristo, così sotto il segno della nostra condizione umana di pena, di sofferenza, di umiltà, di povertà si fa presente la grazia, la vita, la gloria di Gesù risorto.

 

Nello Spirito Santo, Ed. Fondazione DIvo Barsotti, 30

 

 

 

 

 

 

 

 

FdC 58 – Un corso di Esercizi… di Don Luigi Mazzone

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dnm Ho vissuto i nove giorni degli esercizi spirituali “stile ignaziano” presso la Casa di Spiritualità del  Santuario di San Vittorino con una particolare gioia spirituale perché ho   avuto modo di pregare veramente e di incontrare il Signore nella Liturgia, nella Scrittura e nel Sacramento dell’Eucaristia. Cosa c’è di più bello per   un sacerdote stare davanti a Gesù Eucaristia, tenerlo sul cuore, nel cuore   e guardare il mondo con i suoi occhi? 

Certo per fare questo oggi penso   che sia particolarmente importante cercare di uscire dal mondo e il modo   più valido è quello di isolarsi staccando il telefonino. È una grazia anche questa, ti sembra quasi di non esistere e invece riscopri Dio in modo forte, ti attendeva da tanto tempo in modo assoluto direi, tutto solo per te. 

Il sacerdote, P. Armando, direttore degli Esercizi, non voglio farne un elogio, è di una discrezione e di una sensibilità straordinarie. Si sente che è un tecnico del confessionale e della Teologia Spirituale. Ma questo   è corroborato dal contatto con le anime e anche da una preghiera  personale molto intensa che gli dà una particolare “unzione” spirituale.   

Poi il luogo è particolarmente bello: il Santuario del Cuore Immacolato di Maria, le Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima, la campagna romana con uno  spazio sconfinato per pregare, passeggiare, la biblioteca di spiritualità, la   struttura molto accogliente, (la cucina romana…), la condivisione la sera  dopo cena che ti apre il cuore al dialogo fraterno sacerdotale. Io inviterei  tanti a fare questa esperienza, rigenera molto, è una grazia speciale e di questo con voi voglio ringraziare il Signore e tutti quelli che l’hanno   mediata e pregato per me. Anche io prego per voi.

Don Luigi Mazzone
Parroco della Diocesi di Benevento

 

 

 

FdC 58 – Una Nonna in America tra i laghi del Minnesota… di Franca Maria Di Bernardi

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È uno di quei pomeriggi quasi caldi che qui chiamano estate. Sono sicura che non raggiungiamo i 27 gradi. La casetta di legno è nuova e ben attrezzata e il lago è così vicino che  pare vivere con noi. Questa famiglia, un po' allargata e di cui io sono divenuta un'appendice, occupa quattro di questi alloggi. È un posto tranquillo, qualcuno direbbe "per vecchi e bambini", quindi è giusto anche per me.

Sono in Minnesota (Stati Uniti d’America), sulle rive di uno di quei 10.000 laghi che lo Stato orgogliosamente si vanta di avere.

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Non pensavo a questa parentesi di relax quando, tempo fa, già prima che nascesse la bimba, ho accettato di venire qui, non per una vacanza, come pensano molti amici invidiandomi, ma solo per fare la nonna.

Avevo sempre detto di sì ad ogni nascita di nipote, ma ormai sono esperta e con l'avvicinarsi del viaggio realizzavo che cosa tutto ciò significava per me: lasciare mio marito da solo, lasciare la mia casa, il mio giardino, la mia libertà di decidere, gli amici, il mio terapeutico, rilassante giro per negozi… per adeguarmi ai desideri e alle necessità degli altri. 

Cambiare totalmente orari (la cena alle cinque… d'estate, battendo persino il primato degli ospedali, non è proprio italiana), modo di vivere. Stare zitti il più possibile, accettare tutto, adeguarsi.

Una ragnatela di piccole radici nutrite d'egoismo mi hanno tormentato fino al giorno della partenza. 

È già da un mese che sono in questo paese che ancora mi meraviglia per molte cose: la sua efficiente organizzazione, l'ordine, il postino che spedisce lettere per te. 

E ancora, la gentilezza e il servizio nei negozi, la carta di credito che usi per un caffé, l'assegno di pochi dollari che scrivi prima di deporlo nel cestino delle offerte, la porta di casa  che raramente  chiudi  a  chiave,  i  tanti i bambini pullulanti ovunque.

Le numerose chiese di altrettante religioni o sfumature di religioni dove, per condividere gioie e dolori di amici, puoi capitare anche tu. La casa che ti segue nei tuoi spostamenti, come per le lumache.

È bello anche il quartiere dove abitiamo; una specie di città ideale. Alberato, curato, verde, fiorito, tranquillo, rispettoso, un po' fiabesco per merito delle sue case. 

Anche le mie nipotine, escludendo il magazzino di lagnanze e capricci, sono un incanto quando parlano e raccontano, o ti chiamano  nonna.

Perché allora il mio timore?

Ho tanto tempo per pensare. Sempre. Anche qui al lago. Leggo.

"Tutto era povero… tutto era pieno di umanità, di gentilezza disinteressata. Si dice che la vera ricchezza sia nella capacità di essere generosi" (F. Volo).

Quanta di questa ricchezza povera, ma vera, possiedo io? Più difficile che donare soldi. 

È  donazione di sé, del proprio tempo, del proprio IO soffocato a favore di un TU.

Contemplo il lago. Migliaia di stelle abbagliano veloci tra le onde.

Qualcuno mi offre un bicchiere ghiacciato di un liquido trasparente come l'acqua, ma meno salutare.

Il sole scende e tu credi di non aver mai visto un tramonto così, ma non è vero. È solo l'emozione. 

Il rosso corre sul leggero movimento e porta carezze di luce fino alla spiaggia, fino ai miei piedi. Poi tutto diventa rosa. È  meraviglioso.

Vorrei possedere parole bibliche, un salmo appropriato. Ma non è così. Mi perdo in un colloquio con "Lui".

È  sempre questione d'amore. Non bisogna aver paura d'amare. "Sostienimi con uno spirito generoso…" ( Sal. 50 ).

La piccina che dorme tra le mie braccia sorride nel sonno…

Franca Maria Di Bernardi

 

 

 

 

 

FdC 58 – Una riflessione… di Fabrizio Fiorenza

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«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» Gv 15,9-11 (Vangelo della liturgia del 22 maggio 2014).

Riflessione personale.

La dimensione umana dell’amore è dare per ricevere. Causa – effetto. Questo processo è come un escalation che sembra incontrollabile. Lo comprendiamo dal fatto che dopo il dare non subentra la gioia, ma l’aspettativa del compenso e più diamo più aumenta la frustrazione del non avere riconoscimenti, congratulazioni, apprezzamenti… Perché non riusciamo ad amare nella dimensione divina? Perché non riusciamo a staccare questa coda di desiderio che resta appiccicata a noi?

Perché non siamo passati dalla morte alla vita. Difatti non amiamo i fratelli: «Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli» (1Gv 3,14). Questo perché non siamo morti al peccato: il desiderio di possedere ciò che non si ha.

«Gesù detesta il male, ma perché ama il malato. Noi invece, quando detestiamo il malato,  perché amiamo il male. Gesù odia il peccato e predilige i peccatori. Noi invece odiamo i peccatori perché ancora siamo schiavi del peccato» (Silvano Fausti)

Il nostro dare nella dimensione divina, agape, è un dono di Dio, sempre. È un regalo per chi lo riceve, ma in particolare per chi lo offre. È il giusto alimento, adesso, per chi lo compie. Il rischio è che lo trasformiamo in una merce di scambio, ti do per ricevere e così non è più dono di Dio a due fratelli, ma un mio dono che reclama il pagamento. Così il dono di amare ci resta addosso e pesa più di una Croce sofferente, se non lo viviamo come Gesù Abbandonato. Difatti, mentre la sofferenza non rischio di desiderarla perché non mi piace, il dono quasi sempre contiene una buona parte di piacere. Come si fa quindi a realizzarlo nella dimensione divina? Questo dono in maniera divina va vissuto come Gesù ha donato se stesso, abbandonandosi al Padre: «Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: “È compiuto!”. E, chinato il capo, consegnò lo spirito» (Gv 19,30). Dunque, prima di amare e nell’amare, bisogna fare l’esame del fuoco: sono disposto a dare la vita, rinunciare in questo momento: a questa cosa, al risultato di questo impegno, al mio tornaconto?

L’avvolgere ogni nostro dono con questo esame d’amore, fa si che copriamo tutto con l’Amore, come dice San Paolo nell’inno alla carità: «La carità tutto scusa (copre)» (1Cor 13,7). Se non si supera questa prova, chiediamo a Gesù di metterci del Suo e diamo, come viene viene. L’aver verificato il nostro stato di salute “agapico” ed aver ricorso con sincerità di cuore al “Dottore”, questo ci fa rimanere nel suo amore.

Esperienza personale è che mentre riflettevo e ripensavo alla Parola del Vangelo del giorno, Gv 15,9-11, guidando la moto, mi accorgevo che non reagivo a tutte le sollecitudini del traffico e delle manovre poco salutari dei compartecipanti al “gioco”. Anzi nasceva spontanea in me l’accoglienza, la pace e il farmi dietro ad ognuno.

Questo brano del Vangelo presente nella Messa sta in mezzo a due giorni: nel giorno precedente nella Messa si proclama il brano di Gv 15,1-7 e nel giorno successivo il brano di Gv 15,12-17.

Nel giorno precedente Gesù ci ha detto:

«Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato»
«perché senza di me non potete far nulla»
​«Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi chiedete  quello che volete e vi sarà fatto»

Rimanere nella sua parola ci permette di chiedere allo Spirito Santo di agire in noi permettendoci di amare nella sua dimensione e quindi arrivare al terzo giorno: osservare i comandamenti di Gesù, «che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» Gv 15,12b.

In questo secondo giorno, ci viene detto di rimanere in questa dimensione divina d’Amare.

E per riuscirci bisogna osservare i suoi comandamenti e, il suo comandamento è per l’appunto

“che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”.

Quindi il punto è il “come”.

Ciò che vizia la nostra azione d’amore e non la fa essere come l’azione di Gesù è il desiderio di possedere ciò che non si ha, che nel migliore dei casi può sfociare nel desiderare la stima, il riconoscimento, il plauso…, la vana gloria.

Allora il nostro rimanere nel Suo amore non è solo dono di Dio che comunque si riceve stando nella sua Parola, ma anche azione dell’uomo che cura i propri desideri che infettano il nostro cuore. Per cui ogni cosa che facciamo, santa che sia, risulta contaminata nell’intimo.

Questa azione umana di sfrondare, in realtà, nella nostra libertà è azione di Dio.

Gv 15,1-2 “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”.

Dio ci dona la grazia di conoscere quali rami della nostra esistenza vanno tagliati, ma le forbici le abbiamo in mano noi. Siamo noi che dobbiamo decidere, chiedendo a Lui anche la forza di farlo ed anche questa ci viene se rimaniamo nella sua Parola.

  • Tutti i desideri sono manifestazione del voler possedere, che è stimolato dall’apparire e che si realizza nel piacere.

Es 20,17«Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

Mt 5,27 [commento di Silvano Fausti]

«L’occhio cattura e mette nel cuore ciò che interessa; e al cuore interessa ciò che l’occhio cattura e gli mette dentro. Se il cuore di chi ama è un giardino cintato, pieno di delizie; un cuore non custodito è un giardino senza recinto e devastato: se ne pasce ogni animale selvatico.»

  • I bisogni sono manifestazione della contemplazione dell’essere e il realizzarli, sia per se che per gli altri porta alla gioia, se sono quelli comandati da Gesù,
    ”i miei comandamenti”.

Il primo che dobbiamo amare, perché prioritario, siamo noi stessi. Il punto è: ci amiamo nei bisogni o nei piaceri?

L’atto d’amore supremo che possiamo fare è: tenere pulito il nostro giardino.

«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Lc 6, 40

Solo così siamo liberi, senza spine né sassi, per rimanere in questa dimensione divina d’Amare, abbandonandoci al Padre ed aperti a qualsiasi frutto esso porti, anche la GIOIA.

In realtà il più grande dono che Dio ci da per offrirlo agli altri siamo noi stessi che donandoci come Gesù, fino a dare la vita, diveniamo frutto di Gioia per noi e per gli altri. 

L’educarsi a tenere a bada i desideri, Gesù ce lo mostra nei quaranta giorni nel deserto dove satana lo tenta, come tentò Adamo ed Eva nell’Eden,  nel vivere le cose del mondo al modo di possederle. Quelle stesse cose che Gesù ha vissuto nei tre anni successivi a mò di Agape: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16).

Gesù non ha rifiutato feste e banchetti, popolarità e gloria, ma tutto lo ha vissuto nell’ottica del dare e nella misura della Croce.

Dal possedere le cose del mondo accade che siamo posseduti dal mondo.

Gv 17, 11a, 15-17 “Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo,[…] Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità.

Ripensando ai cinquant’anni di buio di S. Madre Teresa di Calcutta, credo che sia stato un dono grande di Dio a questa piccola creatura, in quanto ha amato Dio e l’uomo in modo assolutamente agapico, senza alcuna soddisfazione spirituale da parte di Dio. Così come è successo a S. Teresina del Bambino Gesù, dal momento che è entrata in convento. Sono riuscite a restare nell’Amore Vero quello senza contraccambio, a differenza mia che siccome nell’amare Dio e l’uomo non riesco ad incontrarLo nella gioia e nelle consolazioni, allora mi stanco e mi posso permettere qualche pausa nell’amare e, guarda caso dove cerco ristoro?

Nei relax distraenti, in tutto ciò che mi da soddisfazione materiale e piacere: passioni, curiosità e apprensioni.

Queste pause non fanno altro che ricontaminare il nostro giardino con le spine e i sassi e, quando andiamo alla Parola il Seminatore che getta il seme trova il campo incapace di trattenerlo e farlo maturare in profondità – restare nella sua Parola -, per dare frutto = la gioia.

Così non ci rimane che ricominciare, tanto Lui ha pazienza nell’Amore, non come me. L’Amare di Dio è continuare ad aspettarmi anche se non mi vede arrivare sulla strada dell’Amore, la Sua consolazione.

Anche se si sta in uno stato di grazia superlativa, come sul monte Tabor davanti alla trasfigurazione di Gesù con Mosè ed Elia dinanzi, essa si può viverla possedendola, "Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!" (Mc 9, 5) e … chi se visto se visto!

Gesù vive tutto nella proiezione di salvare tutti, di fatti va deciso verso Gerusalemme con il desiderio di dare salvezza e di avere tutta l’umanità per il Padre.

Ecco, come dice Papa Benedetto XVI, questo è il solo eros che ha Dio, quello di averci, nella nostra libertà, a tutti i costi, con il perdono.

Quindi come si vive nell’agape?

Basta non vivere tutto nella dimensione del possesso, farsi l’esame del fuoco per ogni azione, specialmente mentale: non desiderare, non immaginare, non possedere, non decidere per il piacere o per un tornaconto.

A questo punto abbiamo fatto tutto, il resto è dono di Dio.

Come il frutto dell’Amore è la gioia così il frutto del possedere è la paura e l’odio, appena finisce il primo momento del piacere desolante in quanto egoistico ed individualista.

Infatti, è al momento che mangiarono del frutto che Adamo ed Eva ebbero paura e l’uno accusò l’altra.

“Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.” Gn 3,7.

«La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato» Gn 13,12

«Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura» Gn 13,10.

Anche l’atto intimo di amore tra un uomo e una donna se realizzato nel possedere e non nel donarsi, rende i due distanti e insoddisfatti dentro, anche se sono marito e moglie.

Se non si cerca di vivere ordinariamente nel non possedere, come ci si può donare reciprocamente nell’intimo?

Il modo di agire come possesso, anche per una cosa banale, comunque ci contamina e ci rende un po’ meno liberi di amare come Gesù, in tutti i settori, tantomeno nel dono intimo e totale di se.

Rientrare in noi in profondità e nella verità, raccogliere tutti i pezzi che riusciamo a trovare.

Una volta andati in profondità con Dio, abbiamo toccato tutto anche ciò che non ci sovviene, poiché quel che conta è toccare la nostra anima non tanto gli errori commessi.

A questo punto possiamo Riconciliarci con Dio nella Chiesa e quindi anche con l’umanità.

Ora siamo di nuovo liberi di passeggiare nell’Amore.

Quindi il riconciliarci non è tanto il chiedere il perdono dei peccati, ma il riconoscere di essere entrati nell’agire dalla porta sbagliata e chiediamo ora a Dio di voler rientrare dalla porta giusta, quella Sua.

«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Gv 10,1-2

Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Gv 10,9-10.

Le pecore, l’umanità, lo riconoscono se uno viene con la brama nel cuore del prendere e possedere. Tanto più i fratelli che condividono l’impegno nel camminare sulla Via di Gesù, i quali nell’amore reciproco – carità – ci aiutano a rientrare dalla porta giusta.

Anche il rimprovero poco caritatevole è utile allo scopo, basta superare la spigolatura, comunque resta che se ci viene fatto presente vuol dire che emerge e quindi ringraziamo Dio senza stare a vedere come ci viene detto.

Fabrizio Fiorenza