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FdC 66 – Il giardino della Santissima Trinità… di Assunta Stazi

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MAGGIO E’ DEDICATO  A MARIA: 
IL GIARDINO DELLA TRINITA’ 

Si,  dedicato alla tutta bella, la donna del si….  dove il nostro Dio si è compiaciuto………………

Si contempliamo il nostro Dio che in lei ha ritrovato quel bellissimo giardino rifiutato in Genesi e in lei si è compiaciuto a tal punto da inserirla nel suo disegno divino della Redenzione: la fa madre di Dio , tempio della Trinità.

E’ troppo bello!…. Lui l’ha prescelta perché lei è la donna obbediente, la donna del “si” che ha aderito e per sempre aderisce alla sua divina volontà senza “però”.

    

 

 

Il nostro Dio la chiama “tutta bella vieni nel mio giardino” (Ct 2,10). Da sempre l’ha guardata “in vista” dell’eternità armoniosa.

Il nostro cuore è colmo di gioia…..  non sapremmo come definirla… come ringraziarla……..  noi la contempliamo, la gustiamo nei momenti più importanti e divini della Storia della Salvezza….. ogni sua presenza è un fiore che sboccia dal suo cuore immacolato come dono per noi.

Fa tutto per noi a gloria di Dio:

  • Lei, prescelta da sempre dalla Trinità;
  • Lei che accoglie “piccola” la proposta del suo Dio;
  • Lei che attende in silenzio e adora il Figlio in sé;
  • Lei che lo abbraccia, lo accoglie, lo custodisce, si prende cura;
  • Lei che a Cana  percepisce quello che gli altri non vedono, il bisogno “non hanno più vino “ (Gv 2,3) e spinge il Figlio all’inizio della manifestazione della sua missione, si fa noi per il nostro bisogno;
  • Lei che nel suo cuore è presente nelle sue opere ;
  • Lei che è tutt’uno, che coopera e vive il suo dolore;
  • Lei che sotto la croce si prende in eredità…. Sua madre si fa Nostra madre….. ci fa figli suoi;
  • Lei che esplode nella gioia della sua Risurrezione ed è la prima risorta e prima discepola nello Spirito;
  • Lei  “la donna vestita di sole” (Ap 12,1) fino all’eternità nella manifestazione glorioso del Figlio.

E’ troppo bello questo legame tra lei e noi . Lei è il tramite, ci porta al Figlio e continua l’opera della Redenzione.

E noi da sempre ci aggrappiamo e ci affidiamo a lei, perché siamo certi che Lui guarda tutto ciò che è nel suo cuore.

I grandi santi hanno dedicato a lei le poesie e i canti più belli per descriverla e i suoi titoli sono immensi. Non c’è luogo dove lei non sia onorata e venerata con i titoli più impensati e nelle tradizioni più remote e semplici che affiorano alla nostra memoria.

Grazie Madre di Dio e madre nostra,

grazie madre bella, Maria

tu continui ad essere presente nella Sua chiesa,

ti stringi a noi…… in te contempliamo i misteri, le certezze della nostra fede e vuoi lodarlo, adoralo e ringraziarlo insieme a noi.

Fai di noi un piccolo fiore e collocalo dentro quel bel giardino dove la Trinità si possa compiacere di ognuno di noi, nella sua volontà Amen           

 

Grazie!

Assunta Stazi

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FdC 66 – Un posto in prima fila… di Fabio Mercuri

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All’inizio della celebrazione eucaristica per il XXX° anniversario di sacerdozio di Padre Armando omv, avevo preso posto in fondo alla Chiesa, ma poi una suora delle Oblate, di cui ignoro il nome, entrando, mi ha prepotentemente usurpato il posto consigliandomi di andarmi a sedere davanti dove avrei trovato dei posti liberi, quindi, quasi immediatamente, ovvero dopo che l'indisponenza s’è trasformata nel cuore in “volontà del Signore", mi son trasferito davanti. Ero pertanto proprio in prima fila e di fronte a me avevo la statua della Madonna di nostra Signora di Fatima.

Sul finire della cerimonia ho voluto fare almeno una foto ricordo e ho fotografato la statua di Nostra Signora di Fatima che era all’interno di una teca in policarbonato, e la foto l’ho messa come sfondo sul mio telefonino.   Per qualcuno dei lettori potrebbe sembrare una cosa da niente, chissà quanti di coloro che stan leggendo hanno, da data immemore, immagini sacre che fan da sfondo sul proprio telefonino o pc, ma per me non è stato sempre così. 

 

Confesso di aver pensato pure che mi sarei sentito in difficoltà o addirittura vergognato qualora amici, o colleghi di lavoro, non proprio devoti o non palesemente credenti, coi quali ho contatti quotidiani, avessero notato l’immagine.  E infatti, dato che la mia giornata lavorativa si svolge in un open space, e il mio telefonino è in bella vista sulla mia postazione, accade proprio che molti dei miei colleghi si soffermino a guardarlo incuriositi, specie quelli che mi conoscono da tanti anni, coi quali condividevo e consideravamo goliardicamente ben altre immagini; e non son ancora capace a spiegare la gioia interiore che provo, che sfocia addirittura nell’orgoglio, quando mi accorgo che il loro sguardo ha transitato sull’immagine della Madonna. 

Innanzi tutto è bellissima. E non è bellissima soltanto l’immagine sacra della Madonna, ma mi accorgo che, allo stesso tempo, è bellissimo il sentimento che me la fa percepire “bellissima”.  Vien voglia di gridarlo.

Anche se dopo alcuni secondi lo screensaver ne oscura il video, non appena mi cade l’occhio sul mio telefonino mi accorgo dell’avvenuta trasformazione interiore,  l’immagine della Madonna sul telefonino è un continuo rammentarmi, con gioia, dell’uomo nuovo che è in me, è un continuo tuffarmi nei sentimenti che furono di Lei, e pertanto è vivere i momenti quotidiani in una consapevolezza diversa, maggiore, profonda, estremamente intensa.  L’immagine della Madonna sullo schermo mi impone un sentimento nuovo col quale poi mi approccio col prossimo e nella vita in generale, che decisamente prima non avevo. 
 
Tutto ciò avviene nella confidenza con la quale mi relaziono col Signore, nella speranza nella misericordia, e proprio perché mi sono incastonato nei miei peccati, non posso non  affidarmi a Lei e al Suo sentimento materno, il solo che mi possa aiutare.
 

Da quando ci stanno questi telefonini sembriamo tutti matti: chi cammina per strada o in auto o col motorino, urlando e gesticolando da solo, chi nelle stesse situazioni scrive su whatsapp, ma, ora peggio, se vi dovesse capitare di vedere per strada un tale che bacia il proprio telefonino quello potrei essere io, orgogliosamente matto.
 
Fabio Mercuri
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FdC 66 – L’Editoriale di P. Armando Santoro omv

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Carissimi Amici di Casa Lanteri,

Aprile è volato via ricco di tanta grazia di Dio che ci ha raggiunti e invasi nelle celebrazioni del Triduo Pasquale e ora siamo nel mese di Maria tanto caro ai suoi figli devoti.

In questo mese passato, oltre alla ricchezza dell'esperienza liturgica, abbiamo vissuto due altri eventi importanti: il Fine Settimana Spirituale Pasquale e il Raduno degli Amici di Casa Lanteri in concomitanza con il 30° anniversario del sacerdozio di questo povero prete.

Partiamo da quest'ultimo evento. È stato veramente bello per me l'11 aprile celebrare la s. Messa di ringraziamento per i miei 30 anni di sacerdozio con attorno tanti amici [foto sotto].

    Schermata 2015-05-04 alle 09.33.27

Nella foto a destra da sinistra ci sono i due amici ministranti Benito ed Emilio [il carissimo e fedelissimo Ignazio, che da circa 10 anni insieme a Benito serve la mia s. Messa domenicale, è stato purtroppo impedito a partecipare per necessità sovvenute], il diacono Nicola Parisi e P. Benedetto Torsi, Superiore dell'istituto dello Spirito Santo di Palestrina. Sulla sedia a rotelle l'amico diacono Mario Gaigher che è stato colto da un blocco alla schiena appena giunto a S. Vittorino e non ha potuto quindi svolgere il suo servizio di diacono nella liturgia (adesso si è già rimesso in salute).

Grande gioia per me anche la presenza a questo evento di Mammina Vittoria
         Schermata 2015-05-04 alle 10.16.14

Nella riunione effettuata con gli Amici di Casa Lanteri subito dopo la celebrazione del 30°, ho informato gli Amici del progetto in atto del giardino per la preghiera di cui vi ho parlato nel nostro Foglio di Aprile. Nella foto sotto un momento dell'incontro con la presentazione da parte dell'archittetto Egidio Guida del progetto del giardino.

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Come già vi avevo comunicato sia la statua della Madonna di Lourdes che il Crocifisso ci sono stati offerti dalla generosità di alcuni nostri amici, in questi giorni arriverà anche la terra necessaria per l'aiuole (visto che il terreno è di tufo non coltivabile). Servono 6 o 7 camion di terra e anche questi ci sono stati offerti da uno dei nostri amici. Adesso si dovrà mettere mano ai lavori di sistemazione delle aiuole e di muratura per i sedili e i muretti di sostegno. Se qualche amico volesse collaborare come volontario per questi lavori manuali contatti l'amico Egidio (cell. 347 7893963). Si cercano poi benefattori per finanziare l'impanto idraulico e quello elettrico, sono certo che la Madonna non ce li farà mancare.

Veniamo poi al nostro Fine Settimana Spirituale di Pasqua, 24-26 aprile che ha avuto come protagonista il padre gesuita Lorenzo Gilardi che ci ha parlato della pedagogia spirituale ignaziana. Sabato 25 sera abbiamo poi avuto la gioia di riavere con noi la dott.ssa Anna Simoncelli che ci ha parlato della Teologia del corpo secondo s. Giovanni Paolo II.

 

La nostra amica trentina ha esposto brillantemente il pensiero del Papa Santo condendo il tutto con il suo fervore ed entusiasmo comunicativo.
La sua conferenza ancora non è disponibile in rete, speriamo di averla fra pochi giorni.

 

Nella foto a destra P. Gilardi e l'amica Anna insieme a me e sr Mary Kowalski omvf che ha dato il via al Fine Settimana Spirituale animando una veramente bella Via Lucis.

 

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Ora vi lascio agli articoli del nostro amico Fabio Mercuri che condivide con noi l'esperienza toccante che ha avuto durante la messa di ringraziamento del 30°; quello della nostra amica Assunta Stazi che eleva un inno alla VergineGiardino della Santissima Trinità; la meditazione del mese dell'amico Fabrizio Fiorenza; il pensiero eucaristico del mese di Jean Vanier, il Fondatore delle Comunità dell'Arca (case famiglie che accolgono persone con handicap mentali).
 

Buona lettura e Dio vi benedica tutti

P. Armando omv

 

 

 

FdC 66 – Gli appuntamenti di Maggio 2015

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MARTEDÌ 5 MAGGIO 2015

• ORE 15:30 SCUOLA DI FORMAZIONE SPIRITUALE 1

 

MERCOLEDÌ 6 MAGGIO 2015


• ORE 21:00  CAMINETTO LANTERIANO 

                    Condiviamo insieme la Liturgia della Domenica
                    in collegamento streaming [Programma]

SABATO 9 MAGGIO 2015

• ORE 15:30 – 22:00  RITIRO EVO 1 – EVO 2    

 

 

DOMENICA 10 MAGGIO 2015

Conclusione del cammino dei ritiri aperti a tutti con l'uscita pellegrinaggio all'Eremo di Monte Virginio a Canale Monterano dei Padri Carmelitani Scalzi

 

PROGRAMMA

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● Partenza ore 8:00
● Arrivo a Monte Virginio ore 9:30 

● Visita guidata all'eremo 9:45/10:30
● Alle 10:30 Conferenza sulla spiritualità carmelitana

● Ore 12:00 Celebrazione Eucaristic
● Pranzo al sacco – condivisione – celebrazione dei Vespri e rientro.
      

 

 

 

MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015


• ORE 21:00  CAMINETTO LANTERIANO 

                    Condiviamo insieme la Liturgia della Domenica
                    in collegamento streaming [Programma]

 OGGI IL CAMINETTO VIENE ANTICIPATO A MARTEDÌ PERCHÉ MERCOLEDÌ 13 MAGGIO ALLE ORE 21:00 ABBIAMO LA FESTA DEL SANTUARIO CON LA PROCESSIONE MARIANA E LA SANTA MESSA IN OCCASIONE DELLA PRIMA APPARIZIONE DELLA MADONNA A FATIMA

MERCOLEDÌ 13 MAGGIO 2015

ORE 21:00 PROCESSIONE E SANTA MESSA IN OCCASIONE DELLA PRIMA APPARIZIONE DELLA MADONNA A FATIMA

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Schermata 2015-05-03 alle 22.45.53

SABATO 16 MAGGIO 2015

•  GIORNATA DELL'ADORAZIONE SILENZIOSA PRESSO LA
   CAPPELLA DEI PASTORELLI ORE 10:30-16:30
​    
Per i turni di adorazione telefonare al Centralino (06 2266016)

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MARTEDÌ 19 MAGGIO 2015

• ORE 15:30 SCUOLA DI FORMAZIONE SPIRITUALE 2

 

 

 

MERCOLEDÌ 2O MAGGIO 2015


• ORE 21:00  CAMINETTO LANTERIANO 

                    Condiviamo insieme la Liturgia della Domenica
                    in collegamento streaming [Programma]

SABATO 23 MAGGIO 2015

• ORE 15:30 – 19:30  SCUOLA BIBLICA DI PREGHIERA
        
Diretta dal diacono prof. Nicola Parisi, 
        
Docente di Sacra Scrittura

 

 

 

MERCOLEDÌ 27 MAGGIO 2015

• ORE 21:00 CAMINETTO LANTERIANO      

 

 

GIOVEDÌ 28 MAGGIO 2015

• ORE 15:30 GRUPPO DEI CLASSICI DELLA SPIRITUALITÀ CRISTIANA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FdC 66 – La pagina di P. Carlo Rossi omv, Rettore del Santuario

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Carissimi Amici di Casa Lanteri,

il Signore Risorto continui a donarvi pace e gioia nel suo Amore!

 

In questo mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla speciale venerazione della Santa Vergine, insieme con P. Vincenzo, le Suore OMVF ed alcuni collaboratori del nostro Santuario parteciperemo al Forum Internazionale di Mariologia, che avrà per tema: Il Messaggio di Fatima tra carisma e profezia. Avremo così l’opportunità di riflettere approfonditamente, aiutati da esimi Relatori, sull’essenza delle parole di luce e di speranza, affidate da Maria SS.ma ai tre pastorelli e, attraverso loro, al mondo intero.

Malgrado l’interpretazione autentica, data dal Santo Padre S. Giovanni Paolo II all’alba del terzo millennio, sul senso genuino di questi avvenimenti e delle profezie ad essi collegate, sono ancora molti che continuano a credere e a diffondere una visione apocalittica del messaggio di Fatima con presagi di sventure e di catastrofi immani.

Certo, Maria a Fatima – come tutti i veri Profeti e come Gesù stesso nei Vangeli – non ha tenuto nascosto il mistero di male e di morte legato al peccato degli uomini e di tutto il mondo. È proprio per questo che ha chiesto accoratamente la partecipazione di tutti i credenti al necessario cammino di conversione con la preghiera, la riparazione e la penitenza.

Nello stesso tempo, però, ci ha esortati a confidare ancora più intensamente nell’infinita Misericordia del nostro Dio e a compiere, con il Suo aiuto, opere di luce, di giustizia e di pace.

Su tutto risplendono le parole consegnate per noi dalla Vergine alla piccola Lucia: Non temete! Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà!

Parole che aprono il nostro cuore ad una sublime speranza e che richiamano ed attualizzano per noi oggi quelle rivolte da Gesù agli apostoli nel giorno della Sua risurrezione: Non abbiate paura: Io ho vinto il peccato e la morte!

Preghiamo a vicenda con amore!

Un saluto affettuoso

p. Carlo, omv

 

 

 

 

Fine Settimana Spirituale Pasqua 2015

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   Schermata 2015-04-26 alle 12.49.00

Venerdì 24 aprile 2015 ore 21:15                             Sabato 25 aprile 2015 ore 9:00    
La Parola di Dio e la vita di fede: i discepoli di Emmaus    L'incontro con chi ci ama
Sabato 25 aprile 2015 ore 11:30      Omelia alla s. Messa     MP3

Sabato 25 aprile 2015 ore 16:00  
Le risonanze di gioie e timori

Domenica 26 aprile 2015 ore 9:00 – I parte 
La valutazione dell'orazione pesonale       

La video registrazione non è disponibile a causa di problemi tecnici

 

Omelia alla s. messa conclusiva MP3

 
  CONFERENZA DELLA DOTT.SSA ANNA SIMONCELLI SULLA TEOLOGIA DEL CORPO IN S. GIOVANNI PAOLO II
 

PARTE PRIMA

PARTE SECONDA

  PARTE TERZA  
 

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FdC 65 – Pensiero Eucaristico di Alexander Schmemann

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ALEXANDER SCHMEMANN
L’Eucaristia sacramento del Regno
Qiqajon-Bose, 280-283.
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L'ultima cena e la croce

Cristo è stato crocifisso da questo mondo, dal suo peccato, dal suo odio, dalla lotta che combatte contro Dio. Nella storia, nel nostro tempo terreno, l'iniziativa della croce è sempre, partita dal peccato, cosi come continua a essere sua anche ora, in ciascuno di noi, quando con i nostri peccati dentro di noi rimettiamo il Figlio di Dio in croce e lo insultiamo (cf Eb 6,6).

Ora, se la croce, strumento di un'esecuzione infamante, è divenuta il simbolo venerabile della nostra fede, della speranza e dell'amore, se la Chiesa continua incessantemente a glorificarne la potenza paradossale e indefettibile, a vedere in essa "la bellezza dell'universo" e "la guarigione del creato", a confessare che "la gioia è entrata nell'universo tramite la croce", tutto questo certamente avviene in primo luogo perché, attraverso quella croce che aveva incarnato l'essenza stessa del peccato – cioè la lotta contro Dio – il peccato è stato vinto; in secondo luogo perché la morte sulla croce, nella quale la morte che regnava sul mondo sembrava celebrare il suo definitivo trionfo, quella morte è stata annientata; infine, perché dalle profondità di questa vittoria della croce si è irradiata la gioia della resurrezione. Ma cosa può aver trasformato la croce in una simile vittoria, e continua a farlo, se non l'amore di Cristo, quell' amore divino che durante l'ultima cena Cristo ha rivelato essere la sostanza stessa e la gloria del regno di Dio? E in quale occasione, se non nell'ultima cena, è stato offerto il dono di questo amore nella sua pienezza, quel dono che ha reso inevitabile in questo mondo la croce (cioè il tradimento, le sofferenze, la crocifissione e la morte)? È proprio a questa relazione tra ultima cena e croce, nella quale si manifesta il Regno e la sua vittoria, che rendono testimonianza sia l'evangelo che la Liturgia (soprattutto gli uffici della Settimana santa della passione, di straordinaria profondità).

In essi l'ultima cena viene costantemente ricollegata con la notte che la circonda da ogni parte e nella quale la luce della festa dell'amore s'irradia con particolare forza, quando, nella camera alta, grande e già pronta (cf Mc 14,I5), Cristo la celebra con i discepoli. E la notte del peccato, l'essenza di questo mondo. Ed ecco che la notte s'infittisce all'estremo, pronta a inghiottire quest'ultima luce che brilla in essa. Già "i principi si sono radunati insieme, contro il Signore e contro il suo Cristo" (At 4,26). Sono già stati versati i trenta denari, prezzo del tradimento. Già la folla eccitata dai suoi capi, armata di spade e bastoni, irrompe sulla via del Getsemani. Ma le tenebre di quella notte pesano anche sull'ultima cena (e questo è di importanza capitale per una comprensione ecclesiale della croce). Cristo sa che la mano di chi lo consegna è con lui sulla tavola (cf Lc 22,21). È proprio dall'ultima cena, dalla sua luce, che "preso il boccone" (Gv I3,30) Giuda esce in quella notte terribile, seguito quasi subito da Cristo. E se gli uffici del Giovedì santo, giorno in cui si commemora in modo particolare l'ultima cena, sono un continuo intrecciarsi di gioia e di afflizione, se la Chiesa fa memoria ancora e incessantemente non soltanto della luce, ma anche delle tenebre che l'hanno oscurata, è perché in queste due uscite successive, di Giuda e di Cristo, fuori dallo stesso chiarore incontro alla stessa notte, la Chiesa vede e riconosce l'origine della croce come mistero del peccato e come mistero della vittoria sul peccato.

Il mistero del peccato. L'uscita di Giuda infatti è il culmine e la consumazione del peccato, la cui origine si colloca nel paradiso: l'amore dell'uomo abbandona Dio, sceglie se stesso e non Dio. Inizia quella scelta di decadenza che determina dall'interno l'intera vita, l'intera storia del mondo, di questo mondo caduto, che giace nel male sotto il potere del suo principe, il divisore. In quel momento, con l'uscita di Giuda, apostolo e traditore, nella notte, la storia del peccato, dell'amore accecato, pervertito, caduto e divenuto rapina – perché accaparra per sé la vita che è stata donata per essere comunione con Dio, quella storia giunge al termine. Il significato mistico e inquietante di quell'uscita consiste precisamente nel fatto che Giuda esce in realtà dal paradiso, lo fugge, ne viene cacciato. Egli aveva assistito all'ultima cena, i suoi piedi erano stati lavati da Cristo, aveva ricevuto nelle mani il pane dell' amore di Cristo, il Signore si era donato a lui in quel pane. Egli aveva visto, sentito, toccato con le sue mani il regno di Dio. Ed ecco che, proprio come Adamo, perpetrando il peccato originale del primo uomo, spingendo al limite estremo la logica spaventosa del peccato, egli non voleva più saperne di quel Regno. In Giuda aveva vinto il mondo, con la sua volontà antitetica a quella di Dio e il suo amore decaduto. Di conseguenza, secondo la stessa logica, tale volontà non poteva non diventare quella di uccidere Dio. Dopo l'ultima cena, Giuda non ha più un luogo dove andare se non incontro alle tenebre del deicidio. E quando questo sarà perpetrato, quando tale desiderio sarà stato soddisfatto, con la vita "per sé" che lo anima, per Giuda non ci sarà altra via di uscita se non l'autodistruzione.

Il mistero della vittoria. In Cristo, che tramite il dono di se stesso nell'ultima cena manifesta il suo Regno e la sua gloria, il Regno esce nella notte di questo mondo. Dopo l'ultima cena anche Cristo non ha più altro luogo ave andare se non all'appuntamento, al duello sino alla fine con il peccato e la morte. E questo perché i due regni, quello di Dio e quello del principe di questo mondo, non possono coesistere; perché, per distruggere il potere del peccato e della morte, per riportare a sé la sua creatura che gli era stata sottratta dal diavolo, e per salvare il mondo, Dio ha donato il suo unico Figlio. Cosi, con l'ultima cena, con la manifestazione del regno dell'amore, Cristo si condanna alla croce. Attraverso di essa il regno di Dio, segretamente manifestato durante l'ultima cena, entra in questo mondo. E con quell'ingresso si trasforma in lotta e vittoria.

 

SABATO 21 MARZO 2015

•  GIORNATA DELL'ADORAZIONE SILENZIOSA PRESSO LA
   CAPPELLA DEI PASTORELLI ORE 10:30-16:30
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Per i turni di adorazione telefonare al Centralino (06 2266016)

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FdC 65 – La meditazione del mese… di Fabrizio Fiorenza

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Dal Vangelo secondo Giovanni [19,25-27​]
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. 
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Parola del Signore

 

“stavano presso la croce di Gesù”

 

È la Croce l’attore principale e Gesù assume quasi un ruolo secondario dinanzi ad essa o come se non fosse presente.

 

“Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «[…]e anche a te una spada trafiggerà l’anima”  (Lc 2,34-35

 

La croce è vista e usata dal mondo come una spada. Il mondo la impugna dalla parte corta e la sferra verso i fratelli.

 

Maria la riceve, l’accoglie e la lascia entrare fino a permettergli di trafiggergli l’anima.

In realtà essa, la croce, si pianta nell’anima e diventa come vessillo di vittoria.

Fabrizio Fiorenza