FdC 57 – La «pillola dantesca»… di Felice Martini

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Con questi versi dal tono severo Dante, che si accinge a narrare il suo viaggio nel regno dei beati, si rivolge ai lettori, invitando tutti coloro che si trovano "in piccioletta barca" ad abbandonare l'impresa della lettura del Paradiso. Chi sono coloro che si trovano "in piccioletta barca"? Non dobbiamo pensare che siano quelli che non hanno studiato. Sebbene il Paradiso abbia contenuti teologici appartenenti ad un lontano passato (e tuttavia, a mio giudizio, sempre validi), non è questo l'ostacolo al quale si riferisce il poeta. Con l'aiuto di un buon commento chiunque è in grado di affrontare la lettura del Paradiso. 

Voialtri pochi che drizzaste il collo

per tempo al pan de li angeli, del quale

vivesi qui ma non sen vien satollo,

metter potete ben per l'alto sale

vostro navigio, servando mio solco

dinanzi a l'acqua che ritorna equale.

 

Par. II, 1-3, 5,10-15

 

Penso che Dante intenda riferirsi a tutti quelli che non hanno esperienza di cose spirituali, non avendo mai avuto l'occasione di fare il viaggio che lui fece (e che fondamentalmente è quello della preghiera e degli Esercizi Spirituali – accompagnati da una buona guida). Possono invece leggere e comprendere il Paradiso, senza timore alcuno di perdersi, coloro che "drizzarono per tempo il collo al pan degli angeli", come si esprime il poeta, e cioè spesero e spendono la loro vita cercando Dio con i mezzi allo scopo predisposti. Si tratta, infatti, di fare l'esperienza della vera vita; questa non può appoggiarsi su altri che non sia Dio. È l'esperienza dei santi. Questo concetto Dante lo esprime molto bene in questi versi con l'immagine della barchetta che affronta il mare; mare che si chiude dietro la barca che naviga per l'infinito mare dell'essere. Insomma, per affrontare la lettura del Paradiso occorre intendersi un poco di preghiera ed esercizi. Il poeta fu buon profeta. Tutti gli artisti che affrontano oggi la lettura del poema in tv o nei teatri si limitano a leggere i canti dell'inferno. Segno dell'ignoranza spirituale dell'uomo contemporaneo? Può darsi. Per fortuna non viene mai tralasciata la lettura dell'ultimo canto del Paradiso, quello con la preghiera a Maria. E questo ci lascia sempre sperare bene.