FdC 53 – Un mio amico mi scrive… Il mio carcinoma…

Carissimi Amici di Casa Lanteri,

poco tempo fa, mi è giunta questa lettera. Ho chiesto all’amico Egidio di poterla pubblicare senza anonimato, come testimonianza concreta di vita cristiana e lui, con la semplicità che gli è propria, ha risposto: «Ubbidisco!». Ci vuole più umiltà e amore a mettersi in mostra per la gloria di Dio che a nascondersi per timore di salire in vanagloria. In questi anni in cui Casa Lanteri è stata accompagnata dal nostro Foglio di Collegamento, tanti sono stati gli articoli di Egidio, tutti sue riflessioni personali emerse nel suo tessuto quotidiano di uomo impegnato nel mondo del lavoro, del sociale e in una famiglia aperta all’affidamento anche di giovani particolarmente problematici. Insieme alla sua Antonella, coinvolgendo i loro figli Dario e Marco, in questi anni hanno seguito come genitori affidatari Massimo, un giovane africano che è stato con loro diversi anni fino alla sua maggiore età e che ora è tornato alla Casa del Padre perché afflitto da una gravissima malattia e la piccola bimba musulmana che attualmente è stata loro affidata. Vi lascio alla lettura di questo scritto che, ne sono certo, farà tanto del bene alle vostre anime. Dio vi benedica tutti, in particolare Egidio, Antonella, Marco, Dario e la piccola bambina loro affidata.

P. Armando omv.

 

 

 

Caro Padre,

sono passati ormai tre mesi da quando ho avuto la notizia del mio tumore e pensavo di condividere con te qualche riflessione su questa esperienza.

Ricorderai che quando sei venuto a farmi visita qualche giorno dopo la notizia, la mia principale preoccupazione, più che la paura della morte, era quella di dover vedere Dio “faccia a faccia” e  di non sapere cosa presentarGli, essendo le mie mani totalmente vuote.

Ho pensato molto alla tua riflessione in quell’occasione: “le mani devono essere vuote. Come faresti diversamente a tenere il Bambinello?”.

Da allora parecchie idee che erano “concettualmente” chiare nella mia mente, come la Misericordia di Dio e il Suo Amore per l’uomo, hanno cominciato a trovare nel mio cuore quella fondamentale concretezza che non c’era.

Sono comunque stati giorni e notti intense: ogni volta che aprivo gli occhi per un nuovo giorno o per un’insonnia, il pensiero volava veloce verso il mio carcinoma. 

Certamente nessuno di noi conosce il tempo che gli rimane da vivere, ma statisticamente il mio è minore a quello degli altri. Il sogno di cambiare il mondo, di vivere Dio nella Creazione statisticamente per me ha un tempo ridotto a 5 anni e 2 mesi. Tale è infatti l’aspettativa di vita per il 92% dei soggetti che hanno la mia malattia!
Cosa fare in 5 anni quando non sono stato capace a fare nulla in 54?

Ma secondo la tua parola, le mie mani devono essere vuote per tenere il Bambinello. Ecco allora il desiderio di spalancare le porte del mio spirito all’Amore di mio Padre con il Sacramento dell’Unzione degli infermi. Lasciare che sia Lui a scegliermi e a stabilire il compenso per il lavoro nella Sua vigna. Dalla Scrittura é chiarissimo che Egli non guarda la durata o la quantità  ma l’intensità e la generosità del nostro lavoro, delle nostre azioni e del nostro amore. Mi viene in mente il ladro che era crocifisso con lui: nello stesso giorno è tornato a vivere nella casa del Padre. Anche la vedova che offrì al Tesoro del Tempio tutto quello che possedeva: una semplice monetina.

Oggi sento forte la presenza dello Spirito Santo in me e nella mia famiglia. Con quest’ultima constatiamo e testimoniamo che la preghiera della nostra comunità ha determinato da parte di Dio un’attenzione grandissima nei confronti della mia misera persona, al punto che ci sentiamo di poter affermare che il carcinoma è divenuto strumento per la realizzazione del “Sogno di Dio” per la mia famiglia.

Ogni momento viene vissuto molto intensamente e ne gustiamo il valore anche se banale. Anzi, a dire il vero, nulla è più banale, padre mio! 

TUTTO È STUPENDAMENTE BELLO E IMPREGNATO DELLA VITA CHE VIENE DALLA RESURREZIONE DEL SIGNORE.

Quanto all’aspettativa di vita, sarà Lui a stabilire “il dato statistico” per la mia persona. 

 

Egidio Sardo