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Da sempre l’ascolto della Parola di Gesù ha cercato di scardinare quelle porte troppo chiuse, a volte senza maniglia o serratura, per poter facilitare il suo ingresso dentro la mia anima e il mio cuore. Come se la resistenza a non aprire, se pur lecita, trovava un nuovo orizzonte di senso nella comprensione sempre nuova e quotidiana di ciò che invece la Parola intendeva comunicare. Così nel corso degli ultimi anni si è fatta sempre più forte la convinzione che solo una buona guida spirituale, attenta, discreta e docile al suo ascolto, potesse costruire nuovi canali uditivi e visivi, ripescando solo all’interno del cuore nuovi materiali. Materiali per arrivare finalmente a edificare, non più porte, ma finestre, con grossi vetri, magari aperte, dove passi più luce e ci sia maggiore facilità per far sì che quella Parola, un tempo solo contemplativa, possa rimodellare, modificare a piacimento, indicare dove camminare, dove guardare, perché ascoltare, e soprattutto cosa poter fare. Quasi per caso, ma non tanto, mi sono avvicinata al Caminetto Lanteriano. Il mio è stato a dire il vero, un accostamento timido; io che per il computer, internet e mouse non ho mai avuto tanta simpatia. La timidezza da subito ha lasciato burrascosamente il posto a quella che poteva essere una nuova e importante possibilità di arricchimento. In particolare prendevo consapevolezza di una nuova metodologia di studio della Parola. Infatti, non nascondo l’emozione, c’è sempre una certa e trepidante attesa per il momento del lunedì sera, nel quale viene presentato e introdotta la Parola che sarà poi oggetto di approfondimento il giorno dopo. È importante che mi soffermi un attimo sul momento del lunedì. Il fatto che ci sia gradualmente l’appuntamento del lunedì, non crea solo un prequel, un preludio, per l’evento del giorno dopo. È il tempo che intercorre tra i due momenti che fornisce giusto tempo di attesa, di riflessione personale. È come se la spiegazione del lunedì avesse poi necessariamente bisogno di trovare un nuovo spazio di vita dentro di me, laddove solo un tempo congruo ha invece la capacità di rendere vivo nel cuore ciò che un tempo ritenevo fosse una dolce Parola senza voce. In un epoca di frettolosità, di frenesia e di incapacità di fermarsi, sembra un lusso, piacevole, quello di potersi fermare per attendere, e di poter desiderare in un tempo stabilito che il personale approfondimento sia poi in qualche modo condiviso, forse corretto, ma anche sorretto dall’armonia di una sempre nuova comprensione che ora fa parte di me. L’importanza del lunedì sera l’ho capita solo dopo un po’, quando il giorno dopo era un continuo pensare all’appuntamento serale del martedì; percepivo, come peraltro adesso, una particolare emozione nel sape-re che la mia vita, dopo poche ore, avesse la piena opportunità di crescere. Ogni ora del martedì è come se fosse guidata e indirizzata ad un appuntamento molto romantico con il Tu divino di riferimento. La notte del lunedì in effetti, non aveva fatto altro che riscaldare la riflessione fatta. La notte aveva confortato e protetto quei pensieri e quell’ascolto. La sicurezza provata è difficile a descrivere. Quante emozioni sono difficili a essere raccontate; si può in effetti spiegare a qualcuno un’emozione se non lo si guarda negli occhi? o se non gli si stringe la mano? Come descrivere la nostra emotività a qualcuno se non viviamo con gli altri? Anche questo aspetto, un giusto tempo di attesa, somiglia quasi a un monito per tutti, di quanto la trasmissione di un sorriso e un’emozione, passa solo ed unicamente attraverso Lui, e per mezzo della nostra capacità o meno di vivere con e per gli altri. Quello che sentiamo e percepiamo perde significato se rimane un qualcosa di personale, da tenere nascosto per paura di farlo vedere. Il calore della notte quindi dona quel prezioso conforto di cui la Parola ascoltata necessita. Un conforto che ci prepara, mi prepara, al successivo e desiderato appuntamento del martedì sera alle ore 21:00. Il mio computer si accende, mi collego a internet. Lievemente imbarazzata ma tanto felice. Non nascondo l’iniziale timore di tale esperienza, sapendo che altre persone potessero ascoltare quello che avevo da dire. La tensione di timidezza lascia velocemente il posto ad un’attenzione viva. Finalmente quanto è stato sparso nella mia testa e nel mio cuore la sera precedente, ora verrà raccolto. Sarà l’ascoltare le riflessioni di altri sulla Parola e la sempre gratitudine che altri ascoltino la mia, a creare questa raccolta. La libertà di intervenire o meno in diretta non è più così importante, in quanto inspiegabilmente nasce all’improvviso il bisogno di far partecipi altri e il bisogno personale che Padre Armando, in piena sintonia con tutti quanti si mettono in ascolto, indirizzi, spieghi e guidi il lavoro fatto la sera prima. Sotto la precisa e edificante sua guida, infatti, le riflessioni di ognuno non rimangono mai tali ma si trasformano in esperienze, in nuova consapevolezza, in apertura. È così che, se pur solo da poco tempo, nella nostra casa c’è il Caminetto Lanteriano, un’intuizione geniale e forse anche una pioneristica innovazione, che rende e trasforma una serata del nostro quotidiano famigliare, in una compartecipazione del nostro vivere con gli altri, scaldato non solo dal tepore delle nostre mura domestiche, ma illuminato dal capire ogni volta… dove dobbiamo camminare…..!
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