|
La luce di uno splendido mattino rende gioioso il nostro ritrovo. Sulla sponda del fiume il sole ci scalda mentre attendiamo gli altri distribuendo segni distintivi.
Suor Anna e Padre Armando erano già là quando sono arrivata io.
Non è una gita turistica, anche se il luogo, la stagione, la vitalità tutt’intorno, le vestigia, amiche giornaliere della vita dei romani, ma ieratiche, solenni e ricche di passato, ci sovrastano ed invitano visitatori e affascinati di storia.
|
|
Castel S.Angelo, il Tevere, Via della Conciliazione e laggiù, bianca nella luminosità del giorno appena iniziato, la grande cupola: “… quale gioia… Andremo alla casa del Signore” (Sal 122).
|
|
Non recitiamo il Salmo nel suo senso profetico ultimo, ma per il momento che stiamo vivendo: abbiamo iniziato il pellegrinaggio verso “La Porta Santa”.
|
|
Siamo un piccolo gruppo, paragonato a quello che ci precede, ma portiamo con noi anche tutta “Casa Lanteri”, i suoi amici e i nostri amici.
Mentre ci avviciniamo alla Chiesa di Santa Maria in Traspontina, non posso non ricordare il mio periodo da studente, quando quella Chiesa era momenti della mia giornata, quando vivevo gran parte dell’anno in questa zona.
È un po' un volgersi indietro alla propria vita per portarla tutta a quella “Porta” dove vogliamo arrivare insieme a Maria: “Salve Regina, Madre di Misericordia”… “il mio Spirito esulta in Dio, mio Salvatore,…”L’abbraccio del Colonnato e i Santi lassù, posizionati tra cielo e terra, ci attendono.
Penso che pochi, anche se atei o di altre religioni, sfuggano al momento glorioso e trascendente di questo impatto visivo.
|
|
|
“Tu ci hai insegnato a essere misericordiosi… fa che ognuno ascolti, rivolta a sé la parola…: se tu conoscessi il dono di Dio!” Le parole sono profonde e intense, ti prenderebbero lo stomaco, persino fisicamente, perché sono sempre nuove anche quando le conosci; ma non è facile stare concentrati in questa piazza.
Poi la sicurezza, i controlli. Ci disperdiamo un po', ci ritroviamo.
In un fiume di fedeli ci avviciniamo alla grande basilica. Lorenzo guida la preghiera con la sua voce che non ha bisogno di microfono. Preghiamo per tutti.
Lentamente la grande facciata si avvicina.
|
|
Alzo lo sguardo a quei santi tra cielo e terra: Cristo è là al centro, imponente nei gesti, trionfatore nell’atteggiamento e la sua croce è mostrata con gloria come un vessillo. Mi meraviglio come, mentre tutto il resto della chiesa sparisce alla vista, assorbito dalla vicinanza, quella statua ci segue fino a pochi passi dalla facciata.
“ i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme…”
Un gradino… LA PORTA. "…mani innocenti e cuore puro…” (Sal 24)
La tocchiamo, la varchiamo. E’ poco più di un attimo, ma è un segno che racchiude secoli di vita di un altro popolo, secoli di BIBBIA, secoli di manifestazione della MISERICORDIA di Dio… che “di generazione in generazione… si stende su quelli che lo temono”, secoli di Amore, secoli di un Dio che perseguita il suo popolo per donargli tutto Se stesso e coinvolgerlo nella Sua vita e abbracciarlo per sempre.
|
|
Come si fa a capire tutto questo in pochi attimi, prima che la folla, all’interno, ti travolga nuovamente? Così, quell’attimo si dilata nel ricordo, perché è un attimo che ha bisogno di un prima e di un dopo, di un sempre, anche di un adesso: anche ora è la sua Misericordia.
|
|
Il non aver potuto attendere la S. Messa in Basilica, come da programma, ci ha portati in una piccola, linda, intima cappella a S.Giovanni dei Fiorentini, regalandoci un bel momento di raccoglimento e spiritualità molto privato. Con il salmista preghiamo: “Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?”, mentre con Pietro, quando il dubbio o l’incredulità ci prende, possiamo dire: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna…” (dalla liturgia del 16 aprile).
Francamaria Debernardi
|
|
|