FdC 56 – La «Pillola Dantesca»… di Felice Martini

Beatrice tutta ne l'etterne rote

fissa con il occhi stava; e io in lei

le luci fissi, di la' su rimote.

Nel suo aspetto tal dentro mi fei…

(Par. I, 64 – 67)

 

Questo brano rivela un segreto utile a tutti coloro che vogliano fare, per quanto possibile nella vita terrena, esperienza di Dio, prendendo per veicolo l'esperienza altrui.

Nel I canto del Paradiso Dante dice di fare il viaggio nel regno dei beati prima guardando direttamente in Dio, e poi, non potendo più' reggerne la vista a motivo della propria umanità,  guardando negli occhi di Beatrice.

Questa esperienza di Dio ci è sempre tanto necessaria, sopratutto non appena muoviamo i primi passi della vita spirituale, quando corriamo il rischio di fermarci soltanto alla considerazione delle nostre miserie.

S. Teresa d'Avila ci incoraggia a questo tipo di esperienza quando dice, nelle prime mansioni del castello interiore (cap. II), che "non arriveremo mai a conoscerci se non procureremo di conoscere Dio" e che questo è necessario se non vogliamo restare prigionieri del "fango delle nostre miserie".

Volgiamo quindi i nostri occhi, come dice Teresa, "su Cristo, nostro bene, e sui suoi santi", consideriamo gli attributi di Dio (grandezza, purezza, umiltà) e infine serviamoci pure di tutti i mezzi concessi alla nostra umanità per fare esperienza del nostro bene.

Nell'ultimo incontro del gruppo dantesco abbiamo iniziato a considerare, oltre la preghiera, i diversi veicoli utili all'esperienza di Dio in questo mondo: la musica, la poesia, l'arte, ed ogni "creazione" umana, riflesso di quella divina che l'artista ha impresso nell'opera.

La divina commedia parla di Dio e di tutti gli argomenti noti alla teologia, ma non è' solo nell'intelligenza della teologia ma anche nella bellezza e nella musicalità del verso che si scorge l'impronta di Dio, la cui conoscenza il poeta ha inseguito per tutta la vita.

Di questa "esperienza" di Dio oggi si parla molto, e nei prossimi incontri del gruppo proveremo a dare qualche indicazione più concreta su come sia possibile avvicinarsi a questa esperienza servendoci oltre che della poesia di Dante anche della grande musica classica e dei versi dei grandi mistici cristiani.

 
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