FdC 56 – FSS Quaresima 2014… di Cosimo Andriani

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È bello poter parlare in queste poche righe dell'esperienza personale che ho vissuto, dal  14 al 16 Marzo 2014, presso la Casa Lanteri, la Casa di Spiritualità del Santuario di San Vittorino – N.S. di Fatima. Il Santuario è curato dagli Oblati di Maria Vergine, coadiuvati dalle Suore Oblate di M. V. di Fatima che condividono la spiritualità  insieme a tutti noi. Casa Lanteri può essere definito un "nido" dove ognuno di noi può scoprire la magia della preghiera, un covo di affetto e di amore, che al rientro nelle nostre case dobbiamo portare ai nostri cari, come testimonianza.

Sono stato avvolto dal ritmo gioioso della liturgia delle ore, vissuta con Sr Mary omvf, che quotidianamente cercava di insegnarci la vicinanza, lo stretto contatto e la relazione con nostro "Signore". Questo Fine Settimana di Quaresima  ha portato tutti noi  ad avere  il  nostro incontro, nel quale ognuno apre il proprio cuore verso i fratelli:  vicini e lontani, credenti e non credenti. 

Non ci siamo ritrovati qui individualmente ma insieme per imparare a comunicare con gli altri.

È stata l'esperienza della preghiera che unisce tutti noi, a riportarci ad un'unica lezione di vita: l'amore che sazia la nostra sete di pienezza e d'infinito.

Proprio l'incontro di Gesù con la Samaritana è  la parte del Vangelo che mi colpisce di più. Mi piace iniziare affermando che il pozzo dove si reca la donna, rappresenta la misericordia di Dio, esso è profondo e disseta, tutti gli abitanti che vi si recano per prendere quell'acqua necessaria per l'esistenza. È un pozzo vivo, una sorgente di vita, disseta tutti quelli che si avvicinano.

Gesù e la Samaritana, tutti e due hanno sete, Gesù  non  ha solo sete di acqua, è  un'altra  la 

sua sete ed è tutta soprannaturale. La sua stanchezza raffigura la sua Passione, anticipa tutte le  sofferenze del Calvario. La richiesta di bere fatta dal Signore meraviglia la donna. Tutto il dialogo con Gesù la sorprende. Lei è dinanzi a Colui che sa tutto.

Mi piace rilevare che nel dialogo Gesù conosce tutti i pensieri e la vita della donna, nulla gli sfugge e le sue risposte sconvolgono la Samaritana. Sono le parole di Gesù a scuotere la donna. Ella non ha mai incontrato un Profeta che gli leggesse dentro e che conoscesse i suoi fatti personali. Anche noi, come lei, dobbiamo meravigliarci per la conoscenza perfetta che Gesù ha di tutto ciò che ci riguarda, non possiamo fare finta di nulla e illuderci che Lui dimentichi le nostre inosservanze.

Dio vede e conosce le più piccole azioni e i nostri pensieri più segreti. Trasgredire la sua Legge significa opporsi alla sua volontà.

Il Vangelo ci dice che è Gesù ad essere assetato del nostro amore, Lui cerca noi e ci attende anche dove non c'è acqua.

Con i relatori abbiamo affrontato il tema spirituale “Le tentazioni di Gesù” e

soprattutto della Quaresima, dal quale peraltro siamo partiti. Ma è molto più importante il luogo spirituale che è dentro ciascuno di noi, nel quale possiamo vedere gli uomini con gli occhi di Dio. L'esperienza della "contemplazione" è stata quella che ci ha consentito di vivere la vera relazione con il Signore e con i fratelli. Allora dobbiamo intraprendere questo cammino con l'altro/gli altri, che incontriamo nella nostra vita, portando la nostra esperienza del Signore. Comunicare la nostra esperienza di intimità nella preghiera, che molto spesso abbandoniamo, e che dimentichiamo che essa è davvero colei che ci porta verso l'altro, in comunione profonda con gli uomini.

In questo periodo di Quaresima, vivendo il mio Fine Settimana Spirituale e soprattutto ascoltando e prendendo i miei appunti dalla conferenza di P. Armando, porto al termine di questi giorni la lezione di riconciliarmi per sempre col  Signore che ha scelto di essere presente nella nostra umanità e in quella dei miei fratelli.

È stato bello assaporare e sentirsi "attirati" dalla preghiera. Dall'incontro con il Signore tramite la parola e la liturgia delle ore, che da sempre utilizza con sapienza i salmi per descrivere l'uomo che siamo ed i bisogni fondamentali che ci abitano: amore infinito, desiderio di accoglienza e appartenenza a lui, desiderio di trovarlo accanto a noi nelle fatiche scoprendo ma Lui è sempre al nostro fianco, e che nei momenti di solitudine e smarrimento ci porta in braccio.

Tutte le sorelle sono state accoglienti, soprattutto Sr Mary, una don-na molto af-fettuosa nella quale ho  riconosciuto la straordinarietà della vocazione e della sua vita, i nostri stessi bisogni, le nostre stesse fatiche, la nostra stessa ricerca. Questo è stato bellissimo, perché affianco a lei e con la sua esperienza ci ha indicato la strada che ci fa sentire tutti uniti nell'abbraccio infinito del Signore, che ci accoglie nella sua umanità.

Ma un grazie sincero va in particolare a P. Armando Santoro, l'organizzatore e il promotore del Fine Settimana, che ci ha insegnato con i suoi modi dolci e profondi il vero significato della preghiera, dandomi la possibilità di toccare tre ambiti della mia vita: il rapporto con me stesso, la mia relazione con Dio e il mio rapporto con il mondo. La cosa più bella è il saper riconoscere il vero significato che ognuno di noi deve scoprire nella sua vita, nel  riconoscersi figlio, innamorato del Vangelo e soprattutto volenteroso nel condividerlo con gli altri, nella vita di tutti i giorni.

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Non voglio entrare nello specifico di cosa ha voluto dirmi Gesù in queste giornate in cui ho chiesto, ma ho anche saputo ringraziare, però vorrei testimoniare che ancora una volta Lui ha trovato modi differenti per parlare al mio cuore: far luce, consolare, ma anche affrontare le mie difficoltà e non abbattersi in esse, all'interno della Casa Accoglienza, dove vivo assieme ai malati. È lo spirito con il quale sono disponibile a migliorare il  loro stato  di  vita  (non importa se troverò davanti a me degli ostacoli. 

Allora io parto da qui, per mettere sempre in primis i bisogni dei pazienti, perché in loro è presente  Gesù. Sono sicuro che continuamente Lui mi metterà alla prova con nuove difficoltà da superare e nuovi compiti da svolgere.

Cosa porto a casa? Lo stupore e la gratitudine a Dio e a tutte le persone incontrate, volti che hanno testimoniato la fede, ognuno nel proprio originalissimo e unico modo, ma soprattutto porto nell'Associazione per i malati oncologici, la speranza di dover lottare insieme.                  

Che cosa dico a coloro che leggeranno queste parole? Come tutti gli innamorati vorrei essere contagioso per portare l'amore di Dio al pros-simo e se me lo chiederanno le persone che hanno sofferto e soffrono, vorrei dirgli di aver fiducia, perché Gesù entrerà in ognuno di noi.

Alle persone che sono ancora lontane dalla fede, che odiano e che  vivono nell'invidia, io non risponderò, perché so che Lui troverà sempre vari modi per far loro aprire i cuori.

È bello potersi amare gli uni con gli altri.

           Cosimo Andriani