FdC 64 – Il pensiero eucaristico del mese… di s. Angela da Foligno

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GIORNATA DELL'ADORAZIONE SILENZIOSA SABATO 21 MARZO PRESSO LA CAPPELLA DEI PASTORELLI DI FATIMA ORE 10:30 – 16:30
Telefonare al n. 06 2266016 per prenotare i turni di adorazione

 

Dal "Il libro" di Angela da Foligno, Ed. S. Paolo, 271ss

TRE VERITÀ

È necessario che vediamo e consideriamo bene tre cose nel santo Sacrificio; si tratta di tre grandi verità. Non dubito, anzi sono certa che qualunque anima che le capisse veramente, al vedere come fu amata non potrebbe essere così arida da non sentirsi subito invasa dall’amore. È necessario che l’anima entri nel Dio-uomo e guardi ciò che ha istituito nel santo Sacrificio.

Ammiri anche l’ineffabile amore con cui Egli ha trovato ogni modo per poter rimanere in tutto con noi.

Perciò ha istituito questo santissimo Sacrificio, non solo in memoria della sua morte, che è la nostra salvezza, ma anche per rimanere tutto e sempre con noi. Chiunque vuole accedere alla visione di questa profondità, è necessario che abbia buoni occhi.    

Ora comincio a parlare delle tre cose che è necessario considerare nel santo Sacrificio, cioè dei due sguardi del Dio-uomo e del modo in cui l’anima deve accedere alla loro visione.

Il primo sguardo è quello dell’ineffabile amore che Egli aveva per noi; dobbiamo vedere come era tutto appassionato d’amore per noi e si lasciò a noi tutto e per sempre.

Il secondo è lo sguardo dell’indicibile dolore mortale che Egli aveva per noi, dobbiamo vedere come, partendo, cioè allontanandosi per la morte dolorosissima, dovette passare attraverso quei dolori, che erano acutissimi in modo inenarrabile e in cui doveva restare abbandonato.

TRASFORMAZIONE NELL'AMORE E NEL DOLORE DI GESÙ CRISTO

A me sembra che coloro che vogliono celebrare e ricevere questo Sacrificio debbano scrutare questa verità. L’anima non se ne allontani, ma vi dimori e vi resti, perché il primo sguardo del Dio-uomo per il genere umano era tanto benigno che si deve ben notare l’ineffabile amore che dimostrò nel momento in cui decise di lasciare tutto se stesso a noi nel santissimo Sacrificio.

Notate e vedete chi è Colui che volle rimanervi! Egli è Colui che è e Lui è restato tutto in questo santissimo Sacrificio! Perciò nessuno si meravigli del fatto che Egli possa stare simultaneamente su tanti altari, al di là del mare e al di qua, e che stia così lì come qui e così qui come lì. Egli, infatti, disse: «Io, che sono Dio, sono per voi incomprensibile  [1] e ancora: «Io, che sono Dio, ho operato senza di voi, agisco senza di voi e nulla mi è impossibile fare»[2]. Perciò di fronte a quello che non capite, stringetevi le spalle [3].

Quale anima, vedendo questo sguardo amorosissimo del Figlio, è così crudelissima da non trasformarsi subito tutta nell’amore? Quale anima può vedere lo sguardo addolorato e amareggiato di Colui che doveva essere abbandonato nel dolore di tutti i dolori, sia visibili che invisibili, senza subito trasformarsi tutta nel dolore? Quale anima, notando che Egli amò e decise di rimanere totalmente con noi nel santissimo Sacrificio, sarà così fuori da ogni amore, da non trasformarsi tutta nell’amore?

Certamente fu tanto amabilissimo il suo sguardo d’amore per noi che, sebbene la morte fosse vicina ed Egli provasse dolori ineffabilmente acutissimi, mortali e assolutamente incomprensibili, per il fatto che stavano insieme tutti i dolori dell’anima e del corpo, tuttavia, quasi dimentico di Sé, non si tirò per questo indietro, tanto grande fu l’amore che nutrì per noi.

L’amore divino ha una regola: unisce sempre a Sé la cosa amata e la porta fuori di se stessa e di tutte le cose create; essa è assolutamente nell’Increato. Allora l’anima diventa capace di capire come a istituire questo santissimo Sacrificio fu tutta la Trinità.

A quel punto si volge a vedere l’altro sguardo del Dio e uomo, cioè quello segnato dalla presenza della morte e di tutti i dolori. Come fu trasformata nell’amore, attraverso lo sguardo dell’amore, così l’anima viene trasformata nel dolore, attraverso lo sguardo dolorosissimo dell’Amato abbandonato. Infatti, mentre l’anima lo ammira in quello sguardo amareggiato, Egli la trasforma tutta nel dolore; lei non trova nessun rimedio di consolazione e diventa lo stesso dolore.

Tutti quelli che vogliono essere figli fedelissimi del santo Sacrificio continuino a considerare questa verità. Come il Dio-uomo, guardandoci con lo sguardo amareggiato, fu tutto solamente in noi, pure noi dobbiamo essere tutti per Lui.

Se noi non vedessimo lo sguardo amareggiato e addolorato, tanta sarebbe la letizia e la gioia derivante dalla visione dello sguardo amoroso, che l’anima verrebbe meno.

Se non vedessimo lo sguardo amorosissimo del Figlio, tanto sarebbe il dolore derivante dalla visione dello sguardo amareggiato e addolorato, che l’anima verrebbe meno. L’uno, invece mitiga l’altro.            


 

[1] Non è una citazione biblica precisa; cf Rm 11,33-36.

[2] Non è una citazione biblica precisa; cf Lc 1,37.

[3] Cioè: arrendetevi