FdC 64 – La meditazione del mese… di Fabrizio Fiorenza

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                 + Dal Vangelo secondo Matteo [Mt 20,17-28]

  In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

 

“«Voi non sapete quello che chiedete.”

Bisogna entrare nel sapore delle cose che chiediamo e non restare in superficie. Anche le cose che ci può dare Dio, siccome vengono da Lui sono sicuramente buone, vanno penetrate e fatte nostre ancor prima di chiederle. Perché tutto noi stessi si apra e si predisponga per accogliere il dono.

Ciò che chiediamo riflette le nostre aspettative o risponde all’attesa di ciò che in sé è il dono che chiediamo?

L’uomo vecchio sceglie e chiede ciò che agli occhi è appetibile e gustoso. Il Figlio dell’uomo ci guida sul discernere per noi ciò che al cuore è buono e giusto.

Fabrizio Fiorenza