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La Fede Della Chiesa
Che cosa intendiamo quando parliamo della fede della Chiesa? In termini semplici, la fede della Chiesa si esprime in Gesù Cristo, nella Parola di Dio. Essa punta al vangelo della verità, proclamato da Gesù Cristo nostro Signore, che chima gli uomini alla conversione. Lo stesso vangelo, seguendo l’ordine di Gesù Cristo nostro Signore, fu predicato dagli Apostoli e trasmesso alla comunità dei credenti, cioè la Chiesa.
La verità del vangelo è arrivata a noi concretamente mediante la Sacra Scrittura e la Tradizione. La Sacra Tradizione esprime tutto il processo, sia orale sia scritto, attraverso cui il vangelo di Gesù Cristo è stato trasmesso nella Chiesa sotto la guida dello Spirito Santo. Essa parla anche della vita della Cchiesa e la sua consapevolezza nel trasmettere la verità del vangelo. La Sacra Scrittura fa parte di questo processo. La Sacra Scrittura è la parola di Dio scritta e ispirata dallo Spirito Santo. Essa contiene la verità che salva, necessaria per la nostra redenzione. Considerando questi punti presentati, possiamo dire, quindi, che la fede della Chiesa è la fede nell’unico vangelo proclamato da Gesù, insegnato dai suoi apostoli e trasmesso a noi mediante la Tradizione e la Scrittura. La fede della Chiesa è una fede viva, che vivifica, per dirlo con le parole di papa Francesco: «La trasmissione della fede, che brilla per tutti gli uomini di tutti i luoghi, passa anche attraverso l’asse del tempo, di generazione in generazione» (Lumen Fidei 38).
Poiché «è impossibile credere con la nostra forza», la fede, come incontro con la verità del vangelo, deve necessariamente avvenire nel contesto eclesiale, perché “la fede ha una forma necessariamente ecclesiale”. La fede personale di un cristiano nasce attraverso la proclamazione della Parola. San Paolo dice ai cristiani di Corinto: «Vi proclamo poi, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi» (1Cor 15,1). Questo messaggio è veramente quello che egli ha ricevuto ed ora sta trasmettendo ai cristiani di Corinto (vv. 3-5).
Il secondo capitolo dell’enciclica di Papa Francesco descrive il secondo asse della fede, quello verticale, che porta dalla Terra al Cielo, attraverso conoscenza e amore, visione e ascolto.
La fede dunque non è un sentimento, “un fatto privato, un’opinione soggettiva”, è l’adesione alla verità trasmessa nella storia della Chiesa. Un cristiano crede e acconsente alla verità del vangelo predicato dalla Chiesa attraverso i suoi ministeri. Dopo aver creduto, egli impegna se stesso a questa verità volontariamente e nell’obbedienza. La conseguenza di ciò è che egli diventa un membro della comunità ecclesiale attraverso il sacramento del battesimo. La fede che è nata in lui lo giustifica e inizia a dirigere la sua condotta. Il rapporto qui è dialogico: Il cristiano può dire “Io credo” perché la Chiesa come comunità di fratelli dice “noi crediamo.”
Come la fede della Chiesa è fissata nella Trinità secondo la rivelazione fatta nella persona, parola e opere di Gesù Cristo, così la nostra fede è fissata nella fede della Chiesa. Ci sono due cose fondamentali da notare qui: la prima è il fatto che la fede è personale. Riguarda il mio incontro personale con Gesù Cristo nel vangelo, questo incontro personale avviene nella Chiesa. La seconda sottolinea che, poiché la fede è personale, io divento il testimone di ciò che sono venuto a credere. Questo significa che, consegnando me stesso a Dio e permettendomi di essere guidato dai suoi comandamenti, sto proclamando la stessa verità che ho ricevuto dalla Chiesa.
La fede, inoltre, “non si configura solo come un cammino”: essa costruisce anche una nuova città, fondata anzitutto sulla famiglia. È proprio in questo che riusciamo a capire l’importanza della famiglia nella trasmissione della fede: i genitori trasmettono ai figli la fede in cui hanno creduto e che hanno praticato. È in famiglia che i giovani cominciano a scoprire che “la fede non è un rifugio per gente senza coraggio”, ma l’unica luce che trasforma la società.
La Fede della Famiglia
La famiglia, come comunione delle persone che ha il suo modello nella Trinità, è legata dall’amore e radicata nella fede della Chiesa. Secondo la lettera enciclica Lumen Fidei di Papa Francesco: «La persona vive sempre in relazione. Viene da altri, appartiene ad altri, la sua vita si fa più grande nell’incontro con altri» (n. 38). Il primo incontro di un bambino con la fede della Chiesa inizia nella famiglia. Ancorato nella fede dei genitori, il bambino viene battezzato e viene inserito nel Corpo di Cristo. Viene purificato dal peccato, viene giustificato e diventa il figlio di Dio. Crescendo sotto la guida dei suoi genitori, egli viene introdotto ancora più profondamente nella vita sacramentale della Chiesa e gli viene dato un fondamento sicuro per il futuro.
Ricevendo questa fede ed essendo nutrito in essa, il bambino viene trasformato e comincia un cammino personale della vita. La fede, però, viene trasmessa, vissuta e proclamata nella stessa misura in cui la famiglia stessa è fondata nella fede. Quando la fede non è vissuta a livello familiare, non può essere proclamata. Nel nostro tempo, nel quale Dio è stato escluso dagli eventi della vita degli uomini, esiste il pericolo di vedere una cultura pluralista che presenta tutte le cose come vere e i benefiche per l’essere umano. La famiglia, come fondamento della società, non può resistere a queste correnti di errori, né trasforma la società se non si nutre e rimane nella verità del vangelo.
Oggi, vediamo che tante famiglie si disintegrano di fronte ai vari problemi economici e sociali, ma la disintegrazione più profonda avviene quando la famiglia perde il senso di Dio e non vive più la fede né guarda le gioie e le difficoltà con gli occhi della fede. Rimanendo fedele alla fede in Cristo Gesù e all’insegnamento del magistero, la famiglia riesce a capire la propria esistenza e le proprie strutture; riesce a tenere stretti i valori che costituiscono la famiglia stessa, i genitori riusciranno a vivere in un rapporto d’amore tra di loro, camminando insieme negli eventi delle difficoltà. I figli saranno capaci di capire il concetto dell’autorità per quanto riguarda la loro obbedienza verso i genitori e avranno il coraggio di affrontare la vita nella loro età giovanile partendo dalla fede che li ha nutriti.
La fede assicura la famiglia della presenza di Dio, l’aiuta a sopportare e perseverare nei momenti difficili. Questa situazione si trova nel quarto capitolo della seconda lettera di San Paolo ai Corinzi: «In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo» ( vv. 8-10).
Nel suo articolo, Indissolubilità del Matrimonio e Dibattito sui Divorziati Risposati e i Sacramenti, l’ Arcivescovo G. L. Muller, sottolinea questo punto di vedere e capire la vita dal punto di vista della fede in relazione al matrimonio cristiano. Secondo lui, «uno dei più gravi problemi pastorali consiste nel fatto che molti, oggi, giudicano il matrimonio esclusivamente secondo criteri mondani e pragmatici. Chi pensa secondo lo «spirito del mondo» (1Cor 2,12) non può comprendere la sacramentalità del matrimonio. Alla crescente mancanza di comprensione circa la santità del matrimonio, la Chiesa non può rispondere con un adeguamento pragmatico a ciò che appare inevitabile, ma solo con la fiducia nello «Spirito di Dio, perché possiamo conoscere ciò che Dio ci ha donato» (1 Corinzi, 2, 12)».
Eventi socio-economici e politici di oggi influenzano sia la vita matrimoniale dei coniugi che dei loro figli, in modo positivo e negativo, anche se sembra evidente che molti elementi si oppongono al fondamento della struttura familiare. Nonostante questo, le famiglie devono continuare a incaricare se stesse nella fede del vangelo di Cristo dato a noi per mezzo degli Apostoli. Esse dovrebbero veramente essere consapevoli che «il mondo nel quale viviamo pare spesso molto lontano da ciò di cui la fede ci dà la certezza; le esperienze del male e della sofferenza, delle ingiustizie e della morte sembrano contraddire la Buona Novella, possono far vacillare la fede e diventare per essa una tentazione» (CCC 164). Ma non ci si deve scoraggiare, ma piuttosto ci si deve rivolgere verso i testimoni della fede: «Abramo, che credette, “sperando contro ogni speranza” (Rm 4,18); la Vergine Maria che, nel “cammino della fede”, è giunta fino alla “notte della fede” partecipando alla sofferenza del suo Figlio e alla notte della sua tomba; e molti altri testimoni della fede» (CCC 165 ). Essi incoraggiano a sostenere un confronto costante, in primo luogo, con Dio nella preghiera e attraverso una lettura meditativa della Bibbia, in secondo luogo, con gli insegnamenti della Chiesa, in particolare quelli in relazione al loro stato di vita, e in terzo luogo, con una costante partecipazione ai sacramenti (specialmente quello dell'Eucaristia e della Penitenza). Si potrebbe anche trovare il tempo per ritiri di famiglia, partecipare a seminari e approfittare dell'aiuto di consulenti competenti e ben informati per la crescita spirituale e di assistenza in tempi turbolenti.
In conclusione, la fede della Chiesa nel Vangelo di Cristo, come espresso nel Credo, è costruita sull'autorità del Dio, Uno e Trino, che si è rivelato a noi in Gesù Cristo. Ogni famiglia cristiana deve non solo desiderare questa fede e metterla in pratica, ma deve anche proclamarla e vedere tutte le cose attraverso gli occhi della stessa fede.
P. Emmanuel Onyemeh omv
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