FdC 55 – L’Editoriale di P. Armando Santoro omv

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Carissimi Amici di Casa Lanteri,

siamo entrati nella primavera e il risorgere della natura ci introduce nel clima della s. Pasqua ormai vicina. Marzo è ormai oltre l’orizzonte, lasciandoci un bilancio senz’altro positivo delle attività di Casa Lanteri.

L’appuntamento più importante è stato quello del Fine Settimana Spirituale di Quaresima in cui abbiamo affrontato la tematica del combattimento spirituale. I nostri amici professori, Mauro Meruzzi e il diacono Nicola Parisi, insieme con sr Mary omvf e me con le loro esposizioni hanno cercato di aiutare i partecipanti a fornirsi delle armi spirituali idonee a sostenere e vincere questa lotta, retaggio del peccato originale, in cui la posta in gioco è la vita eterna.

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Il combattimento spirituale è originato dalla triplice concupiscenza che il s. Battesimo non distrugge, ma lascia per animarci al combatti-mento spirituale, come dice il CCC al numero 405: «…la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata “concupiscenza”). Il Battesimo, donando la vita della grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l'uomo verso Dio; le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell'uomo e lo provocano al combattimento spirituale».

I nemici da combattere in questa santa guerra, sono tre: il demonio, il mondo e noi stessi, ma in definita il vero e unico nemico sia noi stessi, perché il demonio e il mondo soffiano sulle nostre concupiscenze, ma non possono fare nulla direttamente da sé. Se il demonio e il mondo possono far qualcosa è solo perché noi ci consegniamo nelle loro mani indirizzando il nostro libero arbitrio a cedere alle loro lusinghe.

La libertà è in funzione dell’amore e, se non sono libero, sono schiavo del peccato. Quando la persona sceglie qualcosa perché soddisfa la propria triplice concupiscenza – “la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita” (1Gv 2,16) – perde immediatamente la propria libertà e diventa schiavo di ciò che l’ha vinto. Il libero arbitrio è la capacità di poter scegliere tra il bene il male. 

 L’uomo è libero nel senso che non è determinato a priori nelle sue scelte, ma decide lui dove andare: verso la strada “ampia e spaziosa che conduce alla perdizione” o a quella “stretta e angusta che conduce alla vita (Mt 7,13-14). Avere il «libero arbitrio», non significa essere liberi, ma possibilità di esserlo, la libertà è frutto del buon uso del libero arbitrio. Il buon Dio ci ha donato il libero arbitrio perché fossimo protagonisti e non giocattoli nelle sue mani e ce lo ha donato perché diventassimo liberi e capaci di amare scegliendo solo ciò che è bello, vero, giusto, buono. Quando l’uomo sceglie così rimane libero e sta amando, quando sceglie ciò che invece sollecita le soddisfazioni disordinate del suo «io» egoistico e superbo, pecca e peccando perde la propria libertà e diven-ta schiavo del peccato, come dice Gesù: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato» (Gv 8,34). Dal peccato ci può liberare solo Gesù e quanto più ci avviciniamo a Lui, tanto più rimaniamo nel suo amore e diventa per noi sempre più difficile peccare, perché Lui ci rende sempre più liberi, veramente liberi, forti del suo Amore e capaci di amare subendo con pace, serenità e gioia le trafitture di quei chiodi che, dopo il peccato originale, sono la garanzia dell’amore autentico e vero che implica sempre quel rinnegamento di sé che ci abilita alla donazione di noi stessi nel servizio, nella compassione e nella misericordia.

Altro momento bello del mese di marzo è stata la GIORNATA DEL DESERTO che ha avuto pochi, ma buoni partecipanti.

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Marzo si è chiuso anche portandoci via, nel suo Perù, la nostra amica Carmen Flores che, dopo vent’anni in Italia, è ora tornata definitivamente dai suoi: Dio ti benedica carissima Carmen e ti accompagni sempre e speriamo di vederti presto al nostro Caminetto Lanteriano  di cui sei stata partecipante entusiasta e fedele.

Ora vi lascio alle belle condivisione delle nostre amiche Franca Maria e Maria Rosa, alla “pillola dantesca” dell’amico Felice e al pensiero eucaristico di Chiara Lubich.

Buon lettura e Dio vi benedica tutti.