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FdC 95 – L’Editoriale di P. Armando Santoro omv

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  Carissimi Amici di Casa Lanteri,
eccoci giunti allo sprint finale del nostro anno pastorale. Aprile è fuggito via aprendo la strada al mese di maggio a noi tanto caro perché dedicato alla nostra Madre del Cielo.

Ad aprile si sono svolti due corsi di Esercizi Spirituali Ignaziani. Il primo sulla Prima Settimana con due esercitanti: Guido Quintieri, un seminarista calabrese che si è preparato così al suo imminente diaconato (a destra nella foto), 
e il sacerdote sudamericano Mauricio De Oliveira che svolge il ministero di parroco a Terni (a sinistra nella foto sopra).

Il secondo corso è stato, invece, sulla Seconda Settimana Ignaziana con una sola esercitante, la nostra amica trentina Anna Divan (foto a destra).

A maggio avremo alcuni importanti appuntamenti:

Sabato 12 maggio, la commemorazione della nascita del mio Fondatore, P. Pio Bruno Lanteri, con la s. messa delle ore 18:00 in Santuario.

Sabato 12 maggio alle ore 21:00 Veglia di Preghiera in Santuario per le Suore che festeggiano il loro 25° anniversario di professione religiosa il 13 maggio.

Domenica 13 maggio: Festa della Madonna di Fatima, quest’anno questo giorno coincide con la Solennità dell’Ascensione al Cielo di N. S. Gesù Cristo. Iniziano le processioni con fiaccolate alle ore 21:00 con celebrazione eucaristica conclusiva, ogni 13 del mese fino ad ottobre incluso.

• Da Sabato 19 a Domenica 20: FINE SETTIMANA SPIRITUALE PER COPPIE DI SPOSI DI TUTTE LE ETÀ [Programma]

Ora vi lascio alla lettura del nostro Foglio.

Santo mese di maggio a tutti voi, Dio vi benedica

                                   P. Armando omv

 

 

 

 

 

 

 

FdC 95 – Un semplice “GRAZIE”… di Flavia Ricci

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  Un semplice… «grazie»!!!

Da qualche anno Fabrizio, mio marito, dopo aver frequentato gli EVO, proponeva anche a me di iniziare gli EVO …ma avevo la sensazione di non essere pronta!

Finalmente poi mi sono decisa a dargli ascolto e…dopo due anni, non posso che essergli molto riconoscente perché la vita cambia tanto…in meglio!!

Il cambiamento in cosa consiste? In me è nato, prima di tutto, un desiderio profondo di trovare il tempo per la preghiera, da ricercare nella giornata, per parlare con Dio, leggere la Sua Parola…

Come fare? La giornata era sempre frenetica, ma aspettavo quel momento della sera, quando tutto intorno era silenzio, per fermarmi, pregare, riguardarmi dentro, riflettere sulle conferenze dell’incontro mensile e sulle testimonianze condivise nel gruppo…

E il desiderio di un tempo di preghiera intanto aumentava…Nel mese di luglio scorso, mi è arrivato inaspettatamente un trasferimento presso una sede lavorativa al centro di Roma: da allora posso partecipare alla Messa la mattina presto, oppure, se arrivo tardi per accompagnare mia figlia a scuola, prima di entrare a lavoro posso fermarmi a fare un momento di adorazione in una chiesa in cui c’è l’esposizione del Santissimo.

È stata una grazia e ho percepito che il Signore ha dato ascolto a quel mio desiderio profondo di preghiera!

Nel frattempo la vita prosegue, con tante gioie e  tante preoccupazioni, in famiglia, nell’ambiente lavorativo, tra gli amici e in Parrocchia.

A settembre il Parroco ha proposto a mio marito e a me di organizzare gli incontri di preparazione al Battesimo…anche questa è stata una grazia immensa, perché ci ha dato occasione di fermarci insieme a pregare e preparare gli incontri affidandoci insieme a Dio, conoscere tante famiglie e sentire durante ogni incontro l’Amore di Dio.

In alcuni momenti, durante il confronto con mio marito per la preparazione di questi incontri per il battesimo, sono tornati nella nostra mente pensieri e valori condivisi, in periodi diversi, durante gli EVO,  e questo ci ha fatto capire come il Signore agisce e ci permette di portare i frutti del Suo Amore.

Per quanto riguarda la quotidianità familiare, le cadute non mancano mai, ma certa del Suo Amore, sento di potermi rialzare. Ho riscoperto il significato e il valore dell’umiltà, ho imparato ad affidarmi a Lui, consapevole del mio nulla, e a dire “Sia fatta la Tua volontà”.

Sto imparando ad ascoltare il cuore dell’altra persona, cercando di vedere sempre Gesù nel prossimo, e di amarlo, anche se a volte non mi viene così spontaneo…

Ci sono momenti in cui mi accorgo che la strada da fare è molto lunga, ma so di non essere sola, perché Dio è al mio fianco e mi ama, con tutte le mie cadute!!

Sono molto dispiaciuta per la conclusione degli EVO, ma sono sicura che c’è un disegno di Dio per ciascuno di noi in cui si realizzeranno i frutti di questi due anni di percorso insieme!

Un grazie di cuore a tutti, a padre Armando, alle Guide e a tutte le care persone che Dio mi ha permesso di conoscere in questo cammino degli EVO.

                           Flavia Ricci

 

 

 

 

 

 

FdC 95 – Pensiero eucaristico del mese… del Santo Padre Pio XII

 

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DAL DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AI SACERDOTI ADORATORI E AI SODALIZI
DELL’ADORAZIONE NOTTURNA NELL’URBE

Come il santo Sacrificio della Messa religiosamente offerto dal sacerdote con la intima partecipazione dei fedeli, in unione con tutta la Chiesa, è e rimane il grande atto del culto divino, così il culto eucaristico viene celebrato dovunque l’Uomo-Dio presente nel Sacramento è adorato, anche e in molteplici forme al di fuori del Sacrificio. Senza dubbio il buon Pastore ha voluto essere un vero pane, come canta il Dottore Angelico nelle sue mirabili poesie così alte e così dense. A Lui non basta di essere adorato; vuol essere anche il nostro nutrimento. « Se non mangerete la carne del Figliuolo dell’uomo, … non avrete in voi la vita » (Io. 6, 54). Il suo amore senza limiti ha messo questa condizione alla nostra felicità: Non avrete parte con me (per usare le parole del Signore stesso Io. 13, 8), se non vi nutrirete con la mia carne. 

Ma l’anima, che ha compreso l’amore del suo divino Maestro, non si contenta dei pochi momenti, in cui il Pane degli angeli riposa sulle sue labbra: ha bisogno di vedere ancora e di adorare a suo agio l’onnipotente Signore, che sotto l’umile immagine del pane si mette al suo servizio; ha bisogno di contemplare instancabilmente quel tenue velo, che al tempo stesso le nasconde e le rivela l’amore del suo Salvatore; ha bisogno di dimorare lungamente dinanzi all’Ostia consacrata e di prendere alla vista dell’umiltà di Dio un’attitudine del più umile e profondo rispetto.

Quale lezione più sublime di questa reale presenza dell’Uomo-Dio sotto la forma di un fragile pane? Il pane è il nutrimento di tutti, è fatto unicamente per servire, per mantenere la vita. Cosi è il sacerdote secondo il cuore di Cristo; egli non mette alcuna condizione per il suo servizio, è sempre benefico e interamente si dona. Ciò che vale eminentemente per il sacerdote, si applica anche ad ogni cristiano, poiché la carità è il comandamento universale, che in sè racchiude tutta la legge del Salvatore. Ricordate la commovente parabola del buon Samaritano, nella quale Gesù ha dipinto il suo Cuore e lo ha dato a noi come esempio: « Va e fai anche tu lo stesso » (Luc. 10, 37). 

Trovate il tempo, le forze, il danaro necessari per soccorrere, nel miglior modo possibile, qualsiasi degli uomini vostri fratelli. Siate per lui utili e buoni come il pane, e in pari tempo umili, poichè altrimenti la vostra carità non penetrerebbe sino al fondo del suo cuore, di quel cuore che bisogna guadagnare a Dio, aprire all’azione della grazia. Chiunque dimora spesso e lungamente prostrato ai piedi dell’Ostia, comprende la lezione del pane eucaristico e prova il bisogno imperioso di metterla in pratica, di obliare completamente sè stesso, di donarsi agli altri senza limite. Da questo appunto tutti riconosceranno che siete discepoli di Cristo (cfr. Io. 13, 35), veri adoratori in spirito e in verità, che glorificano il Padre, imitando il Figlio.

[Clicca qui per leggere tutto il discorso]

 

 

 

 

 

 

FdC 95 – La meditazione del mese… di Tania Giovannoli

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  Dal Libro del Deuteronomio (4,32-34.39-40)
Mosè parlò al popolo dicendo: «32Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? 33Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo? 34O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi? 39Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro. 40Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre».

 

Carissimi Amici, eccoci giunti quasi alla fine dell’anno pastorale. Questa volta ho fermato lo sguardo sulla Prima Lettura della Solennità della Santissima Trinità.

Mosè parla al popolo e chiede di interrogare i tempi antichi… “Vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa?”. Mosè si riferisce a Dio che parla dal fuoco del roveto, che sceglie il popolo d’Israele… Si udì mai cosa simile a questa?

Mosè è stupefatto e solo per questi segni bisogna credere in Dio e osservare i suoi comandi. 

Ma, amici miei, questo brano mi ha fatto pensare a cosa ben altro è accaduto dopo. Dio si è fatto Embrione per nascere da un’umile donna di Nazaret, in una piccola stalla, omaggiato da semplici pastori. E già questo potrebbe lasciarci senza fiato, farci rimanere in contemplazione, a bocca aperta… 

E il Giovedì Santo ci ha lasciato Sé Stesso nell’Eucarestia.

Ha patito, sofferto, sanguinato, è stato sputacchiato e deriso, flagellato e umiliato… e già sarebbe troppo da sopportare… ma che tutto questo lo ha fatto “per me”… e beh, Amici… come si fa…

E poi è morto perdonando ed è risorto, è apparso, ci ha donato lo Spirito Santo. Voi ci pensate? Ci siamo abituati forse a tutto ciò? Se è così, Mosè ci invita ad interrogare noi stessi: “Si udì mai cosa simile a questa?”. E tutto questo amore “sprecato”, donato, sparso, non ci richiama forse amore? Mosè dice di osservare le Leggi per essere felice lui e i suoi discendenti, perché solo così si è felici. Dio non toglie, ma dà. Amici miei, dopo aver vissuto insieme quasi tutto l’anno liturgico, vorrei lasciarvi con lo stupore di Mosè, che deve diventare il nostro stupore.

Meditiamo bene, come Maria, nel nostro cuore quanto il Signore ha fatto per noi (Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente) e con la semplicità dei bambini diciamogli semplicemente la nostra gratitudine e il nostro Amore. 

              Tania Giovannoli

 

 

 

 

 

 

 

FdC 95 – La pagina di P. Carlo Rossi OMV

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Carissimi Amici di Casa Lanteri,

il dono dello Spirito Santo risplenda nei nostri cuori!

Come ogni anno, ad introdurci nel mese dedicato ad una speciale devozione verso la Santa Vergine troviamo la figura di San Giuseppe, che – come lui stesso fu esortato dall’Angelo ad accogliere Maria nella sua casa – ci invita a fare altrettanto.

In verità, noi, devoti del Santuario di N. S. di Fatima, possiamo dire che in tutti i giorni dell’anno cerchiamo di vivere, come teneri figli, l’affidamento alla nostra Madre del Cielo. È anche vero, però, che il mese di maggio ci riserva tanti appuntamenti mariani, che vengono a suscitare in noi un desiderio ancora più grande di stringerci al Cuore Immacolato di Maria e di lasciarci guidare da Lei in un cammino autentico di testimonianza gioiosa del suo Figlio Risorto.

Così, dopo la consueta processione mariana della prima domenica del mese, già l’8 maggioci ritroveremo, a mezzogiorno, per elevare insieme la nostra Supplicaalla Madonna del Rosario di Pompei. Poi, il 12ricorderemo con gioia la nascita del nostro Fondatore, il Venerabile Padre Pio Bruno Lanteri, appassionato devoto di Maria, che ha trasmesso a noi Oblati di Maria Vergine lo stesso identico amore, inscritto nel nostro stesso nome. Arriveremo in tal modo ben motivati a celebrare il 13 maggiola ricorrenza di Nostra Signora di Fatima, Festa titolare del nostro Santuario. Riprenderemo, in tale occasione, le processioni serali, sempre coronate dalla partecipazione commossa ed orante di tantissimi pellegrini.

Sabato19 maggio, nella Veglia Diocesana di Pentecoste, guidati dal nostro Pastore, Mons. Mauro Parmeggiani, ci raccoglieremo ancora una volta, come gli Apostoli, accanto a Maria, la Madre di Gesù, nell’attesa e nell’invocazione del dono dello Spirito Santo.

Domenica27 maggio, dopo la S. Messa pomeridiana delle 17.30, continueremo le Catechesi mariane, anche quest’anno dedicate all’approfondimento del Messaggio di Fatima.

Infine, il 31 maggio, festa della Visitazione, alle ore 21.00concluderemo questo mese mariano con la recita completa del Santo Rosarionel piazzale del Santuario, fermandoci presso le cappelle dei Misteri, a cui abbiamo aggiunto, attraverso pannelli mobili, anche il ricordo dei Misteri della Luce.

Come ultimo atto di devozione, davanti al portale di ingresso del Santuario bruceremo le tante intenzioni di preghiera lasciate nel corso dell’anno dai pellegrini negli appositi contenitori, con la speranza che possano elevarsi insieme con le fiammelle del fuoco e raggiungere il cuore della nostra dolcissima Madre, sempre attenta alle necessità dei suoi figli.

Come potetevedere, gli appuntamenti mariani di questo mese sono veramente tanti e in ognuno di essi crediamo che la Santa Vergine si farà vicina ai nostri cuori, tante volte feriti ed amareggiati, per ridonarci consolazione, esortandoci ancora una volta a volgere il nostro sguardo al cuore del suo Figlio, dal quale soltanto possiamo sperare di ricevere Pace, Gioia e Vita senza fine.

Con grande affetto

                          p. Carlo, omv

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FdC 95 – Gli appuntamenti di Maggio 2018

 

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SABATO 5 MAGGIO 2018

Ore 15,30 Ritiro E.V.O.  1/2

 
MARTEDÌ 8 MAGGIO 2018
Ore 15,30:
Scuola di Direzione e Discernimento Spirituale
Anno 3

 
SABATO 12 MAGGIO 2018

Ore 18:00
S. Messa in Santuario per la commemorazione della nascita del Venerbabile P. Pio Bruno Lanteri, Fondatore dell’Istituto degli Oblati di Maria Vergine

Ore 21,00
Veglia di Preghiera in Santuario per le Suore che festeggiano il loro 25° anniversario di professione religiosa

 
DOMENICA 13 MAGGIO 2018

NOSTRA SIGNORA DI FATIMA

ORE 21,00 PROCESSIONE MARIANA

 
MARTEDÌ 15 MAGGIO 2018

Ore 15,30:
Scuola di Direzione e Discernimento Spirituale
Anno 2

 
DA SABATO 19 A DOMENICA 20  MAGGIO 2018

FINE SETTIMANA PER COPPIE
DI SPOSI DI TUTTE LE ETÀ
[Programma]

MARTEDI’ 22  MAGGIO 2018
Ore 15:30:
Scuola di Direzione e Discernimento Spirituale
Anno
 1
 
   

 

 

 

 

 

 

FdC 95 – Foglio di Collegamento di maggio 2018

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FdC 94 – Il pensiero eucaristico del mese di Benedetto XVI

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  Dall’Omelia del Santo Padre Benedetto XVI sul sagrato di S. Giovanni in Laterano nella Solennità del Corpus Domini Giovedì, 7 giugno 2012

Cari fratelli e sorelle!

Questa sera vorrei meditare con voi su due aspetti, tra loro connessi, del Mistero eucaristico: il culto dell’Eucaristia e la sua sacralità. E’ importante riprenderli in considerazione per preservarli da visioni non complete del Mistero stesso, come quelle che si sono riscontrate nel recente passato.

Anzitutto, una riflessione sul valore del culto eucaristico, in particolare dell’adorazione del Santissimo Sacramento. E’ l’esperienza che anche questa sera noi vivremo dopo la Messa, prima della processione, durante il suo svolgimento e al suo termine. Una interpretazione unilaterale del Concilio Vaticano II aveva  penalizzato questa dimensione, restringendo in pratica l’Eucaristia al momento celebrativo. In effetti, è stato molto importante riconoscere la centralità della celebrazione, in cui il Signore convoca il suo popolo, lo raduna intorno alla duplice mensa della Parola e del Pane di vita, lo nutre e lo unisce a Sé nell’offerta del Sacrificio. Questa valorizzazione dell’assemblea liturgica, in cui il Signore opera e realizza il suo mistero di comunione, rimane ovviamente valida, ma essa va ricollocata nel giusto equilibrio. In effetti – come spesso avviene – per sottolineare un aspetto si finisce per sacrificarne un altro. In questo caso, l’accentuazione giusta posta sulla celebrazione dell’Eucaristia è andata a scapito dell’adorazione, come atto di fede e di preghiera rivolto al Signore Gesù, realmente presente nel Sacramento dell’altare. Questo sbilanciamento ha avuto ripercussioni anche sulla vita spirituale dei fedeli. Infatti, concentrando tutto il rapporto con Gesù Eucaristia nel solo momento della Santa Messa, si rischia di svuotare della sua presenza il resto del tempo e dello spazio esistenziali. E così si percepisce meno il senso della presenza costante di Gesù in mezzo a noi e con noi, una presenza concreta, vicina, tra le nostre case, come «Cuore pulsante» della città, del paese, del territorio con le sue varie espressioni e attività. Il Sacramento della Carità di Cristo deve permeare tutta la vita quotidiana.

In realtà, è sbagliato contrapporre la celebrazione e l’adorazione, come se fossero in concorrenza l’una con l’altra. E’ proprio il contrario: il culto del Santissimo Sacramento costituisce come l’«ambiente» spirituale entro il quale la comunità può celebrare bene e in verità l’Eucaristia. Solo se è preceduta, accompagnata e seguita da questo atteggiamento interiore di fede e di adorazione, l’azione liturgica può esprimere il suo pieno significato e valore. L’incontro con Gesù nella Santa Messa si attua veramente e pienamente quando la comunità è in grado di riconoscere che Egli, nel Sacramento, abita la sua casa, ci attende, ci invita alla sua mensa, e poi, dopo che l’assemblea si è sciolta, rimane con noi, con la sua presenza discreta e silenziosa, e ci accompagna con la sua intercessione, continuando a raccogliere i nostri sacrifici spirituali e ad offrirli al Padre.

A questo proposito, mi piace sottolineare l’esperienza che vivremo anche stasera insieme. Nel momento dell’adorazione, noi siamo tutti sullo stesso piano, in ginocchio davanti al Sacramento dell’Amore. Il sacerdozio comune e quello ministeriale si trovano accomunati nel culto eucaristico. E’ un’esperienza molto bella e significativa, che abbiamo vissuto diverse volte nella Basilica di San Pietro, e anche nelle indimenticabili veglie con i giovani – ricordo ad esempio quelle di Colonia, Londra, Zagabria, Madrid. È evidente a tutti che questi momenti di veglia eucaristica preparano la celebrazione della Santa Messa, preparano i cuori all’incontro, così che questo risulta anche più fruttuoso. Stare tutti in silenzio prolungato davanti al Signore presente nel suo Sacramento, è una delle esperienze più autentiche del nostro essere Chiesa, che si accompagna in modo complementare con quella di celebrare l’Eucaristia, ascoltando la Parola di Dio, cantando, accostandosi insieme alla mensa del Pane di vita. Comunione e contemplazione non si possono separare, vanno insieme. Per comunicare veramente con un’altra persona devo conoscerla, saper stare in silenzio vicino a lei, ascoltarla, guardarla con amore. Il vero amore e la vera amicizia vivono sempre di questa reciprocità di sguardi, di silenzi intensi, eloquenti, pieni di rispetto e di venerazione, così che l’incontro sia vissuto profondamente, in modo personale e non superficiale. E purtroppo, se manca questa dimensione, anche la stessa comunione sacramentale può diventare, da parte nostra, un gesto superficiale. Invece, nella vera comunione, preparata dal colloquio della preghiera e della vita, noi possiamo dire al Signore parole di confidenza, come quelle risuonate poco fa nel Salmo responsoriale: «Io sono tuo servo, figlio della tua schiava: / tu hai spezzato le mie catene. / A te offrirò un sacrificio di ringraziamento / e invocherò il nome del Signore» (Sal 115,16-17).

Ora vorrei passare brevemente al secondo aspetto: la sacralità dell’Eucaristia. Anche qui abbiamo risentito nel passato recente di un certo fraintendimento del messaggio autentico della Sacra Scrittura. La novità cristiana riguardo al culto è stata influenzata da una certa mentalità secolaristica degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. E’ vero, e rimane sempre valido, che il centro del culto ormai non sta più nei riti e nei sacrifici antichi, ma in Cristo stesso, nella sua persona, nella sua vita, nel suo mistero pasquale. E tuttavia da questa novità fondamentale non si deve concludere che il sacro non esista più, ma che esso ha trovato il suo compimento in Gesù Cristo, Amore divino incarnato. La Lettera agli Ebrei, che abbiamo ascoltato questa sera nella seconda Lettura, ci parla proprio della novità del sacerdozio di Cristo, «sommo sacerdote dei beni futuri» (Eb 9,11), ma non dice che il sacerdozio sia finito. Cristo «è mediatore di un’alleanza nuova» (Eb 9,15), stabilita nel suo sangue, che purifica «la nostra coscienza dalle opere di morte» (Eb 9,14). Egli non ha abolito il sacro, ma lo ha portato a compimento, inaugurando un nuovo culto, che è sì pienamente spirituale, ma che tuttavia, finché siamo in cammino nel tempo, si serve ancora di segni e di riti, che verranno meno solo alla fine, nella Gerusalemme celeste, dove non ci sarà più alcun tempio (cfr Ap 21,22). Grazie a Cristo, la sacralità è più vera, più intensa, e, come avviene per i comandamenti, anche più esigente! Non basta l’osservanza rituale, ma si richiede la purificazione del cuore e il coinvolgimento della vita.

Mi piace anche sottolineare che il sacro ha una funzione educativa, e la sua scomparsa inevitabilmente impoverisce la cultura, in particolare la formazione delle nuove generazioni. Se, per esempio, in nome di una fede secolarizzata e non più bisognosa di segni sacri, venisse abolita questa processione cittadina del Corpus Domini, il profilo spirituale di Roma risulterebbe «appiattito», e la nostra coscienza personale e comunitaria ne resterebbe indebolita. Oppure pensiamo a una mamma e a un papà che, in nome di una fede desacralizzata, privassero i loro figli di ogni ritualità religiosa: in realtà finirebbero per lasciare campo libero ai tanti surrogati presenti nella società dei consumi, ad altri riti e altri segni, che più facilmente potrebbero diventare idoli. Dio, nostro Padre, non ha fatto così con l’umanità: ha mandato il suo Figlio nel mondo non per abolire, ma per dare il compimento anche al sacro. Al culmine di questa missione, nell’Ultima Cena, Gesù istituì il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, il Memoriale del suo Sacrificio pasquale. Così facendo Egli pose se stesso al posto dei sacrifici antichi, ma lo fece all’interno di un rito, che comandò agli Apostoli di perpetuare, quale segno supremo del vero Sacro, che è Lui stesso. Con questa fede, cari fratelli e sorelle, noi celebriamo oggi e ogni giorno il Mistero eucaristico e lo adoriamo quale centro della nostra vita e cuore del mondo.

Amen.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FdC 94 – La meditazione del mese di Tania Giovannoli

 

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Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi (3,1-4)

  1 Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; 2rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. 3Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! 4Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.  
  Carissimi Amici, 

Buona Pasqua! Il Signore è risorto!

Eccoci al mese di aprile! Questa volta mi sono soffermata su un piccolissimo brano di San Paolo ai Colossesi, che mi sembra ci possa dare l’orizzonte su quello che stiamo vivendo nella liturgia.

San Paolo ci spiazza subito: “Se dunque siete risorti…” 

Mi piace pensare che questo “Se” lo abbia messo non per dire: “Se siete stati battezzati”, ma per dire: “Se vivete da battezzati”, cioè se la vostra vita rispecchia ciò che siete. In parole povere mi sembra che Paolo mi chieda in che posto mi situo, come vivo… cosa traspare agli altri dalla mia vita…

Sono consapevole che sono morta e risorta? Vivo da risorta?

Vivo la vita solo per le cose di quaggiù o aspetto e anelo a quelle di lassù? Quando guardo me, la mia vita, i miei rapporti interpersonali, cosa emerge? Come affronto le situazioni della vita? 

È la forza del Risorto che è in me che deve guidare la mia vita! Una vita da risorti, da rinnovati “ontologicamente”, cioè intimamente, intensamente, essenzialmente… Nel Battesimo sei già morta e risorta, non sei più tu, ma Lui è in te… 

Che mistero grande! E quanto poco ci rendiamo conto di tanta dignità… Quante preoccupazioni in meno al giorno avrei se pensassi di più all’orizzonte dell’eternità, quante arrabbiature inutili di fronte al “per sempre”… 

A volte ci fa paura rispondere alla vocazione dello stato di vita “per sempre”, perché la vita quaggiù ci sembra così lunga e magari sposare qualcuno “finché morte non ci separi” sembra impossibile. Pensiamo alla vita eterna. In questa vita ci stiamo “giocando” la vita eterna… che certo è dono di Dio, non guadagno nostro, ma a noi è chiesta la nostra moneta, il nostro “si”. 

Siamo stati redenti e pagati a caro prezzo. In questi giorni abbiamo fatto più attenzione alla croce e abbiamo meditato di più la Sua Passione. Guardiamo le cose di lassù… alziamo lo sguardo. Solo così potremo correre e volare verso la meta che ci attende, quel posto preparato per noi dall’eternità.

Chi, se non Lei, nostra Mamma, ci può accompagnare, come ha fatto con Suo Figlio, dalla casetta dell’Incarnazione di Nazareth, alla grotta di Betlemme, alla croce, al sepolcro vuoto, al Cenacolo, in cielo… Chiediamo alla Vergine Maria di tenerci stretti stretti, nascosti con Cristo in Dio e respirare, anelare, vivere tutto con Lui, in Lui e per Lui. 

Buona Pasqua! Alleluia!

Tania Giovannoli