Dal Dialogo della Divina Provviddenza, cap. 111
… O figlia carissima, apri bene l'occhio dell'intelletto per contemplare l'abisso della mia Carità: non v'è creatura dotata di ragione che non si senta sciogliere il cuore per slancio d'amore vedendo, tra gli altri benefici ricevuti da Me, quello che ricevete in questo Sacramento!
Con quale occhio, carissima figlia, tu e gli altri dovrete vedere e contemplare e toccare questo mistero? Non certo con il tatto e la vista corporea, perché tutti i sensi del corpo sono inadeguati. Come puoi osservare l'occhio non vede altro che la bianchezza del Pane, così che le grossolane sensazioni del corpo vengono ingannate; ma non può essere ingannato il sentimento dell'anima purché essa voglia; cioè, purché essa non voglia privarsi da sé il lume della santissima fede a causa della sua infedeltà!
È il sentimento dell'anima, dunque, quello che gusta, vede e tocca questo Sacramento! Con che occhio lo vede? Con l'occhio dell'intelletto, se in esso vi è la pupilla della santissima Fede! Quest'occhio vede in quella bianchezza "tutto Dio e tutto Uomo", la natura divina unita con la natura umana: il Corpo e l'anima e il Sangue di Cristo, Figlio mio Unigenito, l'anima unita al corpo e il corpo con l'anima uniti con la mia natura divina, senza distaccarsi da Me…..
Ma non lo vede soltanto con l'occhio dell'intelletto, bensì anche con l'occhio del corpo, sebbene a causa del lume intensissimo l'occhio corporeo subito perda la capacità di vederlo, onde rimane solo l'occhio dell'intelletto!
Te lo mostrai perché tu ne fossi più illuminata, in occasione della guerra che il demonio t'aveva fatto proprio a proposito di questo Sacramento; e anche per farti crescere nell'amore e nel lume della santissima Fede. Perciò sai che, recandoti in chiesa una mattina all'alba per partecipare alla messa, essendo stata poco prima tormentata dal demonio, ti mettesti diritta davanti all'Altare del Crocifisso; intanto il sacerdote era venuto all'altare di Maria. E tu te ne stavi là a considerare il tuo difetto perché temevi d'avermi offeso per la molestia a te arrecata dal demonio, e a contemplare l'ardore della mia Carità che ti aveva resa degna di partecipare alla Messa – sebbene ti reputassi indegna persino di entrare nel mio Tempio santo – allorché il sacerdote giunse all'atto della consacrazione, tu alzasti gli occhi su di lui.
E mentre egli pronunciava le parole sante della consacrazione, Io mi manifestai a te; e tu vedesti uscire dal mio petto un lume, come il raggio esce dal disco del sole senza tuttavia staccarsene. Entro quel raggio di luce, strettamente ad esso unita, scendeva una colomba, e veniva a colpire l'Ostia in virtù delle parole della Consacrazione pronunciate dal mio ministro. Di fronte a ciò il tuo occhio corporeo non bastò a sopportare la luce, ma ti rimase solo l'occhio dell'intelletto, con il quale vedesti e gustasti l'abisso della Trinità, tutto Me, Dio e Uomo, nascosto sotto il velo della bianchezza. Tuttavia la luce e la presenza del Verbo che tu vedesti mentalmente sotto quella specie, non cancellavano la bianchezza del Pane, né quel Pane era cancellato da Me, perchè non gli veniva tolta la bianchezza, né il poterlo toccare e gustare!
Tutto questo ti fu mostrato dalla mia divina bontà, come ti ho detto. A chi rimase la capacità di vedere? All'occhio dell'intelletto con la pupilla della santissima Fede; così che il vedere spetta principalmente all'occhio dell'intelletto, in quanto questo non può essere ingannato.
Con l'occhio dell'intelletto dovete contemplare questo santissimo Sacramento!
E chi lo può toccare? La mano dell'Amore….l'Ostia si tocca per fede con la mano dell'Amore, perchè è con l'Amore che Io sono li presente tutto Dio e tutto Uomo, gratuitamente!
E chi lo può gustare? il gusto del santo desiderio. Il gusto del corpo sente il sapore del pane, e il gusto dell'anima sente Me, per mia somma bontà, tutto Dio e tutto uomo!
Vedi, dunque, come i sensi corporei vengono ingannati, ma non è ingannato il sentimento dell'anima: questa viene assicurata e illuminata in se stessa, perchè l'occhio dell'intelletto ha visto e gustato con la pupilla della santissima fede.
E poiché vide, conobbe, e perciò lo tocca con la mano dell'Amore, poichè ciò che ha visto ora tocca, vive per amore e per fede! E con il gusto dell'anima, unito all'ardente desiderio, assapora la mia infuocata Verità.
Vedi, dunque, come dovete ricevere e contemplare questo Sacramento, non soltanto col sentimento corporeo, ma col sentimento spirituale, disponendo il sentimento dell'anima a riceverlo e a gustarlo, come ti ho detto.
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